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Ancona, Natale flop in piazza Cavour. Le casette andranno via il 26 dicembre. Ambulanti infuriati

La nostra inchiesta tra le bancarelle natalizie del centro: «Per il 27 dobbiamo sloggiare, il cambio di location ci ha penalizzato perché la zona frequentata di Ancona non è piazza Cavour»

Le casette di legno di piazza Cavour

ANCONA – Casette di legno? Ambulanti contro la scelta del Comune di posizionarle in piazza Cavour. «Un Natale flop, un format da rifare». È questa l’opinione diffusa degli ambulanti delle casette di legno di piazza Cavour. Da quest’anno, le casette non sono più lungo il corso principale, la via dello shopping, ma sono tutte concentrate in piazza Cavour, tra Corso Garibaldi e il viale della Vittoria.

Per di più, le casette dovranno lasciare il capoluogo il 26 dicembre. Il 27 i camion invaderanno infatti la piazza per smontare i baracchini e fare spazio al concertone di Capodanno, con l’attesissimo ospite d’eccezione, il comico e imitatore Max Giusti. Ma gli operatori commerciali storcono il naso.

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«Ci hanno informato troppo tardi del fatto che saremmo dovuti andare via con una settimana di anticipo (gli altri anni le casette restavano fino al 6 gennaio, ndr). E poi essere concentrati qui, in una piazza non grandissima, è un gran caos», evidenzia Davide Benvenuti, che scalda la gente con i suoi vin brulé.

Davide Benvenuti serve i clienti

«Il sabato è un delirio – sottolinea – il problema è che arriviamo al 26 e poi andiamo via e ci è stato detto solo una settimana prima». Benvenuti arriva da Forlì e Ancona la conosce bene: «Ho pagato la settimana prima di saperlo, ho prenotato l’albergo fino al 6 gennaio. Non si fa così – precisa – Ne trarrò le conclusioni per il prossimo anno. Io per stare qui pago 2mila 500 euro. La cosa comica è che tantissimi sono convinti che arriviamo alla Befana. E invece qui devono fare il concerto».

L’azienda di Benvenuti, a seguito della rimodulazione del periodo di permanenza in città, perderà «7-8mila euro di incasso». Voce fuori dal coro quella di Giancarlo Marini, che vende tartufi: «Andare via prima ci è stato comunicato per tempo, è una scelta che ci penalizza, l’ultimo dell’anno lavoriamo tanto, però ci adeguiamo alle regole».

La signora Anna Maria, che si avvicina a un casottino per fare compere di Natale critica l’ubicazione delle casette, ma plaude alle luci e alle installazioni cittadine: «Qui è tutta un’accozzaglia di bancarelle, non mi piace. Era meglio in corso Garibaldi, come si faceva fino al 2022. Belli gli abeti e gli addobbi, fantastico il mega presepe di piazza Roma».

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È un fiume in piena, Roberto Diotallevi, di Bottega maestro. I suoi bellissimi oggetti di legno sono ormai un must per il capoluogo: «Se il mercatino natalizio deve diventare un peso, meglio non farlo – glissa – Abbiamo perso tantissimo in termini di incasso rispetto allo scorso anno. Forse un 60%. Si vendeva di più giù per il corso. La gente era più propensa nel richiedere prodotti di un certo livello. Adesso, i taglieri da 150 euro me li chiede uno su tre».

Fabiola Vitali

E ancora: «Per il 27 dobbiamo sloggiare, il cambio di location ci ha penalizzato perché la zona frequentata di Ancona non è piazza Cavour e le decisioni sui costi e l’organizzazione ci sono arrivati all’ultimo momento. La chiusura anticipata preclude anche il risultato del mercatino. Noi facciamo questo per lavoro: dal 27 al 6 gennaio andremo in cerca di lavoro. Una situazione complicata, che non ci aspettavamo e che è molto controproducente. Dal 27, ci rivolgeremo ad altre città», tuona.

Natale 2024? «Bisogna valutare location, periodo, costi e allestimenti, che devono essere di qualità. Il mercatino altrimenti diventa un peso, invece dovrebbe essere un’attrattiva per la città, anche per i commercianti dorici. Bolzano funziona, a Candelara si fanno i pullman con i turisti in visita agli stand di Natale. Il mercatino va visto come una possibile risorsa, altrimenti meglio non farlo – ribadisce per la seconda volta Diotallevi – Ci si metta seduti, si ragioni con le categorie».

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«Il mercatino era più attrattivo lo scorso anno. Ma non vede che alcuni banchi non sono neppure venuti? Mancheranno 17 bancarelle – sbotta il commerciante – Spero che ciò che è mancato a noi come tornaconto economico l’abbiano avuto i commercianti di Ancona. Tutto va calibrato sul reddito: qual è la scelta più opportuna a livello economico?».

«La pista di ghiaccio in piazza Cavour faceva lavorare tutti i bar della zona. In piazza Pertini trovo sia un po’ dislocata. Su corso Garibaldi ci si sposta da un ufficio a un altro, ci sono molti professionisti, passi, vedi una cosa carina e compri. Il corso è un luogo di frequentazione. E poi le ferie partono da Natale, che senso ha farci sbaraccare il 27?».

La pista sul ghiaccio è ora in piazza Pertini

«Bene così – riflette Manuel Rambelli – Io vedo gente in piazza Cavour e mi va bene. Se la scelta delle casette di legno in questa piazza sia o meno azzeccata dovete chiederla agli ambulanti, non a me. Io posso dire che la nostra ruota è diventata ormai un appuntamento immancabile per questo capoluogo. La gente risponde benissimo e io sono super soddisfatto e il meteo aiuta. L’8 dicembre record di presenze e di incassi».

Ma Fabiola Vitali non ci sta: «Essere ammassati qui è una cosa sbagliatissima, prima era tutto più lineare. La gente entrava e usciva dai negozi, passava davanti alle casette di legno. Qui, nel weekend non ci si passa, è una calca terribile. Negli altri anni potevi scegliere se andare nelle casette o per negozi. Farci lavorare fino al 27? Assurdo. È l’unico capoluogo di regione che sotto le festività natalizie ha il caos. Il 27 ci saranno furgoni, camion, operai a lavoro, i turisti spaesati. Non so – riflette – per me dal 27 al 29 il centro sarà un cantiere. Da Natale al 7 gennaio era sempre festa negli altri anni, pieno di movimento».

Anche Fabiola, che vende cappelli, guanti e sciarpe ha risentito di questa ubicazione in termini di guadagno: «Il prossimo anno? Dipende dall’organizzazione, ci faranno sapere cosa intendono fare. Se è di nuovo così non so se tornare. Qui mancano 14 giorni, vediamo. Una soluzione può essere posizionare le casette al viale e fare in piazza Cavour ciò che si vuole e poi tenere corso Garibaldi come via dei negozi. Che se prima si lamentavano perché coprivamo le loro vetrine, ora si lamentano perché non c’è gente, bar compresi».

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