Ancona-Osimo

Ancona: muore dopo un’operazione all’anca, medico a processo

È accusato di omicidio colposo. I familiari della vittima, Laura Mentuccia, 58 anni, di Ostra, avevano fatto un esposto. La donna era caduta in bagno a causa di una lipotimia riconducibile all'intervento

Il tribunale di Ancona

ANCONA – Ricoverata a Villa Igea si era operata per una protesi all’anca ma durante la degenza nella clinica era caduta, battendo la testa e dopo otto giorni era morta in Rianimazione a Torrette. A perdere la vita una 58enne di Ostra, Laura Mentuccia, casalinga. I familiari avevano voluto vederci chiaro e tramite l’avvocato Ruggero Tomasi avevano presentato un esposto in Procura. Il pm Andrea Laurino aveva avviato una indagine. Ieri – 31 maggio – c’è stata l’udienza preliminare per il medico e il gup Alberto Pallucchini lo ha rinviato a giudizio per omicidio colposo. Il processo si aprirà il 13 dicembre prossimo.

La 58enne era deceduta il 1 giugno del 2018. Il ricovero in Rianimazione, al nosocomio regionale, risale al 25 maggio dello stesso anno. Stando alle accuse la 58enne era stata operata nella clinica di Villa Igea il 23 maggio. Un intervento ben riuscito. La paziente era rimasta ricoverata per il decorso post operatorio, in una stanza condivisa con un’altra paziente.

Il 25 maggio si sarebbe alzata per andare in bagno ed è lì che è caduta a terra battendo violentemente la testa. Le sue condizioni sono apparse subito gravi. Il personale medico e sanitario della clinica l’hanno soccorsa e dopo aver fatto una tac è stata trasferita d’urgenza nel reparto di Rianimazione, all’ospedale di Torrette. Otto giorni dopo c’è stata la morte cerebrale. La 58enne, con il consenso dei familiari, aveva potuto donare cornee e reni. La Procura aveva disposto l’autopsia e il medico legale Loredana Buscemi aveva evidenziato come la paziente era caduta per una lipotimia, una improvvisa debolezza, determinata da uno stato anemico riconducibile all’intervento all’anca. I familiari si sono costituiti parte civile. L’imputato è difeso dall’avvocato Alessandro Scaloni.

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