Ancona-Osimo

Tensione nel carcere di Montacuto, tra pestaggio, tentato suicidio e malore. Sappe: «Attimi di terrore»

Giornata movimentata quella appena trascorsa nell'istituto penitenziario di Ancona dove alcuni detenuti sono stati trasferiti al Pronto Soccorso dell'Ospedale regionale di Torrette. Per il sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria «servono interventi urgenti e strutturali»

La Casa Circondariale di Montacuto

ANCONA – Giornata movimentata quella appena trascorsa al carcere di Montacuto, ad Ancona, dove alcuni detenuti sono stati trasferiti al Pronto Soccorso dell’Ospedale regionale di Torrette. Sei i detenuti coinvolti. Tutto ha avuto inizio intorno alle ore 13 di oggi – 21 settembre- , quando si è verificata una colluttazione con pestaggio tra due detenuti, uno marocchino e l’altro algerino, iniziata sulle scale dell’istituto penitenziario.

Poco dopo un giovane detenuto albanese, da poco nella struttura in seguito ad un arresto per droga, e ancora nella sezione preventiva per ultimare la quarantena covid-19 prevista all’ingresso in carcere, ha tentato di impiccarsi alla finestra del bagno con un laccio delle scarpe.

Fortunatamente però un agente della Polizia Penitenziaria, che si trovava nei pressi, accortosi del gesto, ha salvato il giovane. Secondo il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, l’albanese il giorno precedente aveva distrutto la cella. Il detenuto avrebbe riferito di avere paura degli altri detenuti. Ora si trova all’ospedale regionale ricoverato nel reparto di rianimazione.

Sempre nella stessa giornata un detenuto affetto da problemi psichiatrici, italiano, dopo aver distrutto la cella per la quinta volta si è auto lesionato il corpo con una lametta. Nella stessa Sezione (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) si sono provocati lesioni al corpo anche un italiano del circuito Alta Sicurezza e un italiano del circuito Protetti, che poi ha tentato l’impiccagione. Un altro detenuto, un italiano di circa 70 anni, invece ha avuto un infarto e per questo si trova ancora ricoverato all’ospedale di Torrette.

Il segretario regionale del Sappe, Nicandro Silvestri parla di «attimi di terrore nell’Istituto anconetano Montacuto» che si sono risolti grazie «alla professionalità del personale di Polizia Penitenziaria, che ha gestito la situazione con quattro ambulanze del 118» le quali hanno trasferito i detenuti al nosocomio di Torrette per le cure del caso.

«Il tutto verso le ore 18 è rientrato nell’apparente normalità – prosegue il sindacalista – , con il bilancio di un ricovero dell’albanese in rianimazione», quello che ha tentato di impiccarsi nel bagno della cella.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, «servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto».

Stando al sindacato «i numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria».

Il Sappe, evidenzia che la quotidianità professionale del corpo di Polizia Penitenziaria «non si contraddistingue affatto per violenza ma per essere invece professionisti della sicurezza che sanno conciliare le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo».

Inoltre aggiunge che nello stesso arco di tempo, «nelle carceri delle Marche si sono contati 88 atti di autolesionismo, 10 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 2 decessi per cause naturali, 63 colluttazioni e 6 ferimenti: cifre comunque contenute grazie alla professionalità, all’abnegazione ed al senso del dovere della Polizia Penitenziaria, che ha comunque bisogno di uomini e nuovi strumenti operativi per fronteggiare l’emergenza in atto».

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