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Monitoraggio sui vaccinati contro il Covid, Menzo: «Utile estenderlo alla popolazione universitaria» – VIDEO

Il primario della Virologia di Torrette fa il punto sul monitoraggio avviato tra i sanitari vaccinati e sottolinea l'importanza di coinvolgere anche la popolazione universitaria. Obiettivo: stabilire il grado di immunità sviluppato e i richiami necessari per avere una copertura ottimale al virus

Il professor Stefano Menzo nel laboratorio della Virologia di Torrette

ANCONA – Potrebbe essere esteso anche alla popolazione universitaria il monitoraggio sui vaccinati contro il covid-19 attivato alla Virologia degli Ospedali Riuniti di Torrette di Ancona. È l’auspicio del professor Stefano Menzo, primario della Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona.

Lo studio, che valuta gli effetti in termini di immunità del vaccino Pfizer Biontech, quello somministrato nella prima fase ai sanitari italiani, è importante perché, come spiega il virologo, «permetterà di stabilire su un campione abbastanza vasto di persone quale sarà l’efficacia della vaccinazione sia in termini di produzione di anticorpi e di protezione dall’infezione». L’obiettivo è anche quello di stabilire per quanto tempo permarranno gli anticorpi contro il virus.

Il professor Menzo evidenzia che, trattandosi di «vaccinazioni nuove, ottenuto con principi biologici nuovi, nessuno è sicuro di come sarà l’esito al di là della sperimentazione iniziale per l’approvazione di questi vaccini, quindi è doveroso che tutti noi studiamo questi fenomeni nel tempo». In tal senso la popolazione sanitaria «è quella meglio controllata, ma è anche quella più critica per evitare di diffondere l’infezione all’interno dell’ospedale».  Intanto l’adesione alla vaccinazione del reparto di Virologia è stata altissima, «si è vaccinato il 100% dei sanitari», afferma il professor Menzo.

Il professor Stefano Menzo direttore della Virologia di Torrette

Sulla possibilità di estendere ulteriormente il monitoraggio, il primario spiega che la popolazione universitaria «è più facile da raggiungere rispetto alla popolazione generale», nel qual caso i costi sarebbero considerevoli, nonostante l’adesione allo studio sugli effetti del vaccino sia su base volontaria.

In ogni caso «capire anche su una popolazione più piccola rispetto a quella iniziale quale è il risultato» sarà utile anche «per applicare le stesse regole sulla popolazione generale. Tutti si chiedono se sarà necessario effettuare dei richiami e con che cadenza, queste saranno le prime informazioni che cercheremo di ottenere, e una volta ottenute si potrà anche stabilire una eventuale cadenza di monitoraggio sulla popolazione generale».

Da sinistra Benedetta Corvaro e Eleonora Manfredi

Nessun effetto collaterale importante tra coloro che hanno ricevuto la seconda dose di vaccino in Virologia, come ci spiegano le specializzande che lavorano nel reparto Benedetta Corvaro e Eleonora Manfredi: quest’ultima in particolare aveva contratto il virus nel mese di novembre e già a gennaio ha potuto sottoporsi alla vaccinazione, in quanto gli anticorpi per il virus erano presenti in misura troppo bassa per garantire una immunità al virus, specie per chi opera in un reparto così delicato.

La dottoressa Benedetta Corvaro ci spiega che «la risposta immunitaria non è uguale per tutti e chi ha avuto il virus non è detto che abbia un titolo così alto da garantire una protezione efficace».

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