Ancona-Osimo

Minori migranti Lgbtqi+, siglato primo protocollo per contrastare le discriminazioni. Rete tra Cgil e associazionismo

Il protocollo d'intesa 'Feeling' siglato questa mattina nella sede della Cgil Marche, mette in rete l'organizzazione sindacale e il mondo dell'associazionismo

La presentazione del protocollo

ANCONA – Contrastare le discriminazioni nei confronti dei minori migranti Lgbtqi+. È l’obiettivo del protocollo d’intesa ‘Feeling’ siglato questa mattina nella sede della Cgil Marche, tra l’organizzazione sindacale e il mondo dell’associazionismo, Arcigay Agorà Pesaro, Arcigay Comunitas Ancona, Agedo Marche, On The Road. Tra i punti cruciali dell’intesa, raggiunta per la prima volta nelle Marche, la formazione con l’obiettivo di favorire la diffusione di una cultura antidiscriminatoria, sia nell’ambito del lavoro che della vita sociale e scolastica.

Cinzia Massetti, responsabile del settore Nuovi Diritti di Cgil Marche ha sottolineato che il protocollo Feeling, nato a livello nazionale nel 2021 in partnership con l’Università La Sapienza di Roma e l’Università di Bari, «mira a dare una formazione adeguata sulle tematiche riguardanti i minori stranieri Lgbtqi+ agli operatori del pubblico e del privato».

Un primo momento di partenza di un percorso che «sarà aperto ad enti, cooperative sociali che operano in questo ambito, sia all’Ordine degli Assistenti Sociali, firmatari a livello nazionale del protocollo, per fornire una sorta di ‘cassetta degli attrezzi’ per affrontare un tema di cui si parla ancora troppo poco e su cui mancano dati certi» per questo il protocollo ha dato vita ad un osservatorio nazionale.

Un momento della firma del protocollo nella sede della Cgil Marche ad Ancona

La formazione, spiega Massetti «partirà già da casa ‘nostra’», dalla Cgil, dove gli operatori dei patronati, degli uffici fiscali, delle Rsu, i funzionari a tutti i livelli, saranno formati all’utilizzo di un linguaggio adeguato e alla conoscenza delle normative in materia, per «fornire un bagaglio culturale adeguato a fornire accoglienza alle persone Lgbtqi+ perché anche nella nostra regione abbiamo assistito ad episodi discriminatori, anche in ambito lavorativo» dove «più volte ci sono state delle segnalazioni di questo tipo». «Dare tutela e maggiore dignità a queste persone» il principio ispiratore del protocollo.

La presidente di Agedo Marche (associazione famiglie e amici delle persone Lgbtqi+), Maria Cristina Mochi, evidenzia che «quasi sempre, ancora oggi, le famiglie sono sconvolte dall’annuncio dei loro figli di essere persone Lgbtqi+» perché permane «un problema di intersezionalità familiare, cioè di discriminazione» in alcune culture «specie tra i musulmani, anche se vediamo delle aperture».

L’ascolto in tal senso è centrale, ha spiegato, rimarcando che «non c’è da parte della scuola o della sanità pubblica formazione su queste tematiche, quindi spesso questi ragazzi si auto isolano perché non si raccontano. A noi sono arrivate richieste da circa 5 persone, sembrano poche, ma occorre considerare che si tratta di persone che vengono da fuori e che trovano dei numeri su Internet».

Per Agedo Marche occorre in particolare puntare sulla formazione sul tema della varianza di genere (quando l’identità di genere è incongruente con il sesso biologico alla nascita), «spesso queste persone non hanno soldi per accedere al processo privatistico, mentre a livello di sanità pubblica sono pochissimi sono gli endocrinologi a disposizione. La formazione è fondamentale nelle scuole e per gli operatori che li accolgono».

La presentazione del protocollo

La segretaria regionale della Cgil Marche, Loredana Longhin, ha sottolineato l’importanza della rete tra sindacati e mondo dell’associazionismo per contrastare la «regressione culturale in atto. Vogliamo emancipare il Paese» ha detto ricordando nelle Marche «l’attacco» all’applicazione della Legge 194. «Con il protocollo – ha aggiunto – inizia un impegno sociale e culturale».

Arcigay Agorà Pesaro ha evidenziato «il tentativo di attacco frontale ai diritti umani» da parte dei «conservatori e delle destre» e citando le parole del presidente nazionale di Arcigay ha sottolineato la necessità di «continuare una rivoluzione ‘gentile’. Dobbiamo lavorare qui e ora- ha detto – perché ci sono persone che non possono aspettare, c’è chi ha bisogno adesso. Sui diritti non atterriamo di un passo». Matteo Marchegiani di Arcigay Comunitas Ancona, ha ricordato lo sportello di accoglienza aperto nelle Marche, che si avvale anche della mediazione culturale e linguistica.

Per l’associazione On The Road il protocollo è «un primo tassello per la creazione di prassi, procedure e percorsi di sostegni e di supporto delle persone della comunità Lgbtqi+. Tengo molto all’intersezionalità, a creare percorsi e sostegni che possano guardare alla persona a 360 gradi come capacità e risorse».

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