Ancona-Osimo

Inflazione e muti alle stelle, frena il mercato immobiliare nelle Marche. Fiaip: «Flessione tra -10 e -15%»

La flessione maggiore si registra nell'entroterra dove tocca punte del -15%, soprattutto nelle zone montane, mentre nelle aree costiere resta contenuta al -10%

ANCONA – Rallenta il mercato immobiliare nelle Marche. Complice l’inflazione e i numerosi rincari che interessano dal carrello della spesa all’energia, passando per i carburanti e i mutui, nei primi sei mesi del 2023 le compravendite di abitazioni registrano un -8,7% in Italia rispetto all’anno scorso. È quanto emerge dai dati statistici notarili. Sotto il peso di tassi di interesse alle stelle e di una minore disponibilità economica delle famiglie, crollano anche i mutui per l’acquisto della casa che segnano un -29,5% nella Penisola. E le previsioni anche per il resto del 2023 non sono rosee tanto che il calo è stimato attorno a 10,5%.

Nelle Marche il calo delle compravendite si attesta tra il 10 e il 15% a seconda delle zone, spiega Emanuele Fiori, presidente regionale Fiaip, Federazione Italiana Agenti Immobiliari. «Il decremento maggiore delle compravendite – spiega – si registra nell’entroterra dove tocca punte del -15%, specie nelle zone montane, mentre nelle aree costiere la flessione è minore» e non oltrepassa il -10%.

Emanuele Fiori, presidente regionale Fiaip

Fiori ricorda che il mercato immobiliare «resta una ancora di salvezza contro l’inflazione: mentre il valore del denaro decresce, quello degli immobili, al contrario, aumenta». Alla base del calo delle compravendite di immobili, la Fiaip Marche pone oltre all’inflazione, l’incremento dei tassi dei mutui che sono praticamente «raddoppiati» rispetto al 2021. «Un tasso fisso a buon mercato in questa fase si aggira attorno al 4.5-5.5%, mentre un anno e mezzo fa era la metà» spiega, questo quadro «ha eroso la base del mercato immobiliare» ovvero quella delle famiglie che se prima potevano scegliere tra acquistare casa o prenderla in affitto, ora si vedono costrette all’affitto.

«Una rata minima di un mutuo da 100mila euro costa mediamente 600 euro al mese – osserva Fiori – mentre un affitto si aggira attorno ai 500 euro al mese» va da sé che chi non riesce ad accollarsi un mutuo con quell’importo mensile è costretto a ripiegare sull’affitto. «Per migliorare il mercato immobiliare – aggiunge – serve un intervento della Bce (Banca Centrale Europea) per fermare i tassi, ma prima che il mercato immobiliare si adegui servirà tempo».

Insomma, un momento critico per il mercato immobiliare: il decremento delle compravendite e l’incremento dei tassi di interesse fanno diminuire il valore di mercato degli immobili. Ecco che un appartamento, diciamo standard, costituito cioè da due camere, soggiorno, cucina, due bagni e garage per un totale di 75mq circa, può oscillare a seconda delle zone tra 120 e 200mila euro: se prima si acquistava con 180mila euro adesso si prende con 160mila.

Una flessione che si aggira mediamente tra il 3 e il 5%, spiega Fiori, che penalizza chi vende, spesso costretto a vendere sotto il reale valore di mercato. La Federazione sta lavorando all’istituzione di osservatori provinciali come quelli esistenti nella provincia di Pesaro Urbino, per «una conoscenza scientifica e dettagliata del mercato. Vogliamo estendere gli osservatori anche nelle altre province per coprire tutto il territorio regionale».

L’obiettivo è quello di realizzare una vera e propria mappa con dati certi sulle quotazioni di mercato a seconda delle diverse zone così da superare il miss match che spesso si registra tra il presunto valore di una casa (quello diciamo oggettivo legato al venditore che ha una propria percezione sul valore dell’appartamento o della casa) e quello reale. Obiettivo aiutare venditori e compratori. «Entro l’anno presenteremo gli osservatori di Ascoli, Macerata e Fermo, poi – conclude – arriverà anche quello della provincia di Ancona».

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