Ancona-Osimo

La meningite torna a far paura, ecco cosa c’è da sapere

Il caso del bambino di Senigallia contagiato da Pneumococco e ricoverato al Salesi ha suscitato allarmismo fra i genitori. Abbiamo chiesto agli esperti come si manifesta la malattia e cosa fare in caso di contatto. Ecco cosa ci hanno detto

Meningite

ANCONA – Un bambino di Senigallia nella giornata di ieri (27 settembre) è stato ricoverato alla pediatria del Salesi per una meningite batterica da Pneumococco, una delle forme più pericolose. Il bambino fortunatamente non è grave, ma resta in isolamento nella pediatria del nosocomio dorico. Intorno al caso, come spesso avviene, si è creato un forte allarmismo che rischia di alimentare una sorta di psicosi. La meningite infatti è una malattia che fa paura a tanti genitori perché può essere facilmente scambiata per una influenza e sfuggire di mano.

Ma cos’è la meningite?
«È una malattia infettiva acuta, caratterizzata da infiammazione del rivestimento del cervello e del midollo spinale, le meningi – spiega il primario della Clinica di Malattie Infettive di Torrette, Andrea Giacometti – . Possono essere causate da batteri, virus, funghi e parassiti, anche se le più gravi e pericolose sono quelle batteriche, che possono in alcui casi possono anche portare alla morte del soggetto colpito o ad esiti invalidanti».

Tutti possono ammalarsi di meningite, ma i soggetti più colpiti sono i bambini, specie sotto l’anno di età. A rischio anche gli anziani, chi soffre di problemi immunitari e chi è affetto da patologie croniche. Nei bambini, in particolare nei più piccoli, la meningite può essere difficile da individuare.

Quali sono i sintomi che possono far sospettare la malattia?
«Solitamente si manifesta con febbre alta, dolore e rigidità al collo, forte mal di testa, ma può manifestarsi anche con vomito – chiarisce il primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale Salesi di Ancona, Elisabetta Fabiani – . Nei bambini più piccoli, sotto i 3 anni di età, i sintomi possono essere più sfumati rendendone difficoltosa l’individuazione perché sono poco collaborativi. In linea generale è bene consultare il pediatra quando il bambino ha febbre elevata, è apatico o irritabile, rifiuta l’alimentazione ed è lamentoso. In età scolare può causare anche dolore alla schiena, ma a far insospettire in questo caso è una febbre e un forte mal di testa che non passano neanche con il paracetamolo».

Cosa fare in caso di contatto con una persona affetta?
«In caso di contatto stretto e prolungato con una persona affetta da meningite da Meningococco deve essere praticata una terapia antibiotica specifica per il germe responsabile – spiega il pediatra Giuseppe Cicione  – , mentre per le meningiti virali e per quelle pneumococciche non si pratica la profilassi antibiotica. Per lo pneumococco però c’è il vaccino».

Fondamentale la vaccinazione che nei bambini è ormai obbligatoria, mentre negli anziani sopra i 65 anni è consigliata ed offerta gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale. «Sono pochissimi gli anziani che si sottopongono alla vaccinazione antipneumococcica – sottolinea il primario Giacometti – ma è importante farla perché previene meningiti, setticemie e polmoniti. Può salvare delle vite». I vaccini sono infatti l’unica arma a disposizione per prevenire le meningiti batteriche.

 

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