Ancona-Osimo

Ancona e il mare, Mancini: «Serve progetto intelligente e concordato»

Il candidato governatore ha illustrato la sua ricetta per sviluppare le potenzialità legate al mare, salvando occupazione ed ecologia

Il confronto promosso da Dipende da noi

ANCONA – Il mare fra opportunità e criticità è stato il tema al centro dell’incontro promosso ieri sera (10 settembre) in Piazza del Plebiscito ad Ancona, dalla candidata in corsa per le elezioni regionali Lucia Albanesi (circoscrizione di Ancona) in lizza con Dipende da noi, la lista che sostiene il candidato governatore Roberto Mancini.  Al confronto, “Ancona e il mare: lavoro, ambiente, futuro”, hanno preso parte una rappresentanza dei candidati, l’aspirante governatore, Sara Galassi, segretaria Fiom Ancona, Maurizio Sebastiani, presidente Italia Nostra Marche e Jacopo Mengarelli, rappresentante Friday For Future. Insieme hanno parlato delle opportunità in termini occupazionali e turistici legate al mare, ma anche della necessità di abbattere i livelli di inquinamento presenti al porto di Ancona.

Maurizio Sebastiani (Italia Nostra) nel suo intervento ha posto l’accento sulla necessità di conciliare lo sviluppo del porto di Ancona con il diritto dei cittadini di vivere questo spazio a cui sono fortemente legati. Inoltre ha espresso il suo no al progetto del porto crocieristico che porterebbe «centinaia di auto sotto l’Arco di Traiano per prendere i traghetti» mentre occorre piuttosto puntare sulla penisola prevista nel piano regolatore del 2010 «rimasto sulla carta» e  «tutelare il patrimonio culturale e storico» dell’area portuale. «Parlano di sviluppo green del porto, ma sono solo parole» ha detto, prima di affrontare la questione delle spiagge libere a Portonovo che devono restare accessibili a tutti. Infine l’Uscita a Nord, un’opera che consentirebbe il collegamento del porto con la Strada Statale 16 e per la quale «si sono persi anni».

Dipende da noi

Ad affrontare la questione occupazionale sul fronte della legalità è stata Sara Galassi (Fiom) che ha posto l’accento sul modello produttivo della cantieristica navale, basato su appalti e subappalti. Caporalato, buste paga globali e distacco internazionale sono le criticità più pesanti portate alla luce da una inchiesta della Guardia di Finanza che nel mese di maggio ha scoperchiato un vaso di pandora evidenziando una realtà ben lontana dal rispetto dei diritti dei lavoratori nell’ambito dei subappalti di Fincantieri (l’azienda è risultata estranea alla vicenda): una indagine che ha visto fra le accuse quella di sfruttamento del lavoro, truffa aggravata e frode fiscale. «Le navi di grande lusso vengono costruite a 4-5 euro all’ora e ci sono tanti lavoratori a cui mancano le condizioni minime di dignità all’interno del cantiere» la denuncia della segretaria Fiom Ancona, che ricorda come vi lavorino 280 dipendenti diretti, mentre gli altri quasi 4 mila sono dipendenti di ditte che lavorano in appalto e subappalto.  La Fiom chiede un tavolo istituzionale per affrontare la questione «per mettere fine alle situazioni di sfruttamento non più accettabili».

Jacopo Mengarelli ha posto l’accento sulla «necessità del governo mondiale di clima e salute» ricordando che occorre decarbonizzare l’economia arrivando a zero emissioni entro il 2050, un obiettivo che si può raggiungere «passando dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, riducendo le emissioni del 7% l’anno, secondo il programma ambientale delle Nazioni Unite, ma serve un coordinamento globale complesso». Istanze che il Friday For Future ha chiesto al governatore di fare proprie e mettere in pratica a livello territoriale.

Da sinistra Jacopo Mengarelli, Maurizio Sabastiani, Roberto Mancini e Sara Galassi

«La situzione del porto di Ancona merita una cura particolare, non solo dal punto di vista del rilancio economico, ma anche ecologico – ha detto il candidato governatore Roberto Mancini – : non siamo a favore di un progetto di ingrandimento e di apertura alle grandi navi, anche turistiche, che di per se porta molto poco alla città, e invece porta molti problemi ambientali». La ricetta proposta dal Mancini vede fra i suoi punti cardine la realizzazione dell’area marina protetta sul Conero e la bonifica della zona di Falconara dove insiste la Raffineria, un progetto che «salvi il lavoro, il porto come infrastruttura fondamentale, che va collegata all’Aeroporto, ma non a scapito dell’equilibrio ecologico e del gradimento di questa zona da parte degli anconetani, ai quali va restituita».

Un obiettivo, quello di coniugare il lavoro con la tutela ecologica, che il candidato governatore intende raggiungere costituendo un tavolo istituzionale regionale che metta insieme tutti gli attori coinvolti: Regione, sindaco di Ancona, comitati, organismi economici e cittadini. «Un progetto adeguato al momento non c’è – prosegue – per questo occorre un confronto per arrivare ad elaborare un piano intelligente e concordato». Parole d’ordine secondo Mancini, trasformare, integrare le esigenze e sviluppare qualità nella risposta guardando al futuro.

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