Ancona-Osimo

Marche Pride, Arcigay Ancona: «L’Italia indietro di venti anni sui diritti»

Il segretario di Acigay Ancona riflette sulla condizione delle persone con un diverso orientamento sessuale e di genere. Intanto alla Camera approda il testo unico contro le discriminazioni

Il Marche Pride ad Ancona (edizione 2019)

ANCONA – «L’Italia è indietro di almeno una ventina di anni rispetto all’Europa nel riconoscimento dei diritti delle persone gay, lesbiche e trans». Nella giornata in cui si celebra il Marche Pride, che quest’anno per le misure legate al covid si snoda online, Matteo Marchegiani, segretario generale di Acigay Comunitas Ancona fa il punto sulla condizione delle persone con un diverso orientamento sessuale e una diversa identità di genere.

La comunità Lgbt, nonostante le tante battaglie condotte negli anni è ancora vittima di stigma sociale e pregiudizi. Misoginia, omofobia, bifobia, lesbofobia, transfobia e sessismo, sono molte le discriminazioni ancora dure a morire e l’Italia, in tal senso, è ancora molto indietro sul filone dei diritti: manca una legge che tuteli le persone Lbbt. 

Fra i paesi europei, a non avere questa tutela, sono rimasti solo Italia, Repubblica Ceca, Lettonia e Bulgaria. Proprio nel periodo precedente il lockdown era ripreso l’iter della attesa legge contro le discriminazioni, che era arenata da tempo, ora con la ripresa delle attività parlamentari verrà presentato alla Camera un testo unico contro l’omotransfobia, che dovrebbe arrivare in aula a luglio per la discussione.

Matteo Marchegiani

Un traguardo importante verso un riconoscimento di quei diritti che dovrebbero scontati. «Quasi quotidianamente ci sono aggressioni omofobiche in Italia – osserva Marchegiani – le discriminazioni continuano ad esserci, la situazione è problematica e mancano gli strumenti per aiutare le persone in difficoltà. In Francia ci sono 60 strutture  per ospitare persone Lgbt cacciate di casa, aggredite, in Italia ce ne sono due».

Emblematico della condizione di discriminazione il periodo del lockdown, durante il quale le richieste di aiuto da parte delle persone Lgbt hanno subito una impennata del 9% nelle Marche. Costrette a rimanere chiuse fra le mura domestiche, le persone con un diverso orientamento sessuale e una diversa identità di genere hanno patito in maniera particolare questa fase che non ha fatto altro che amplificare ancora di più il senso di isolamento di queste persone che vivono spesso già nell’emarginazione.

Cosa si può fare per cambiare le cose? «La legge è il primo passo perché va a toccare quelle situazioni più problematiche – spiega Marchegiani – , ma a questa azione occorre affiancare un percorso di crescita culturale». IL segretario di Acigay  spiega nel porre l’accento sull’importanza dell’educazione all’affettività che dovrebbe partire fin dall’infanzia».

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