Ancona-Osimo

Mamma morta dopo il parto, parla il primario. Ciavattini: «Evento imprevedibile e improvviso»

Il primario della Clinica di Ostetricia e Ginecologia del Salesi spiega quanto è accaduto la notte del 24 agosto quando si è consumata la tragedia. Ginecologi, rianimatori, e infermieri hanno fatto di tutto per salvare la donna

ANCONA – «La paziente è stata seguita fin da subito da un team di medici specializzato non appena il quadro clinico è precipitato». A parlare è il primario della Clinica di Ostetricia e Ginecologia del Salesi, Andrea Ciavattini.

La mamma 35enne tunisina residente a Loreto che ha partorito un feto morto, era seguita dall’ospedale dorico da alcuni mesi, da quando cioè, al quinto mese di gravidanza le era stato diagnosticato negli ambulatori della Clinica di Osterticia e Ginecologia un diabete in gravidanza per il quale era seguita anche dal Centro Anti Diabetico dell’Inrca.

La 35enne, giunta al termine della gravidanza, si era recata al Salesi la mattina del 21 agosto per essere sottoposta al tracciato cardiotocografico che era risultato regolare: il feto stava bene e il battito era presente. Ma poi qualcosa deve essere andato storto perché quando la mamma si è presentata al controllo successivo, fissato tre giorni dopo, ovvero la mattina del 24 agosto l’esame cardiotocografico del feto era piatto, il battito cardiaco non c’era più. Una notizia che ha lasciato la mamma tunisina nello sconforto, tanto che alla donna, i medici hanno deciso di affiancare da subito un’ostetrica che l’ha accompagnata durante tutto il percorso.

«Accertata la morte in utero, la paziente è stata ricoverata intorno alle 10, ed è stata seguita personalmente da un’ostetrica a lei dedicata in un rapporto medico-paziente di uno a uno – spiega il dottor Ciavattini – . Abbiamo avviato l’induzione del travaglio, la mamma aveva infatti già partorito altre due volte in maniera naturale e in quel momento non c’erano indicazioni diverse».

La 35enne ha iniziato ad avvertire le contrazioni intorno alle 24:30 di domenica e verso le 1:45 è stata portata in sala travaglio-parto dove, sempre assistita costantemente dall’ostetrica, «ha rotto spontaneamente le acque a circa 7 centimetri di dilatazione». Poi improvvisamente il quadro è precipitato intorno alle 3: «La donna ha perso coscienza ed è andata in arresto cardio-respiratorio l’ostetrica ha subito allertato i medici che sono accorsi immediatamente. La paziente è stata seguita da un team costituito da due ginecologi, due rianimatori e dall’equipe infermieristica. È stata subito intubata e sostenuta nell’attività cardiaca tramite un massaggio cardiaco intensivo durato oltre un’ora.

Nel giro di poco tempo ha espletato il parto per via vaginale e gli è stato inserito un palloncino in utero per controllare le perdite di sangue, ma non c’è stato niente da fare. Nonostante il team di medici abbia fatto di tutto per salvarle la vita, la paziente non ha più ripreso conoscenza ed è stata dichiarata morta intorno alle 4:30 di domenica mattina».

Una patologia, quella del diabete in gravidanza, che non richiede necessariamente ospedalizzazione, spiega il primario, ma una collaborazione da parte della paziente e di un gruppo multispecilistico. Intanto sulla morte della donna la Procura della Repubblica ha avviato una inchiesta per far luce su cosa sia successo, ma «si è trattato di un evento acuto, imprevedibile e improvviso. Il fatto che l’ostetrica fosse presente nel momento in cui la donna ha perso conoscenza ha permesso un intervento immediato del team, anche se poi non c’è stato nulla da fare» conclude Ciavattini.

Michele Caporossi, direttore generale Azienda Ospedali Riuniti
Michele Caporossi, direttore generale Azienda Ospedali Riuniti

Una tragedia, quella della mamma e del feto, che ha «profondamente colpito la direzione aziendale». «Abbiamo seguito passo passo la situazione in tutta la sua tragicità – spiega il direttore generale Michele Caporossi – siamo vicini alla famiglia alla quale esprimiamo cordoglio e vicinanza».

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