Ancona-Osimo

Ancona, maltrattamenti verso l’ex moglie: 40enne ammonito. Capocasa: «Impennata violenza non si arresta»

L'uomo, che non si rassegnava alla fine del matrimonio, inviava alla ex coniuge messaggi dal contenuto minaccioso per costringerla a tornare sui suoi passi

Marina Pepe e Cesare Capocasa

ANCONA – Un uomo di 40 anni dell’Anconetano è stato oggetto del provvedimento di ammonimento da parte del questore di Ancona, per violenza domestica nei confronti della ex moglie.

Il quadro indiziario ricostruito dagli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Ancona, guidati dalla dirigente Marina Pepe, rende verosimile l’esistenza di condotte di stalking o di violenza domestica, a carico dell’uomo che non si rassegnava alla fine del matrimonio con la sua partner sulla quale esercitava una rilevante pressione psicologica per riallacciare i rapporti.

L’uomo, di fronte alla volontà della vittima di non ritornare con lui, si era reso protagonista di aggressioni verbali verso la donna alla quale inviava messaggi anche vocali su WhatsApp dal contenuto minaccioso e minatorio. Inoltre verso la ex moglie rivolgeva frasi ingiuriose, anche alla presenza di figli e familiari. Il questore ha disposto dunque la misura dell’ammonimento, intimando all’ex coniuge di cessare immediatamente ogni condotta, interferente sulla vita dell’ex moglie.

Una misura di prevenzione con finalità dissuasive, finalizzata a scoraggiare ogni forma di persecuzione nel contesto di relazioni affettive e sentimentali e che assolve ad una funzione tipicamente cautelare e preventiva, in quanto preordinato a che gli atti persecutori non siano più ripetuti e non cagionino esiti irreparabili.

Il Questore di Ancona Cesare Capocasa ha dichiarato: «L’impennata di violenza non si arresta. Tante, troppe donne, continuano a subire maltrattamenti e a morire. Un inferno privato, che avviene spesso tra le mura domestiche, reso ancora più spettrale dalla pandemia. I numeri della violenza di genere, una donna ogni tre giorni è vittima di femminicidio, per sette donne su dieci l’aguzzino ha il volto del marito, compagno e fidanzato ed oltre 2.000 sono gli orfani di madre che non ci sono più, ci restituiscono l’immagine di una società che non riesce a liberare le donne da una gabbia culturale, che si trasforma in una prigione per molte di loro. Le armi del diritto, della legalità e della giustizia non sempre riescono ad arginare un fenomeno che richiede un deciso cambiamento culturale, più forte dell’indifferenza, dell’intolleranza e dell’ignoranza, capace di restituire a ciascuna donna il diritto a essere pienamente libera, pienamente se’ stessa».

Il nuovo disegno di legge, che ha avuto il via libera del Consiglio dei Ministri vede importanti strumenti di intervento efficaci, il cui obiettivo è non solo tutelare le donne, come in caso di arresto fuori flagranza, ma misure economiche di sostegno, il braccialetto elettronico per gli imputati, aumenti di pena, e procedibilità d’ufficio, quando i fatti avvengono in un contesto di violenza domestica o per chi è già stato ammonito.

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