Ancona-Osimo

Legalità, Motolese (Corte dei Conti): «È necessario far riflettere i giovani con serenità e rispetto al mondo delle istituzioni»

La presidente della sezione giurisdizionale regionale per le Marche della Corte dei Conti sottolinea l'importanza dell'educazione alla legalità dei giovani, ma si sofferma anche sui rischi legati ai fondi del Pnrr e sul tema della "paura delle firma"

Luisa Motolese, presidente della sezione giurisdizionale regionale per le Marche della Corte dei Conti

ANCONA – «Educare i giovani alla legalità è fondamentale, specie in una fase storica particolarmente complessa come quella attuale, predominata da un quadro di incertezza internazionale e da nuovi conflitti. È necessario far riflettere i giovani con serenità e con rispetto al mondo delle Istituzioni». Così la presidente della sezione giurisdizionale regionale per le Marche della Corte dei Conti, Luisa Motolese.

Ad Ancona la Corte dei Conti sta portando avanti da alcuni anni un corso di educazione alla legalità che coinvolge gli studenti del corso di studi in Economia dell’Università Politecnica delle Marche, i quali partecipano ad udienze e svolgono tirocini curriculari ad integrazione dell’attività didattica.

Corsi che stanno riscontrando un grande apprezzamento. «Gli studenti mostrano – afferma Motolese – grande interesse e anche per noi della Corte questo scambio rappresenta un momento di importante arricchimento: si tratta di giovani molto vivaci intellettualmente, caratterizzati da grande preparazione e da una intelligenza superiore alla media».

«È ormai assodato che la conoscenza della normativa porta ad incorrere meno frequentemente in scorrettezze o in gravi violazioni» evidenzia, gli studenti che frequentano il corso di educazione alla legalità «hanno capito l’importanza del rispetto delle norme e che la libertà non è assoluta, ma limitata a regole, in parte scritte e in parte non scritte, fondate su educazione e opportunità».

Parlando di legalità, teme che le ingenti risorse pubbliche legate ai fondi europei e al Piano nazionale di ripresa e resilienza, possano far incrementare i casi di gestione fraudolenta del denaro?
«Mi piacerebbe dire che non è così, ma nel nostro Paese si sono già verificati alcuni casi. Sicuramente dovremo prestare la massima attenzione. In tal senso la nostra Procura generale ha siglato un accordo con la Procura Europea per definire un metodo di lavoro e un migliore coordinamento. Nelle Marche ad oggi abbiamo riscontrato un caso di truffa comunitaria, ancora in decisione, altri se ne sono verificati in altre Regioni come Lombardia e Puglia, si tratta di frodi che finora si sono concentrate soprattutto in agricoltura, ma da qui in avanti potrebbero aprirsi nuovi scenari, per cui dovremo essere molto attenti».

Ritiene ci sia una tendenza da parte di alcuni funzionari pubblici a non potare velocemente a conclusione alcune pratiche, specie le più importanti, per non correre il rischio di fare i conti con la Corte dei Conti?
«Nel 2020 è stata operata una limitazione normativa della responsabilità amministrativa al solo dolo, con esclusione della colpa grave per quanto riguarda le condotte commissive. La nostra corte, per una vecchia tendenza che a volte si ripristina, viene vista come un istituto complesso, uno “spauracchio” specie per la politica e per gli enti locali. Il tema della responsabilità erariale e la conseguente “paura della firma” con l’attuazione di una “burocrazia difensiva” sono superabili investendo nella formazione del personale pubblico”».

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