Ancona-Osimo

Lavoro, nelle Marche meno morti bianche ma più infortuni. Cgil alla Regione: «Subito tavolo sulla sicurezza»

Nei primi otto mesi dell’anno si è registrato un +9,9% di infortuni sul lavoro nelle Marche: 10.598 quelli denunciati, 954 in più rispetto allo stesso periodo del 2020

ANCONA – Crescono dell’8,5% in Italia le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro il 31 agosto 2021. Un aumento che interessa anche le Marche dove nei primi otto mesi dell’anno si è registrato un +9,9%: 10.598 gli infortuni nella regione, 954 in più rispetto allo stesso periodo del 2020.

Prosegue purtroppo la strage delle morti bianche (sul lavoro) che in Italia vede numeri in crescita, con le ultime due giornate (martedì e mercoledì) da segnare in nero sul calendario dal momento che sono 5 le persone che hanno perso la vita in soli due giorni, tanto da spingere il premier Draghi a chiedere pene più severe.

Nelle Marche il numero delle vittime sul lavoro è invece in calo del 32%, nei primi otto mesi del 2021, quando sono state 22 le morti bianche (17 in occasione di lavoro e gli altri in itinere, ovvero nel rientro a casa), mentre nello stesso periodo dell’anno scorso erano state 34 (25 sul posto di lavoro, 9 in itinere).

L’ultimo decesso nella nostra regione si è registrato purtroppo nella giornata di sabato scorso quando è deceduto un operaio di Montefortino in seguito alla caduta di un cantiere aperto per ristrutturare una abitazione lesionata dal sisma.

Tornando agli infortuni, dalla elaborazione dei dati Inail, eseguita dalla Cgil Marche, emerge che quest’anno in occasione di lavoro, ci sono stati 656 infortuni pari a +7,7% rispetto allo stesso periodo del 2020, i rimanenti sono in itinere.

Giuseppe Galli, segretario regionale Cgil Marche

«Siamo in una fase di ripresa dell’economia – spiega Giuseppe Galli, segretario regionale Cgil Marche – e, allora, occorre innalzare le soglie di attenzione in tutto il mondo del lavoro alle prese con una profonda riorganizzazione. Con il nuovo Pnrr ci sono investimenti pubblici, specie nell’edilizia e nell’industria, che comportano l’avvio di nuovi lavori e dunque la necessità di conoscere e prevenire i rischi correlati alle attività di produzione, utilizzando in modo corretto i sistemi di sicurezza. Dal canto suo, il sindacato è in prima linea per rivendicare più vigilanza da parte degli enti preposti chiedendo, al tempo stesso, una nuova disciplina sanzionatoria nei confronti di quei datori di lavoro, colpevolmente inadempienti. Il tutto mettendo anche in campo premialità per le imprese che, invece, investono sulla tutela della salute dei lavoratori. Infine, alla Regione chiediamo di convocare subito il tavolo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, così come annunciato nei mesi scorsi».

Analizzando i singoli settori, l’aumento degli infortuni riguarda soprattutto l’industria con + 32,1%, l’artigianato con +19%, il terziario con +15% mentre nell’agricoltura c’è un calo dell’11,4%. I più colpiti sono gli uomini con + 11,9% ma per le donne si registra un incremento del 6,6%.

Anche le malattie professionali, come nel resto del Paese sono aumentate: +47,1% in particolare nell’industria dove sono raddoppiate passando da 2746 a 3720. In crescita, anche le malattie del sistema nervoso (+41%) e si assiste anche ad una un’impennata di malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (+ 57,7%).

Galli evidenzia inoltre che la severità con cui si chiede di punire le imprese che trasgrediscono sulla sicurezza, va a vantaggio delle imprese serie. Il sindacato cerca una alleanza forte con gli imprenditori seri per cercare di colpire chi fa concorrenza sleale tagliando sui costi legati alla sicurezza, come Dpi e formazione, che espongono i lavoratori a rischi anche gravi.

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