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Istat, calano reddito e potere d’acquisto delle famiglie. Federconsumatori: «Pagate spesa e bollette resta poco niente»

Secondo l'Istituto Nazionale di Statistica a calare, oltre al potere d'acquisto, è anche la propensione al risparmio delle famiglie in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente

ANCONA – Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Emerge dall’ultimo rapporto dell’Istat sui conti delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica a calare, oltre al potere d’acquisto, è anche la propensione al risparmio delle famiglie, stimata al 6,3%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

In flessione anche il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, che registra un calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 6,3%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Un quadro «legato ai numerosi rincari» dice Serena Cesaro di Federconsumatori Ancona, dal carrello alimentare al carburante passando per luce e gas.

«La campagna del trimestre antinflazione – aggiunge – non è una soluzione al problema e non copre neanche i costi dell’inflazione, è una goccia nel mare». Federconsumatori evidenzia che il prezzo «gas è salito del 4,8% e quello dell’energia elettrica addirittura del 18,6%, rincari che arrivano oltretutto in un periodo in cui andiamo incontro alla stagione fredda».

A queste stangate, Federconsumatori aggiunge anche i rincari sui mutui e i costi sanitari: «Con le liste d’attesa lunghissime le persone sono costrette a rivolgersi al privato per visite ed esami, ma non tutti se lo possono permettere con il reddito che hanno».

«Ormai è tutto più caro – conclude – e molti prodotti sono quasi intoccabili. Per molte famiglie una volta pagata la spesa e le bollette resta poco o niente, mentre chi ha una famiglia numerosa alle spalle o è monoreddito con figli la situazione è al limite della disperazione».

La mappa dei rincari

Secondo un calcolo di Facile.it e Consumerismo No profit, il rincaro sui mutui a tasso variabile ammonta ad un +44%, quello per la Rc auto al +26%, mentre sul fronte dei carburanti la benzina tocca un +21%. Il carrello della spesa segna un +24%, con il prezzo dell’ortofrutta che vola attestandosi a un +20%, mentre i servizi turistici costano un +9,4%.

Tra i prodotti dell’ortofrutta più cari ci sono pere, susine, pesche, mele, cipolle, patate, carote, zucche e radicchio. Im pratica per l’ortofrutta le famiglie devono mettere in conto 8 euro in più al mese, su una spesa media di 40 euro a settimana.

Secondo Consumerismo No Profit, considerando che la spesa media settimanale per un nucleo di 4 persone si aggira intorno a 120 euro, significa che per riempire il carrello dei beni essenziali di prima necessità occorrerà spendere circa 480 euro al mese, pari a 5.760 euro l’anno, con un aggravio di oltre 1.100 euro rispetto al 2022.


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