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Hiv, 48 nuove diagnosi nel 2021. Giacometti: «Educazione nelle scuole? Poche disponibili a parlare di sessualità»

Le diagnosi di hiv sono in incremento rispetto al 2020 quando i casi erano stati 25 anche se la pandemia potrebbe aver inciso sul dato. L'infettivologo sottolinea l'importanza della prevenzione nelle scuole

ANCONA – Sono state 48 le nuove diagnosi di hiv nelle Marche nel 2021, mentre nel biennio 2020-2021 sono stati 25 i nuovi casi di aids. A fornire il dato è la Regione Marche. La maggior parte dei contagi ha riguardato la fascia di età 25 – 59 anni. Le diagnosi di hiv sono in incremento rispetto al 2020 quando i casi erano stati 25 anche se la pandemia potrebbe aver inciso sul dato.

Nel 2019 i casi erano stati 56, mentre l’anno prima erano 64. Nelle Marche l’incidenza dei casi di hiv è in linea al dato nazionale (3,0/100 mila abitanti) fa sapere la Regione, specificando che dei 48 casi di nuova infezione da hiv, 30 sono relativi a persone italiane e 18 a persone straniere.

Guardando invece al dato relativo all’aids, questo risulta in diminuzione. La trasmissione è avvenuta prevalentemente per via sessuale, meno per via ematica come ad esempio attraverso lo scambio di siringhe o la condivisione di strumenti per l’assunzione di sostanze stupefacenti o trasfusioni di sangue infetto.

Andrea Giacometti, professore di Malattie Infettive e Pneumologia presso l’Università Politecnica delle Marche

La scienza ha computo grandi progressi negli ultimi tempi e «oggi le persone che hanno contratto l’infezione da hiv in cura con gli antiretrovirali non trasmettono più il virus, anche nel caso in cui abbiano rapporti sessuali non protetti» spiega l’infettivologo Andrea Giacometti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche.

Il primo farmaco antiretrovirale venne introdotto nel 1987, dieci anni dopo arrivò una nuova categoria di farmaci, gli inibitori della proteasi, mentre negli ultimi anni sono state introdotte ulteriori nuove classi di farmaci antiretrovirali, fra i quali gli inibitori della fusione, gli inibitori della integrasi, gli inibitori del Ccr5.

«Si tratta di terapie potenti – spiega – oggi è sufficiente assumere una sola compressa al giorno». La maggior parte delle infezioni da hiv «riguardano i giovani, prevalentemente omossessuali, un’altra parte sono anziani che scoprono di avere l’aids per caso, quando vengono ricoverati n ospedale magari perché hanno contratto una meningite. Si tratta di malattie contratte soprattutto sessualmente, perché si sono avuti rapporti non protetti, persone che non si sono mai testate e che diventano immunodepresse».

Anche sul fronte della terapia dell’aids la scienza ha compiuto progressi e «alcuni malati riescono a sopravvivere se scoperti in tempo, ma non riescono a recuperare, se diagnosi tardive i danni cerebrali gravi». Il primario sottolinea l’importanza della sensibilizzazione a partire dalle scuole, ma allo stesso tempo evidenzia una certa resistenza, quasi un tabù, a parlare ancora oggi della sessualità.

«Insieme al collega infettivologo Burzacchini ci siamo resi disponibili per andare nelle scuole a fare informazione tra i ragazzi sull’hiv per prevenire le infezioni – spiega – eppure solo poche scuole ci hanno contattato, ci sono ancora molte remore da parte di alcuni insegnanti e anche da parte dei genitori e di qualche dirigente scolastico a parlare di hiv perché questo implica anche di dover parlare di sessualità».

Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità

«Oggi le nuove diagnosi avvengono per lo più in soggetti asintomatici, ma nel 30% dei casi le diagnosi sono tardive – evidenzia l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – una diagnosi precoce è essenziale per l’attivazione tempestiva di cure efficaci, oggi in grado di ridurre al minimo il rischio di trasmissione e ritardare l’insorgenza di AIDS. Ma è importante anche entrare nelle scuole ed insegnare la prevenzione ai giovani». Il 28 novembre e si è riunita la commissione regionale aids recentemente aggiornata, un gruppo tecnico multidisciplinare che sta lavorando ad un piano di comunicazione per la popolazione generale e per target specifici.

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