Ancona-Osimo

Obbligo di Green pass a lavoro, Saltamartini: «Forte pressione alla vaccinazione»

L'assessore regionale alla Sanità si è espresso sull'obbligo del lasciapassare in tutti i luoghi di lavoro. Ha fatto il punto anche su test salivare e occupazione nelle terapie intensive

Filippo Saltamartini

ANCONA – «In un paese dove c’è un ordinamento giuridico si rispettano le norme che vengono approvate a livello governativo. La Regione ha un dovere di leale cooperazione, quindi si applicano le norme». Così l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini all’indomani dell’estensione dell’obbligo del Green pass a tutti i luoghi di lavoro.

L’assessore parlando con i giornalisti ha fatto un distinguo tra posizione istituzionale e politica, spiegando che la seconda è diversa dal momento che «la democrazia vive dei partiti mediante i quali si accede alle cariche elettive» e aggiunge «credo che siano comprensibili le manifestazioni di dissenso che vengono da tanti cittadini».

L’assessore regionale alla Sanità afferma che con l’obbligo di Green pass è stata «introdotta surrettiziamente una pressione forte alla vaccinazione. Io mi sono vaccinato – precisa – e considero i vaccini uno strumento mediante il quale si riesce a sconfiggere la pandemia, ma ci sono tantissime persone che non possono o vogliono vaccinarsi per ragioni personali e per patologie pregresse».

Entrando nella questione dei test salivari, afferma «condivido la posizione di Matteo Salvini: noi nella nostra regione l’abbiamo anticipata da tempo e abbiamo chiesto che tutti coloro i quali che non possono vaccinarsi debbano essere sottoposti a tamponi salivari. Ne abbiamo comprati 500mila quindi siamo una Regione all’avanguardia».

Sollecitato sul dato relativo alla percentuale di occupazione delle terapie intensive, che nelle Marche è arrivata al 13%, ha spiegato «abbiamo 27 casi su oltre 233 posti di terapia intensiva che possono essere attivati».

«Finora – aggiunge – non li abbiamo attivati per mancanza di personale. Sono preoccupato naturalmente per le persone che vi accedono, la maggior parte delle quali non sono state vaccinate, quindi inviterei tutti a riflettere sul fatto che se si assume la patologia poi si può finire in terapia intensiva».

L’assessore ha sottolineato che occorre curare anche le altre patologie: «Se nelle terapie intensive ci sono molti malati Covid è chiaro che c’è un rischio di non curare le altre patologie».

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