Ancona-Osimo

Green pass obbligatorio: la rabbia di ristoranti, bar e palestre

L'obbligatorietà del green pass dal 6 agosto per consumare al tavolo nei ristoranti e bar e per accedere a piscine e palestre fa infuriare commercianti e imprenditori che continuano a sentirsi penalizzati dai provvedimenti per il contenimento della pandemia

Immagine di repertorio

ANCONA – «Una misura penalizzante»: è il commento corale degli operatori commerciali e degli imprenditori che dal 6 agosto avranno a che fare con l’introduzione dell’obbligatorietà del green pass. La certificazione verde, sarà necessaria per consumare seduti al tavolo all’interno dei ristoranti e dei bar (al chiuso), anche in zona bianca, e occorrerà averla con sé anche per accedere a palestre e piscine, oltre che per assistere ad eventi e spettacoli, alle partire allo stadio, e per entrare nei cinema e teatri.

Il provvedimento, varato ieri, 22 giugno, dal Consiglio dei ministri, sta suscitando aspre polemiche, non solo tra le persone che hanno scelto di non vaccinarsi, ma anche tra i titolari delle attività coinvolte. Ricordiamo che per ottenere il green pass, occorre avere ricevuto almeno una dose di uno dei vaccini contro il covid, essere guariti (entro 6 mesi), ed avere l’esito negativo di un tampone eseguito entro le 48 ore precedenti.

I ristoratori: «Noi sempre penalizzati»

Orietta Storani, del Joy’s Coffe & Food di Osimo Stazione, bar e ristorante

«Ritengo che il green pass se da un lato possa contribuire a garantire maggiore sicurezza per la salute di tutti, dall’altro sicuramente penalizzerà le nostre attività – afferma Orietta Storani, del Joy’s Coffe & Food di Osimo Stazione -. La ristorazione purtroppo è tra le categorie che continuano a pagare il prezzo più alto a causa delle pandemia». 

La ristoratrice stima una flessione del 50% della clientela a causa della misura introdotta e che consente la consumazione al tavolo al chiuso solo con green pass e massimo 6 persone sedute, se non conviventi.

«Se non verranno introdotte regole più restrittive non credo che le persone non vaccinate si adegueranno: magari faranno a meno di andare al bar e al ristorante, ma chi non si vuole vaccinare continuerà a non farlo – afferma -. Il green pass non deve essere applicato solo alla ristorazione, ma dappertutto. Basta andare al supermercato per accorgersi che tante persone indossano la mascherina non correttamente, tenendola abbassata. Il problema non è solo nella ristorazione».

Palestre infuriate: «Zero ristori e ora anche il green pass. La situazione è insostenibile»

Gianluca Egidi, presidente regionale associazione Afm

Tra le attività sul piede di guerra ci sono le palestre che dopo aver riaperto i battenti solo nel periodo estivo, quando c’è l’affluenza minore di clientela, ora si vedono introdurre l’obbligo del green pass che comporterà una selezione dell’utenza non in regola con il pass.

«Abbiamo il diritto di vivere e sopravvivere – sbotta Gianluca Egidi, presidente regionale Afm, associazione fitness Marche -, ci siamo indebitati per riaprire le nostre attività e non abbiamo ricevuto ristori nonostante abbiamo cercato di far arrivare la nostra voce a tutti i livelli istituzionali, dalla Regione al Governo».

Una doccia fredda per gli imprenditori del fitness, penalizzati da lunghi mesi di chiusure. «Da questa mattina la chat delle strutture associate è rovente – prosegue -. In molti stanno paventando manifestazioni pubbliche e alcuni annunciano già l’intenzione di disubbidire a questa regola per noi fortemente penalizzante».

Egidi si dice «molte preoccupato», la situazione «è insostenibile e sarà difficile tenere calmi gli animi, specie quando si è arrivati a toccare il fondo. Non possiamo fallire, non ce lo possiamo permettere e non ce lo meritiamo». Il presidente dell’associazione ricorda di aver provato in ogni modo «ad intercedere con la Regione e il Governo, cercando di incontrare il sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali che però ad oggi non ci ha mai ricevuti. L’unica risposta che ci è arrivata è che i tempi della politica sono lunghi, ma questo è solo per aiutarci perché quando dobbiamo essere penalizzati mi sembra che i tempi della politica siano invece rapidi, tanto che ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al green pass e dal 6 agosto sarà già obbligatorio».

Palestre e piscine stimano una flessione della clientela che va dal 40 al 70%, numeri che Egidi evince dai dati Aifa legati alla vaccinazione nelle Marche. L’imprenditore del fitness fa notare infatti che il core business di palestre e piscine va da dai 20 ai 40 anni, una fascia di popolazione che mostra i livelli più bassi di adesione alla vaccinazione.

Analizzando i dati (al 22 luglio) il 41,03% delle persone tra 40 e 49 ha completato il ciclo vaccinale, nella fascia 30-39 anni il 30,32%, il 30,14% dei giovani fra 20 e 29 anni e infine il 13,12% degli over 12 anni (12-19 anni).