Ancona-Osimo

Green pass per i luoghi di lavoro, Carloni: «Chi non si vaccina ha un atteggiamento egoistico»

L'assessore regionale alle Attività Produttive, Mirco Carloni, è intervenuto su alcuni temi di attualità come i ristori per le discoteche ancora chiuse. Ecco cosa ha detto

ANCONA – «Stiamo pensando ad una serie di misure che possano essere utili a ripartire come economia e ovviamente non ci dimenticheremo di questo settore (discoteche, ndr) che ha pagato molto più di altri». L’assessore alle Attività Produttive Mirco Carloni è intervenuto così a margine della seduta del Consiglio regionale (che si è svolto ieri, martedì 27 luglio) parlando con i giornalisti sul tema dei ristori per le discoteche ancora chiuse a causa della pandemia di covid-19. Per queste imprese, chiuse da più di 17 mesi, il governo non ha ancora stabilito una data per la riapertura.

Il nodo discoteche

Proprio nei giorni scorsi, in seguito all’introduzione del Green pass per alcune attività, Asso Intrattenimento, era tornata a sollecitare la Regione per chiedere ristori sulla scorta di quanto erogato per i lavoratori del settore cultura. Carloni sulla questione ha spiegato che il problema di queste imprese «è che rispetto al danno che hanno avuto dalla chiusura, qualunque contributo noi diamo è effettivamente molto marginale».

L’assessore ha evidenziato che «bisogna tenere conto che da un lato c’è l’interesse economico che va tutelato, perché ci sono persone e imprese che rischiano di vedere distrutti i loro investimenti da un lato e il loro lavoro dall’altro, però c’è anche un problema di salute pubblica e quindi bisogna trovare il giusto equilibrio».

Mirco Carloni

E in tale cornice assume un ruolo rilevante la vaccinazione contro il covid. «Ritengo che parlare di chiusure ormai è fuori luogo – ha detto Carloni – Dobbiamo cercare di gestire la pandemia mettendo in sicurezza le persone che stanno male, che vanno curate, cercando di ampliare il più possibile la fascia dei vaccinati, perché tutti i dati dimostrano che una persona vaccinata, se riprende il covid, ha comunque un impatto molto minore rispetto a chi non è vaccinato, lo dicono i dati scientifici».

L’assessore ha sottolineato «quello che dobbiamo fare noi come regolatori è evitare che si possa rischiare un’altra chiusura, che la nostra economia non riuscirebbe a sopportare» ed ha evidenziato che se da un lato le attività di pubblico spettacolo, e altre di somministrazione o di intrattenimento «rappresentano potenziali rischi» dall’altro è pur vero che «su tanti fronti non c’è la stessa attenzione» e «certe volte ho visto un accanimento terapeutico su alcuni settori che onestamente è ingiustificato. Anche perché la legittimazione delle imprese del ballo a lavorare è esattamente uguale a quella delle altre imprese».

Green pass e luoghi di lavoro

Sul Green pass per i luoghi di lavoro, chiesto a livello nazionale da Confindustria, Carloni ha spiegato: «Non credo che un datore di lavoro possa imporre di fare il vaccino, ma certamente è responsabilità di ognuno farlo e credo che chi non lo fa (vaccinarsi, ndr.), pur potendo farlo, ha un atteggiamento egoistico perché la sua mancata vaccinazione, che è un diritto che esercita, mette a rischio la salute degli altri».

Secondo l’assessore «ci sono due diritti: il diritto a vaccinarsi, che non è un dovere, e dall’altro quello di tutelare il luogo di lavoro e anche l’impresa in generale». Tuttavia «credo che sia una questione più di “moral suasion” (persuasione, ndr.), non possiamo obbligare», ma «chi non si vaccina si assume la responsabilità per sé, ma anche per gli altri».

Secondo Carloni «bisogna affidarsi alla scienza, alla ricerca e alla medicina, per trovare una soluzione» e «vaccinarsi il più possibile», questo l’appello che rivolgerebbe ai lavoratori. «Una società matura come la nostra – prosegue – dovrebbe riuscire a capire che pur mantenendo il rischio connesso alle vaccinazioni», sempre presente anche se in percentuali basse, «tutte le grandi malattie e le pandemie dell’umanità sono state».

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