Ancona-Osimo

Green pass alla “francese”? Nelle Marche la politica si divide

Dopo che Macron ha annunciato l’obbligo del green pass per accedere a ristoranti e trasporti, ottenendo una pioggia di prenotazioni per la vaccinazione, è scattato il pressing da parte di alcune forze politiche. Ecco le reazioni dei politici marchigiani

ANCONA – Divide la politica il green pass “alla francese”. Dopo che Macron ha annunciato l’obbligo del certificato verde per accedere a ristoranti e trasporti, ottenendo come riscontro una pioggia di prenotazioni per la vaccinazione contro il covid, è scattato il pressing da parte di alcune forze politiche e di alcuni governatori per spingere l’acceleratore sul processo di immunizzazione prima che arrivi l’autunno con il rischio di nuove ondate pandemiche e varianti del virus. 

In Francia per poter accedere a bar, ristoranti e centri commerciali, o per viaggiare sulle lunghe percorrenze, come in aereo, treno e pullman, sarà necessario avere il green pass, il documento che certifica l’avvenuta vaccinazione, un tampone negativo o la guarigione dall’infezione. Una decisione, quella di Macron, presa per giocare d’anticipo dopo l’aumento dei contagi dovuto alla variante Delta con il timore di una quarta ondata.

Saltamartini: «Competenza dello Stato»

L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini sentito sull’argomento ha ricordato che «la Regione non ha potere di intervento in materia» dal momento che «in materia di epidemia la competenza è sempre dello Stato». 

Morani, Pd: «Modo per tutelare la salute degli italiani» 

Un commento politico lo esprime invece la parlamentare del Pd Alessia Morani, secondo la quale «l’utilizzo in Italia del green pass sul modello francese per le attività che implicano la socialità (bar, ristoranti, palestre, cinema, musei ecc) sarebbe il modo per tutelare la salute degli Italiani ed evitare altre chiusure in caso di recrudescenza dei contagi».

Emanuele Prisco, parlamentare Fdi e coordinatore regionale

Prisco, FdI: «Sulla libertà non si scherza e non si arretra»

Solleva «dubbi» sulla costituzionalità della misura il coordinatore regionale e parlamentare di Fratelli d’Italia Emanuele Prisco, che pone l’accento anche sulle norme relative alla privacy. «Al di là della fattibilità tecnica – dichiara – credo sia sbagliato immaginare una società in cui lo Stato controlla ogni aspetto della società. Come giustamente ha detto Giorgia Meloni sembra un’idea che prelude ad una società Orwelliana incompatibile con i principi di libertà occidentali. Questo non significa che non dobbiamo convincere gli italiani a vaccinarsi, magari semplificando le modalità in periodo estivo anche fuori regione; diverso è il pass per accedere alla vita sociale. Sulla libertà non si scherza e non si arretra».

«Modello Macron pura follia» per Augusto Marchetti (Lega)

Va dritto al punto Augusto Marchetti, commissario regionale Lega: «Il “modello Macron” è pura follia. Se qualcuno sta valutando di replicarlo in Italia, come Lega siamo pronti a combattere per impedirlo, e non arretreremo di un millimetro – spiega -. Il provvedimento d’oltralpe, oltre a rappresentare un’assurda violazione della libertà, sarà causa di ulteriori problemi per il settore della ristorazione, già in seria difficoltà a causa delle chiusure dei mesi scorsi. Non possiamo permettere che il valore cardine della nostra democrazia, la libertà, venga soppressa in nome della lotta al Covid. Fare il massimo per contrastare la pandemia è un dovere di ciascun cittadino, restare liberi, un diritto di tutti».

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