Ancona-Osimo

Giornata Mondiale del Rifugiato, l’Ambasciata dei Diritti delle Marche: «Non c’è più solidarietà e vicinanza»

L'associazione che si occupa di diritti spiega che anche Ancona è attraversata da alcune centinaia di rifugiati, provenienti per lo più da Pakistan, Afghanistan, Somalia, Kurdistan

Gli attivisti dell'Ambasciata dei Diritti Marche (immagine di repertorio)

ANCONA – «Oggi non vi è più la solidarietà e la vicinanza verso chi scappa dai propri paesi a prescindere dai motivi che lo hanno messo in viaggio: sempre di più il rifugiato è vissuto come un problema, come colui che, sfruttando delle tutele della normativa, fa il ‘furbo’ per entrare in Europa». È la riflessione di Danilo Burattini dell’Ambasciata dei Diritti delle Marche in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che ricorre oggi – 20 giugno.

Nel 2022, spiega, su 27milioni di rifugiati nel mondo «circa 1milione hanno chiesto asilo in Europa, 77mila in Italia, lo 0,13% rispetto alla popolazione, 217mila in Germania, 137mila in Francia e 116mila in Spagna. Questa bassissima percentuale – osserva – contrasta fortemente con il sentire percepito della fantomatica ‘invasione’. Eppure, attorno a questi numeri, tutt’altro che allarmanti, si creano continuamente dibattiti come se il primo problema del nostro Paese fossero i rifugiati».

Secondo l’associazione invece i problemi del Paese sono altri e sono «la devastazione del territorio, la povertà sempre più diffusa e l’impossibilità per i giovani di intravvedere un futuro dignitoso». «Nel suo piccolo – aggiunge – anche Ancona è attraversata da alcune centinaia di rifugiati, provenienti per lo più da Pakistan, Afghanistan, Somalia, Kurdistan».

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Immagine di repertorio

Non tutti però, come più volte evidenziato dall’Ambasciata dei Diritti anche in passato, vogliono rimanere in Italia, per molti il Paese sarebbe più un punto di accesso per altre aree del Vecchio Continente. «Alcuni di loro scelgono di restare qui, altri invece preferiscono andarsene: tra quelli che restano – osserva – c’è anche chi come Abul (nome di fantasia, ndr) decide di aiutare chi altri che come lui hanno dormito per strada, che hanno sofferto per la perdita dei propri cari o che si sono messo in viaggio a piedi da giovanissimi, attraversando Continenti a vent’anni, tra zone di guerra e di povertà, con alle spalle spesso una storia di sofferenze, conservando la forza di aiutare gli altri».

Una storia, quella di Abul, che secondo Burattini rende anche la dimensione e l’idea «di quanto povera sia diventata la ‘ricca’ Europa». L’Ambasciata dei Diritti delle Marche ricorda poi alcuni eventi emblematici, come la strage in Grecia al largo del porto di Pylos, il naufragio al largo della costa di Cutro solo «le ultime terribili».

Per l’associazione «la disumanizzazione, il razzismo sistemico producono individui che possono tranquillamente morire senza produrre nessun tipo, di conseguenza, nel sentire comune» incalza, ricordando che il rifugiato rappresenta ormai «una categoria che è stata svuotata del tutto dai suoi valori originari».


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