Ancona-Osimo

Giornata mondiale dei bimbi nati prematuri, il prof. Carnielli: «Servono centri multidisciplinari ad hoc»

Il reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell'ospedale Salesi di Ancona è stato addobbato di viola per accendere i riflettori su una condizione che interessa il 7% di tutti i nati. Ne abbiamo parlato con il primario Virgilio Carnielli

ANCONA – L’ospedale Salesi di Ancona si è tinto di viola per la giornata mondiale della prematurità. Il reparto di Terapia Intensiva Neonatale, guidato dal professor Virgilio Carnielli, è stato addobbato e abbellito dall’associazione di volontariato “Prima del Tempo”, costituita da genitori e professionisti, per fornire supporto morale, psicologico e sostengo alle famiglie dei nati pre-termine.

La vicepresidente dell’associazione, Clementina Rondina, medico presso il reparto, sottolinea che le famiglia dei bambini nati pre-termine vivono un impatto emotivo molto forte, i cui effetti si manifestano non solo durante la fase di ricovero dei figli, che può durare spesso diversi mesi, ma anche una volta a casa per questo «hanno bisogno di supporto piscologico».

Clementina Rondina, vicepresidente associazione “Prima del Tempo”

Per quanto riguarda i bambini, invece, dopo la fase ospedaliera, una volta rientrati a casa, hanno spesso bisogno di terapie riabilitative, ecco perché l’associazione “Prima del Tempo” intende mettere in campo un progetto di Home Visiting, per terapie domiciliari gratuite da parte di specialisti. Una iniziativa che intendono far partire già da gennaio. Servono però risorse e per domenica 20 novembre è prevista una pedalata, alla quale hanno aderito le diverse associazioni del territorio, che partirà da alcuni comuni del pesarese per giungere a Fano. I fondi raccolti saranno interamente devoluti al progetto.

L’iniziativa in viola al Salesi, vuole accendere i riflettori su una condizione «molto frequente, che interessa il 7% di tutte le nascite» come spiega il primario Carnielli. La medicina anche in questo campo ha compiuto grandi progressi così come le terapie rivolte a questi nati, venuti alla luce prima della 37esima settimana di gestazione, e questo ha portato alla «sopravvivenza di quasi tutti i bambini nati pre-termine».

Virgilio Carnielli, primario Terapia Intensiva Neonatale del Salesi

Si tratta però di bambini che «hanno bisogno di essere attenzionati almeno per i primi 14 anni della loro vita, la società attuale però non è completamente attrezzata per questo».

Il primario fa infatti notare che 20 anni fa i nati prima della 37esima settimana di gestazione non avevano le stesse chance di sopravvivenza e la possibilità di «condurre una vita assolutamente normale come avviene oggi nella grandissima maggioranza dei casi», comporta la necessità di rivedere l’attuale modello di presa in carico presente sul territorio, creando «centri multidisciplinari» ad hoc. 

Centri nei quali possano operare in stretta sinergia team dedicati, costituiti da diversi professionisti: neonatologo pediatra, fisioterapista, neuropsichiatra infantile, psicologo ed altri ancora.

Insomma delle strutture che sappiano «intercettare e gestire tempestivamente» le problematiche che possono evidenziarsi, così da evitare alle famiglie di dover ricorrere a trattamenti dispendiosi e senza una strategia comune di intervento, lasciandole allo sbando e in preda alla frustrazione.

«Si tratta del più importante investimento che possa attuare la sanità, specie in una epoca nella quale la natalità è bassa e si sta abbassando ulteriormente». Se in ambito ospedaliero i progressi sono brillanti e concreti, «occorre accompagnare questi bambini una volta usciti dalle strutture» con un percorso sul territorio.

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