Ancona-Osimo

Effetto pandemia sull’Hiv, Giacometti: «Nel 2020 crollo delle nuove diagnosi, nelle Marche -57%»

La pandemia di Covid fa sentire il suo effetto anche sulle nuove diagnosi di Hiv che nel 2020 segnano un crollo nelle Marche, più vistoso di quello nazionale

ANCONA – «Nel 2020 c’è stato un crollo delle nuove diagnosi di infezione da Hiv rispetto all’anno precedente: nelle Marche la riduzione ha toccato il 57%, un calo più importante di quello registrato a livello nazionale che si è fermato al 47%». A riferire il dato è il professor Andrea Giacometti, primario della Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, nella Giornata mondiale contro l’Aids che ricorre il primo dicembre di ogni anno.

Complessivamente nelle Marche le nuove diagnosi di Hiv sono state 24, un numero molto esiguo rispetto a quanto emergeva in passato. «Gli anni  precedenti vedevamo numeri molto più grandi – spiega – eravamo intorno ai 100 casi».  Un crollo che il primario motiva soprattutto con l’avvento della pandemia.

«Il Covid-19 ha frenato l’accesso agli ambulatori e ai test clinici – spiega – e anche nei mesi successivi al lockdown c’era un certo timore nel recarsi in ospedale». Insomma le infezioni non si sono ridotte, ma non sono state diagnosticate a causa delle difficoltà ad accedere alle strutture ospedaliere per effettuare gli screening.

Andrea Giacometti, primario Clinica Malattie Infettive Torrette

Camper per diagnosi con salivari

E proprio per intervenire sul blocco creato dalla pandemia, Luca Saracini che dirige la casa alloggio “Il Focolare” di Varano, che dà ospitalità a sieropositivi e malati con Aids, ha lanciato l’iniziativa del camper per i test salivari che diagnosticano le malattie sessualmente trasmissibili, fra le quali Hiv ed Epatite C. Il camper sarà il primo e il 2 dicembre ad Ancona davanti al Teatro alle Muse.

Una iniziativa importante, come spiega Giacometti, perché «se aumentano le persone che non sanno di essere positive, c’è da aspettarsi, nei prossimi mesi ed anni, un nuovo aumento delle infezioni. Il 70-80% delle nuove infezioni sono trasmesse dalle persone sieropositive che non sanno di esserlo».

Le terapie impiegate e i nuovi farmaci

Dal 1981 l’Aids ha ucciso oltre 25milioni di persone nel Mondo, diventando una delle epidemie più distruttive che la storia abbiamo mai visto, anche più della pandemia di SARS CoV-2 che ad oggi ha fatto più di 5milioni di vittime nel mondo.

La scienza però ha compiuto passi da gigante, ottenendo successi importanti nella riduzione della diffusione dell’infezione da Hiv. Merito degli antiretrovirali, potenti antivirali: il primo venne introdotto nel 1987, dieci anni dopo arrivò una nuova categoria di farmaci, gli inibitori della proteasi, mentre negli ultimi anni sono state introdotte altre nuove classi di farmaci antiretrovirali, fra i quali gli inibitori della fusione, gli inibitori della integrasi, gli inibitori del Ccr5.

Il virus dell’Hiv, come quello Covid, a causa della forte tendenza alla mutazione, richiede farmaci sempre nuovi e somministrazioni di più classi di antiretrovirali in terapia combinata. Oggi, spiega Giacometti «abbiamo terapie veramente efficaci e questo rende non più trasmissibile il virus da parte delle persone sottoposte a cura, tanto che il preservativo non è più consigliato nelle coppie discordanti, ovvero quelle dove una persona è sieropositiva e l’altra non lo è».

In pratica con una sola compressa al giorno, la carica virale si abbassa così tanto da non rendere più rintracciabile il virus nel sangue, neanche con l’amplificazione genica, e questo rende l’infezione non più trasmissibile, anche senza l’impiego della protezione (profilattico) nelle persone sottoposte a terapia.

Il problema delle infezioni “sommerse”

«Il fatto che il 70-80% dei sieropositivi vengono individuati e curati – osserva – rende meno probabile l’infezione, ma c’è sempre un 20-30% di persone che non sanno di essere positive e che bisognerebbe intercettare, incrementando gli screening, per evitare la diffusione del virus».

Insomma un “sommerso” che è responsabile, inconsapevolmente, nelle nuove infezioni. Per questo secondo il primario è necessario rafforzare il personale negli ambulatori dedicati alle diagnosi, ampliare gli orari di apertura e moltiplicare le iniziative di sensibilizzazione allo screening.

E propri per sottolineare l’importanza della prevenzione, il 3 dicembre dalle 11 alle 13 in Comune ad Ancona, il professor Giacometti, insieme al professor Marcello Tavio, primario della Divisione di Malattie Infettive di Torrette, e Luca Saracini de “Il Focolare” parleranno di Hiv.

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