Ancona-Osimo

Ancona, gestore unico rifiuti, la sindaca Mancinelli: «Tre strade per proseguire»

Il primo cittadino dorico ha risposto stamattina a un'interrogazione in consiglio comunale da parte di Susanna Dini e Arnaldo Ippoliti

La sindaca Valeria Mancinelli, presidente Anci Marche

ANCONA – In consiglio comunale si parla ancora di gestore unico dei rifiuti. È di una settimana fa la decisione della Corte dei Conti di bocciare l’idea di un gestore unico nella provincia di Ancona. La magistratura contabile, infatti, ha rilevato la non conformità della delibera dello scorso 28 gennaio del consiglio comunale di Ancona, che, insieme a diversi altri Comuni aveva dato seguito all’approvazione del progetto in Ata, Assemblea territoriale d’ambito, lo scorso dicembre. Il progetto di Ancona e altri comuni come Jesi e Osimo, prevederebbe l’affidamento del servizio per quindici anni ad una nuova impresa, la Corum scarl, che sarebbe formata da VivaServizi (75%), Ecofon Conero (12,5%) e JesiServizi (12,5%) che che potrebbe ricevere in appalto lo smaltimento e la gestione di 218mila tonnellate annuali di rifiuti. La questione è estremamente calda e attuale: la Corum avrebbe dovuto subentrare con il primo aprile, vista l’impossibilità di farlo, dettata dall’alt (non vincolante) imposto dalla Corte dei Conti e da altri ritardi, e l’Ata Rifiuti proprio ieri ha deciso di deliberare una nuova proroga per altri tre mesi, dopo quella deliberata a fine dicembre scorso, per evitare che la spazzatura resti per le strade delle città coinvolte dall’operazione.

Sulla questione, tra l’altro, il consigliere comunale Arnaldo Ippoliti ha promesso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, e nei giorni scorsi ci sono state numerose dichiarazioni contrarie da parte di esponenti e amministratori locali del centrodestra. Stamattina un’ulteriore tappa della vicenda in consiglio comunale, dove la sindaca Valeria Mancinelli ha risposto a un’interrogazione dello stesso Arnaldo Ippoliti e della consigliera Susanna Dini: «Dopo la bocciatura della Corte dei Conti chiedo quanto hanno percepito come compenso i tecnici incaricati per la realizzazione del progetto relativo al gestore unica rifiuti – ha detto Ippoliti – e chiedo se l’attuale amministrazione comunale ha intenzione comunque di proseguire con il suo progetto oppure raccogliere i suggerimenti della cittadinanza, della stessa magistratura contabile e degli altri Comuni e valutare altre ipotesi e, nel caso, quali. Inoltre chiedo se la sindaca Mancinelli ha intenzione di chiedere le dimissioni del presidente Ata Rifiuti Carnevali, del direttore Cenerini e di tutti i vertici Ata».

«L’amministrazione comunale di Ancona e gran parte del 35 Comuni che in assemblea Ata lo scorso dicembre hanno votato a favore dell’affidamento del servizio interno a un gestore pubblico e locale, sono rimasti sorpresi dal parere negativo espresso dalla Corte dei Conti – ha spiegato nel dettaglio la sindaca Valeria Mancinelli – . Stupiti perché in realtà il procedimento amministrativo che ha portato a dicembre a votare quella delibera era stato costruito su due pilastri, dal punto di vista amministrativo: primo, sulla sentenza del novembre 2018 da parte del Consiglio di Stato che ha definito il precedente contenzioso, dicendo cosa era sbagliato nel precedente procedimento e cosa era giusto. Una delle cose su cui s’era espressamente prevista la sentenza del Consiglio di Stato nel 2018 era proprio sulla società consortile così costituita, con quei soggetti soci. Il percorso arrivato a conclusione è stato costruito sulla base di quella sentenza. Di più: l’assemblea dell’Ata, viste le precedenti esperienze, già un anno fa aveva deliberato che in tutto il percorso amministrativo fossimo assistiti dall’Anac, che oltre a fare controlli e verifiche successive, per legge può fare una sorta di tutoraggio delle amministrazioni alla costruzione di percorsi amministrativi. E questo è avvenuto formalmente, compreso il passaggio sulla società consortile».

La sindaca ha dunque concluso spiegando il da farsi, tre le strade possibili: «Detto questo, tenendo nel dovuto conto il parere stesso, stiamo riflettendo su come superare queste criticità. La legge prevede che questo parere della Corte dei Conti sia obbligatorio, nel senso che bisogna chiederlo, ma non è vincolante nel merito. Dunque teoricamente i singoli consigli comunali potrebbero andare avanti sulla stessa delibera, senza modificarla di una virgola, motivando il perché si discostano dal parere della Corte dei Conti. Stiamo dunque riflettendo se seguire questa strada oppure se rifare la delibera, rivederla alla luce dei punti di criticità sottolineati dalla Corte dei Conti, ovviamente in questo caso sottoponendo alla Corte una nuova delibera, oppure se mandare avanti lo stesso progetto di gestione in house prevedendo un coordinamento tra le tre società pubbliche con altri strumenti giuridici. Tre percorsi, naturalmente, tutti da vagliare nel merito e da concordare con una parte significativa dei Comuni interessati. Ad oggi di queste tre strade non se n’è ancora scelta una. Quanto ai costi, l’Ata, e non il Comune di Ancona, ha avuto un costo totale di circa 30mila euro per apporti specialistici di professionisti che hanno dovuto verificare il piano economico finanziario».

La replica del consigliere Arnaldo Ippoliti è stata chiara: «Ascoltando il sindaco resto senza parole. Ha proposto in consiglio comunale una delibera che ha rappresentato come necessaria e urgente che alla fine dei fatti la Corte dei Conti ha bocciato. Adesso dice che valuta possibilità di come andare avanti, ma la delibera spiega che in caso di bocciatura della Corte dei Conti deve essere presentata una nuova delibera. E’ alla luce del sole una bocciatura piena di questa delibera comunale. La sindaca parla di 30mila euro di consulenze, ma l’Ata prende i soldi anche dal Comune di Ancona, con ulteriore aggravio di spese per tutti i cittadini».

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