Ancona-Osimo

Fuga da monossido in casa, mamma e figlio stanno migliorando. Il centro iperbarico: «Rapidità fondamentale»

Erano rimasti intossicati nell'appartamento di via Cupramontana ad Ancona, stanno meglio e dovrebbero rientrare già oggi in città

L'appartamento di via Cupramontana dove è avvenuta la fuga di monossido di carbonio

ANCONA – Stanno meglio e potrebbero rientrare ad Ancona già nel pomeriggio di oggi 13 marzo dal centro iperbarico di Ravenna mamma e figlio rimasti intossicati da esalazioni di monossido di carbonio nell’appartamento di via Cupramontana ad Ancona, dove nella serata di ieri ha perso la vita Giorgio Paladini di 79 anni.

La tragedia si era consumata poco dopo l’ora di cena e a dare l’allarme era stato l’amico del figlio 49enne della coppia di coniugi, lui deceduto e lei intossicata, preoccupato dal fatto che nessuno rispondesse alla porta e alle telefonate, quando tutta la famiglia era in casa.

Nella notte con due voli di Icaro 02 mamma e figlio erano stati trasferiti dal Pronto Soccorso dell’ospedale regionale di Torrette al centro iperbarico di Ravenna. Qui sono stati sottoposti a due sedute di ossigeno terapia iperbarica. 

«Stanno migliorando grazie anche alla rapidità del soccorso gestito in sinergia dal dipartimento del 118 di Ancona e quello di Ravenna – dichiara il dottor Pasquale Longobardi, direttore sanitario del Centro Iperbarico di Ravenna – , intervenire in tempi rapidi in questi casi è fondamentale in quanto l’intossicazione da monossido di carbonio blocca il trasporto dell’ossigeno e in questo modo lascia senza energia cervello e cuore».

La «rapidità della catena tra le Marche e la Romagna» con il volo notturno dell’elisoccorso di Ancona, guidato dal primario Germano Rocchi, «ha fatto si che siamo potuti intervenire tempestivamente».

Mamma e figlio non sanno ancora della morte del loro familiare e con i sanitari si sono detti meravigliati ed amareggiati dell’accaduto dal momento che avevano contattato l’assistenza tecnica per far controllare la caldaia, e i tecnici avrebbero assicurato che andava tutto bene. Il figlio ha riferito di essersi sentito molto stanco nel pomeriggio e per questo era andato a riposarsi. Sulla vicenda farà luce una inchiesta.

Il monossido di carbonio è un gas tossico, incolore, inodore, che non viene percepito e per questo è un nemico invisibile può diventare letale, come lo è stato per Giorgio Paladini: una volta respirato si lega all’emoglobina presente nel sangue, impedendo il normale afflusso di ossigeno agli organi e ai tessuti.

«I due pazienti sono stati sottoposti a terapia con ossigeno durante il trasporto, poi a terapia iperbarica, ovvero ossigeno sotto pressione, per bloccare l’infiammazione che si produce» spiega il dottor Longobardi.

Al centro iperbarico di Ravenna sono due le stanze da 15 posti ciascuna: qui «la pressione viene aumentata di due volte e mezzo, questo fa sì che il sangue riesce a riportare ossigeno al cervello bloccando l’infiammazione. Senza ossigeno iperbarico – prosegue – il cervello riporterebbe danni».

Il dottor Longobardi rivolge un appello alla popolazione a fare attenzione: «Bisogna stare attenti quando in uno stesso appartamento più persone accusano malori, specie se si tratta di soggetti con metabolismo più elevato come i bambini e gli animali». Tra i campanelli d’allarme che possono segnalare una intossicazione da monossido di carbonio ci sono il vomito nei bambini, cefalea, nausea e vertigini negli adulti, sintomi che possono essere facilmente confusi con quelli di una malattia virale o di una sindrome influenzale.

«Quando più persone accusano questi sintomi – conclude – bisogna immediatamente ventilare l’ambiente» e chiamare i tecnici per una verifica.

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