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Export Marche, l’economista Lo Turco (Univpm): «Prospettive dipenderanno da diversificazione e differenziazione»

Secondo gli ultimi dati Istat, le Marche nel IV trimestre del 2023 hanno registrato la flessione più ampia dell'export, insieme alla Sardegna che detiene la maglia nera in questo senso

ANCONA – «Le prospettive per l’export marchigiano dipenderanno dalle strategie attuate dalle imprese, ma anche dai due conflitti in atto (Russia-Ucraina e Crisi in Medio Oriente) che non sappiamo fino a che punto le coinvolgeranno né quanto dureranno». L’economista Alessia Lo Turco, docente di Economia politica all’Università Politecnica delle Marche, traccia le possibili prospettive per le Marche nell’anno in corso sul fronte delle esportazioni.

Secondo gli ultimi dati Istat, le Marche nel IV trimestre del 2023 hanno registrato la flessione più ampia dell’export (-12,3%), insieme alla Sardegna che detiene la maglia nera in questo senso (-24,2%), a Valle d’Aosta (-21,5%), Sicilia (-16,6%), Friuli-Venezia Giulia (-13,6%) e Lazio (-9,7%).

Nel Paese l’aumento delle esportazioni è risultato essere più marcato per il Sud (+16,9%) e più contenuto per il Nord-ovest (+2,4%), mentre si registra una flessione per il Nord-est (-0,8%) e il Centro (-3,1%) e una netta contrazione per le Isole (-19,2%). Tra le regioni più dinamiche ci sono Campania (+29,2%), Calabria (+22,7%), Molise (+21,0%), Abruzzo (+13,6%), Piemonte (+7,3%), Basilicata (+5,4%) e Toscana (+4,7%).

La contrazione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna (per 0,7 punti percentuali) e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche e Lazio (per 0,6 punti percentuali) contribuisce a frenare l’export nazionale. Nell’intero anno, i contributi positivi maggiori all’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+392,0%), della Campania verso Svizzera (+99,7%) e Stati Uniti (+54,5%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+22,6%) e del Piemonte verso Francia (+15,2%), Germania (+9,3%) e paesi Opec (+33,8%).

L’economista Alessia Lo Turco

«Le Marche – prosegue l’economista – guidano la crescita dell’export verso la Cina, questo è un dato importante, anche se le prospettive sono incerte per la situazione geopolitica. Molto dipenderà dalle strategie che adotteranno le imprese in termini di diversificazione sui mercati esteri e di differenziazione dei prodotti».

Per la professoressa Lo Turco, infatti, la strada maestra è quella che porta alle imprese a specializzarsi in prodotti di nicchia, percepiti dai consumatori come diversi rispetto agli altri e di maggiore qualità». Secondo i dati Istat, a condizionare l’economia nazionale in negativo sono state le minori esportazioni della Toscana verso la Svizzera (-38,1%), delle Marche verso Belgio (-64,0%), Germania (-39,0%) e Stati Uniti (-29,6%), della Lombardia verso la Germania (-8,4%) e del Lazio verso il Belgio (-23,4%).

Ascoli Piceno è tra le province italiane che nel 2023 contribuiscono negativamente insieme a Siracusa, Cagliari, Brescia e Roma. Il Centro e il Nord-ovest sono le aree che sostengono maggiormente la crescita congiunturale dell’export nazionale. Marche e Lazio contribuiscono alla flessione per il Centro. «La tendenza negativa della provincia di Ascoli Piceno è legata alla congiuntura farmaceutica e alle singole evoluzioni delle imprese farmaceutiche che segnano un calo delle vendite».

«Settori come abbigliamento e pelletteria – aggiunge – mostrano invece un miglioramento grazie alle strategie di diversificazione e differenziazione dei prodotti. Se le politiche macroeconomiche di riduzione dei tassi – spiega – saranno attuate, ne deriverà una maggiore disponibilità economica per le famiglie e una conseguente ripresa dei consumi e quindi della domanda».

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