Ancona-Osimo

Ancona, ex compagni di classe si ritrovano dopo 40 anni: «Quanti ricordi al Rinaldini»

Cena di classe a distanza di 40 anni dalla maturità per i ragazzi della terza A. Un'avventura iniziata nel 1978, al liceo classico di Ancona. Il commovente ricordo per Michele, stroncato dal covid

La rimpatriata dopo 40 anni

ANCONA – La terza A del liceo classico Rinaldini si riunisce dopo 40 anni. La cena al ristorante SopraVento di via Offagna, tra ricordi e pagine ingiallite di un diario indimenticabile. I compiti in classe, le verifiche a sorpresa e le interrogazioni insieme.

Gioia, abbracci e momenti indimenticabili quelli vissuti dai 23 alunni del liceo classico Rinaldini. La terza A, che si era sciolta nel lontano 1983, dopo la maturità, si è ritrovata insieme ieri (venerdì 17 novembre). Sui visi di Alessandra, Michele, Luca, Roberto e tanti altri, solo qualche ruga in più.

Ma che vuoi che sia il segno del tempo di fronte alla spensieratezza di ritrovarsi ancora. La clessidra, gli allievi della mitica prof. Liberatore, un’istituzione ad Ancona, l’hanno capovolta per una sera. A dire il vero, a cena, non c’erano proprio tutti.

La storica foto di classe

Seduti al tavolo, ecco Daniela Baldini, Eleonora Rinaldi, Andrea Burattini, Maria Rita Tancredi, Roberto Staffolani, Roberto Pierani, Antonella Bozzi, Ilaria Ciarletta, Alessandra Maltoni, Francesca Rossini, Fabiana Beccaceci, Francesca Sorbatti, Gigliola Giulietti, Adelina De Cosmo, Luca Fanciulli, Barbara Neri, Alberto Cagliozzo, Claudia Marinucci, Claudia Giammarchi, Michele Miglione, Sabina Bruschi, Paolo Guidi e Luca D’Andrea.

Ma Michele Mariani no. Lui, purtroppo, non ci poteva essere. Il covid se l’è portato via nei momenti più bui della pandemia. Per Michele, il suo compagno di banco, Alberto, ha scritto un pensiero, che ha letto Roberto. E giù a piangere.

«Michele? Un artista dagli occhi azzurri, indifeso e fragile, questo è il ricordo che ho di lui – ha fatto sapere Alberto –. Un talento, un artista dalla capacità creativa unica ed esplosiva. Disegnava i suoi personaggi fantastici in ogni situazione, in ogni dove prima delle lezioni, durante le lezioni, dopo le lezioni, creava senza sosta. Nella tensione più assoluta dei compiti in classe me lo ritrovavo a fianco che serenamente disegnava le sue creature su qualsiasi cosa avesse tra le mani».

E quanti ricordi nel capo da calcio a giocare a pallone, quando ancora il calcio a 5 non era conosciuto e praticato come oggi. «Eravamo tutti, o quasi, innamorati di sport. Quello scritto, parlato e litigato. In palestra quella volta ci facevano fare soprattutto gli sport educativi, pallavolo e ginnastica, ma la nostra vera passione era il calcio, che spesso ci veniva consentito durante l’ora di educazione fisica nella sua forma indoor del calcio a 5 che ancora non era diventato lo sport autonomo che conosciamo oggi».

«Negli anni in cui frequentavamo il liceo, si è iniziato ad organizzare il torneo di istituto. In campo, scomparivano le differenze fra timidi e sfrontati, tra chi andava bene a scuola e chi meno. Tutti vestiti con la mitica maglia rossa Admiral che, come per incanto, è riapparsa nella chat dei compagni dell’allora III A. Eravamo pronti a sfidare le altri classi e a vincere. Avevamo un portiere improbabile, una futura star del calcio a 5 locale un pallavolista surfista, un giovane atletico tanto desiderato dalle ragazze ed un timido ma bravo scuola che aveva sempre sognato di giocare a calcio. Siamo riusciti a vincere due volte il titolo di istituto e soprattutto ci siamo divertiti, ci siamo scontrati con gli altri ma in palestra siamo stati uniti. Quello che non sempre eravamo in classe a causa delle tante aspettative che il liceo imponeva. Certo poteva capitare che mentre il prof. Giorgi discettava di gruppi muscolari noi, per simulare qualche azione spettacolare vista alla Domenica sportiva, rompessimo qualche vetro della palestra, ma tutto veniva perdonato».

Una foto ricordo dopo la cena a distanza di 40 anni

Le sgasate in motorino, la campanella che trillava l’ora di inizio e di fine delle lezioni, scandendo ˊi migliori anni della nostra vitaˊ, per dirla come Renato Zero. E pensare che Sabina Bruschi, con quella classe, ci ha condiviso solo un anno del suo percorso scolastico. Ma è tornata appositamente da Roma per i 22 ex alunni che si iscrissero al Rinaldini nel ’78.

Eccola l’Ancona d’altri tempi. Quella dei prof Filippi, Giorgi (di ginnastica), Fancello (di filosofia), di Giuliana Cavezzali (che insegnava latino e che è deceduta tempo fa) e del prof Piazza, di italiano. Della docente Magistrelli, oggi nota penalista ed ex senatrice, che ai tempi in cui insegnava religione. Indelebili le docenti Belvederesi e Fiorani, severe ma giuste, che insegnavano matematica e fisica, tra conti, calcolatrici e formule. Al ginnasio, le femmine portavano tutte il grembiule nero, i maschi no. La classe aveva persino una maglietta bianco rossa per giocare a calcio. Erano davvero altri tempi. E quanti ricordi con la mitica prof Liberatore, una delle più temute dai ragazzi.

Un’altra epoca, fatta di storie e di amori, di dolori e di sogni. E chissà se quei ragazzi i loro sogni poi siano riusciti a realizzarli. Della cena di ieri restano due foto. Una in bianco e nero, di 40 anni fa, e una a colori. I sorrisi sono gli stessi.

Scatti e ricordi che adesso quei 23 ex ragazzi potranno incollare su un altro diario. Quello del 2023, con le pagine bianche ancora tutte da scrivere…

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