Ancona-Osimo

Epilessia, al Salesi più di mille bambini in trattamento. La neuropsichiatra infantile: «Farmaci di ultima generazione»

Nella giornata internazionale per l'epilessia, la dottoressa Marini, direttrice della neuropsichiatria Infantile dell'ospedaletto di Ancona, fa il punto su terapie e servizi

ANCONA – Sono più di mille i bambini affetti da epilessia in carico all’Ospedale Salesi di Ancona dove è presente il Centro Regionale per la diagnosi e cura dell’epilessia infantile. A fornire il dato è la dottoressa Carla Marini, direttrice della struttura operativa dipartimentale di neuropsichiatria Infantile del Salesi, nella giornata internazionale per l’epilessia che ricorre oggi 14 febbraio.

Alla struttura, centro di riferimento regionale ed extraregionale, afferiscono bambini e ragazzi dagli zero ai 18 anni, provenienti anche dalle regioni limitrofe, quali Abruzzo, Umbria, Puglia, Molise e parte dell’Emilia Romagna. Il centro è infatti specializzato nella gestione delle epilessie farmacoresistenti ed riconosciuto come centro avanzato (II Livello) sul panorama nazionale dalla Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE).

Una malattia cronica cerebrale, che in Italia si manifesta in circa 500mila  persone, che si caratterizza per crisi epilettiche ricorrenti, e che interferisce su molti aspetti della vita quotidiana della persona che ne soffre, non solo per gli aspetti sanitari, ma anche per quelli relazionali: impatta sulla scuola, sullo sport e nel mondo del lavoro. Inoltre le crisi epilettiche, sintomo della malattia, creano «una condizione che ancora nel 2022 stigmatizza il bambino o l’adulto che ne è affetto».

Dopo una riduzione degli accessi legata alle prime fasi della pandemia, nel 2021 la situazione si riportata verso una maggiore normalità e i numeri sono tornati ad essere quelli pre-pandemici. «Ad Ancona trattiamo tutti i tipi di epilessia – spiega la dottoressa Marini – dalle più benigne a quelle più complesse ed abbiamo un servizio di neurofisiologia con cui eseguiamo registrazioni elettroencefalografiche, anche prolungate, per monitorare l’epilessia nel bambino, giorno e notte, con l’obiettivo di cercare una cura appropriata».

Nella struttura è presente un macchinario di ultima generazione per l’elettroencefalogramma poligrafico, che monitora anche l’attività di muscoli, cuore ed apparato respiratorio, durante le crisi epilettica, uno strumento donato dalla Fondazione Patronesse del Salesi.

La dottoressa Carla Marini, direttore della struttura operativa dipartimentale di neuropsichiatria Infantile del Salesi

«Esistono moltissimi tipi di epilessia – precisa – e anche le cause sono estremamente molteplici, riconducibili sostanzialmente a cause genetiche, o strutturali come per esempio infezioni cerebrali, tumori, lesioni vascolari, sofferenza perinatale. Le manifestazioni della malattia possono intimorire per i sintomi improvvisi, come la predita di coscienza seguita da irrigidimento, tremori diffusi, pallore o cianosi difficili da accettare per molti genitori». Ma non tutte le crisi epilettiche hanno manifestazioni cosi evidenti.

In linea generale «il 60% circa delle epilessie possono essere più difficili da trattare, richiedere tempi prolungati e in alcuni casi si può sviluppare farmaco resistenza» ma se per una parte dei bambini che sono affetti da epilessia «non siamo ancora oggi in grado di ridurre la frequenza delle crisi» c’è anche «una parte di pazienti che guarisce completamente». Il Centro Regionale per la diagnosi e cura dell’epilessia infantile del Salesi, facendo parte del network di ricerca nazionale e internazionale, impiega «farmaci di ultima generazione».

Al Salesi lo sforzo dei sanitari è teso al trattamento della malattia, non solo a livello farmacologico. «L’epilessia – afferma – non si cura solo con i farmaci, c’è anche la possibilità dell’approccio chirurgico, utile anche quando si riesce ad identificare un focolaio epilettogeno ed una lesione cerebrale aggredibile dal punto di vista chirurgico, una opzione che deve diventare alla portata di tutti». Insomma tra nuovi farmaci, chirurgia, terapia genetica, dieto chetogenica (ad alto contenuto di grassi e basso di proteine e carboidrati) la scienza ha compiuto grandi progressi, e ora si cerca una terapia di precisione per rimuovere la causa della malattia.

Ospedale Salesi Ancona

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