Ancona-Osimo

Ancona, elezioni comunali: Daniele Silvetti e Ida Simonella al ballottaggio

Gli anconetani torneranno alle urne domenica 28 e lunedì 29 maggio. Le considerazioni dei candidati Enrico Sparapani e Francesco Rubini

La Mole Vanvitelliana

ANCONA – Daniele Silvetti con il 45,25% dei voti degli anconetani e Ida Simonella con il 41,27% andranno al ballottaggio domenica 28 e lunedì 29 maggio: servirà dunque il secondo round alle urne per decidere chi sarà il prossimo sindaco di Ancona. Sono 1600 circa i voti di vantaggio ottenuti sezione per sezione da Daniele Silvetti, candidato del centrodestra, rispetto all’avversaria Ida Simonella, un divario che il centrosinistra cercherà di colmare tra due settimane tentando di stringere possibili ma per nulla scontate alleanze con le altre liste, soprattutto i Cinquestelle e Europa Verde, una parte di elettorato che potrebbe decidere tra due settimane di recarsi alle urne rovesciando il risultato in favore dell’ex assessora. Tutto da verificare: il margine di vantaggio di Silvetti non permette al centrodestra di cantare vittoria prima del traguardo finale.

Alle 23.55 risultano scrutinate 91 sezioni su 99: Daniele Silvetti, candidato del centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc, Ancona Protagonista, Rinasci Ancona e Civitas Civici Salvi per Ancona) ha ottenuto il 45,25% delle preferenze (nel 2018 Stefano Tombolini, candidato per il centrodestra, al primo turno aveva ottenuto il 28,4%), Ida Simonella, candidata del centrosinistra (Pd, Ancona Futura, Ancona Diamoci del Noi, Riformisti Italia Viva-Azione-Socialisti, Repubblicani, Ancona Popolare) si ferma al 41,27% (nel 2018 Valeria Mancinelli al primo turno aveva ottenuto il 47,9%), Francesco Rubini, candidato di Altra Idea di Città e Ancona Città Aperta, il 6,02% (nel 2018 aveva ottenuto il 6,5%), Enrico Sparapani, candidato del Movimento Cinque Stelle, il 3,62% (nel 2018 Daniela Diomedi per i Cinque Stelle aveva ottenuto il 17,1%), Marco Battino, candidato di Ripartiamo dai Giovani, il 2,19%, Roberto Rubegni, candidato di Europa Verde, l’1,66 % (nel 2018 i Verdi, insieme a Valeria Mancinelli, avevano ottenuto il 4,3%). Il Partito Democratico resta il primo partito della città, ottenendo il 21,26% delle preferenze (nel 2018 aveva ottenuto il 30,3 %), incalzato da Fratelli d’Italia che chiude al 18,74% (nel 2018 aveva ottenuto il 4,4 %).

Non può essere soddisfatto dell’esito elettorale il candidato dei Cinque Stelle, Enrico Sparapani: «Il giudizio del nostro risultato non può essere positivo, i numeri non parlano a nostro favore – spiega –. Anche a livello nazionale i risultati sono sempre questi, quando corriamo da soli è difficile che riusciamo a raggiungere percentuali più alte. Adesso dovremmo avere la possibilità di entrare in consiglio comunale e al momento questa è l’unica cosa positiva che vedo. Siamo partiti il 23 marzo, abbiamo provato a fare delle coalizioni in precedenza, coalizioni che non sono andate a buon fine, dunque siamo partiti tardi, non siamo riusciti a raggiungere le persone e il risultato è questo. Ballottaggio? Prima di tutto vedremo se avrò delle richieste da parte del centrosinistra come del centrodestra, vedremo se convergeranno su alcuni punti del nostro programma e poi deciderò insieme al mio gruppo».

«La prima considerazione è che c’è un voto totalmente polarizzato – commenta Francesco Rubini –, centrosinistra e centrodestra in una logica di voto al più grande e di voto utile hanno fatto la voce grossa. L’altro dato che emerge è che fuori da questi blocchi ci siamo solo noi, l’unica forza di sinistra e alternativa esistente e presente in questa città, i Cinque Stelle scompaiono pagando la loro totale miopia politica e tutti gli altri non esistono. Adesso è evidente che sarà un ballottaggio duro, forte, in cui questa volta davvero, per responsabilità del centrosinistra che ha governato male e senza ascolto negli ultimi dieci anni, il centrodestra, quello di Salvini, Meloni, delle forze regressive e conservatrici rischia davvero di prendere questa città. Rispetto a questo diciamo chiaramente al centrosinistra che non abbiamo il controllo dei nostri voti, non siamo padroni dei nostri voti, che sono liberi e indipendenti, non abbiamo posti da guadagnare, non è in ballo la mia carriera, non sono in ballo assessori, rispetto a questo abbiamo dimostrato in questi anni che non facciamo politica per carriera, vogliamo però sottoporre al centrosinistra i nostri temi, penso all’area marina protetta, alla riapertura della stazione marittima, alla metropolitana di superficie, no alla banchina grandi navi al porto antico, il tema di smettere con le privatizzazioni dei servizi pubblici locali, degli asili nido, il tema di provare a immaginare davvero una transizione ecologica. Su tutto questo sfideremo il centrosinistra e chiederemo al centrosinistra di provare ad ascoltare quella parte di città che non è andata al voto o ha deciso, malgrado una campagna elettorale durissima, comunque di dare a noi la possibilità di rappresentare queste istanze. Questo sarà il modo in cui affronteremo queste due settimane fino al ballottaggio. Ovviamente non c’è nessuno spazio per un accordo con il centrodestra».

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