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Ancona, ecco il «Giretto d’Italia». Ma Legambiente tuona: «La città è poco ciclabile»

Giretto d’Italia», al via il censimento per la mobilità alternativa. Il Comune dorico ha lanciato l’iniziativa, ma le associazioni non sono state coinvolte

ANCONA – «Giretto d’Italia», al via il censimento per la mobilità alternativa. Il Comune dorico ha lanciato l’iniziativa, ma le associazioni anconetane – vedi Legambiente – non sono state coinvolte, benché, domani, lunedì (18 settembre) si inizi a celebrare proprio la Settimana europea della mobilità, promossa da Legambiente nazionale.

Da Ancona, il presidente, Paolo Belelli, fa sapere che «nel capoluogo non siamo stati coinvolti, ma a Jesi sì. Lì, dal 16 al 22 settembre, ci sono tantissime iniziative, anche con altre associazioni e coi commercianti. Non è una questione di colore politico, ma di organizzazione. A Jesi, c’è persino una gara tra studenti, una competizione tra ciclisti e un caffè in palio».

Ad Ancona, invece, niente di tutto ciò, anche se per la prima volta verranno messi dei varchi in varie zone della città per censire il numero di persone che utilizzano bici o monopattini elettrici per recarsi al lavoro o a scuola.

Mercoledì 20 settembre, i Comuni aderenti in tutta Italia valuteranno gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro effettuati su biciclette e monopattini, attraverso alcune postazioni che conteranno il numero di transiti nella fascia oraria di ingresso ai luoghi di studio e lavoro.

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Il Comune di Ancona, in particolare, attiverà tre postazioni: in via Flaminia, presso la rotatoria di Collemarino, su via Marconi, presso il varco del Mandracchio, in piazza Cavour, presso il passaggio su largo XXIV Maggio. I conteggi avverranno tra le 6:30 e le 8:30 per le prime due postazioni, e tra le 7:30 e le 9:30 per piazza Cavour; i dati saranno resi noti nella stessa giornata, e concorreranno alla stima su base nazionale.

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A restare sguarnita, secondo Belelli, è «la zona di via Giordano Bruno, dove però è difficile distinguere chi a quell’ora passa per lavoro da chi lo fa per altri motivi. Ancona è poco ciclabile – fanno dalla sezione cittadina di Legambiente – E questo è un paradosso se pensiamo all’attenzione che ha la Regione verso la mobilità alternativa. Sui treni regionali, ad esempio, nessun sovrapprezzo è richiesto per le bici, ma poi quando si arriva in città, la situazione la conosciamo bene. Mancano spazi per le bici, mancano piste ciclabili. Quel che resta della ciclabile di via Marconi è essenziale per la mobilità alternativa dei cittadini e dei turisti».

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L’elettrico ha fatto superare il problema della conformazione sali-scendi del capoluogo: «È chiaro che non è più un problema il sali-scendi, il problema sono gli spazi che devono avere le biciclette per poter stare in sicurezza, quanto più possibile. Ma stesso discorso vale per i monopattini elettrici, che – ribadisce Belelli – devono comunque rispettare le regole stradali».

Intanto, forse il 7 ottobre, Legambiente Ancona potrebbe scendere in piazza, agli Archi, per un bike day che funga anche da campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti (automobilisti compresi) per una mobilità alternativa.

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