Ancona-Osimo

Doppia preferenza e parità di genere: l’Aula si colora di rosa

"Voce donna", il comitato regionale costituito da sindacati, associazioni, donne comuni e del mondo politico e istituzionale hanno perorato la causa femminile nel corso del consiglio regionale ad Ancona. Ecco cosa chiedono

ANCONA – Favorire una maggiore partecipazione femminile al mondo politico-istituzionale. È la battaglia che stanno portando avanti Voce donna, il comitato regionale costituito da rappresentanti del mondo politico, istituzionale, sindacale, associazionistico e da donne comuni che oggi (15 ottobre) insieme a Fidapa hanno colorato di rosa l’Aula del consiglio regionale dove si votava per la doppia preferenza di genere nell’ambito della nuova legge elettorale.

Un progetto nato due anni fa “dal basso” come spiega la portavoce Michela Gambelli per dare voce alle donne e alla proposta di legge sulla doppia parità di genere targata Manuela Bora. «Non potevamo rischiare di essere fanalino di coda in Italia su questo tema», spiega Michela Gambelli nel sottolineare che per dare più forza alla partecipazione femminile al mondo politico e istituzionale avevano raccolto 400 firme, incontrato le commissioni, i capi gruppo regionali e avevano effettuano campagne di sensibilizzazione sul territorio.

«Una giornata storica per la nostra Regione – prosegue Michela Gambelli – perché la doppia preferenza approda in Aula sappiamo che è un passaggio fondamentale per una piena partecipazione alla vita democratica, paritetica e partecipativa».

L’ex senatrice Silvana Amati, membro Fidapa, sottolinea la non parità salariale e la necessità di maggiore partecipazione femminile. «La Fidapa ha aderito fortemente a questa iniziativa accanto ai sindacati, alle amministratrici e alle donne impegnate e non che hanno ritenuto fosse importante questa battaglia, sperando che anche le giovani si sveglino».

Un provvedimento molto importante, quello sulla doppia preferenza di genere, come ha sottolineato l’assessore alle pari opportunità del Comune di Senigallia Ilaria Ramazzotti:«La presenza delle donne nelle istituzioni e negli organi di rappresentanza è ancora molto scarsa, parliamo di un 15 – 20% di donne presenti nel consiglio regionale e nei consigli comunali. Avere una legge che faciliti questa presenza permetterà di avere provvedimenti rispondenti alle esigenze delle donne e capaci di promuovere una democrazia paritaria così come la nostra costituzione prevede».

Cristiana Ilari della Cisl regionale sottolinea il divario di genere sul fronte occupazionale «per il quale – spiega – è necessario che le donne siano rappresentate nelle istituzioni così da essere da lievito a tutti i problemi sociali ed economici che ancora abbiamo nelle Marche».

«Assolutamente serve uno sguardo femminile istituzionale – evidenzia Claudia Mazzucchelli della Uil regionale – se pensiamo che attualmente i consiglieri regionali donne sono solamente 6 si può ben comprendere come riteniamo questa legge uno strumento concreto e importante di partecipazione e siamo qua a rivendicare questo diritto». Insomma un obiettivo importante che  non deve rappresentare un punto di arrivo ma di partenza, infatti come spiega la consigliera comunale di Porto Sant’Elpidio Annalinda Pasquali «ora bisogna lavorare dal punto di vista culturale».

Presente in aula anche Meri Marziali, la presidente della Commissione per le Pari Opportunità delle Marche. «Nelle Marche, come nel resto delle regioni italiane, si assiste ad una insufficiente partecipazione del mondo femminile alla vita politica e lavorativa per le difficoltà nel conciliare famiglia e lavoro, ma anche perché la maternità non viene percepita come un valore sociale e questo non consente alle donne di poter scegliere il proprio percorso come invece riesce a fare un uomo. Sul fronte politico e istituzionale questa partecipazione non viene incentivata. Occorre quindi maturare la consapevolezza che servono politiche di genere  per promuovere la presenza delle donne nei processi decisionali».

Meri Marziali pone l’accento anche sulla necessità di incentivare l’accesso ai quei servizi che possano favorire la conciliazione lavoro-famiglia, come i nidi, baby sitter e servizi di cura per gli anziani, di cui sono soprattutto le donne a farsi carico.

La partecipazione delle donne al mondo del lavoro in italia, come nelle Marche, si aggira intorno al 40%, mentre secondo gli obiettivi dell’Unione Europea per il 2020 deve arrivare a quota 60%. Un concetto, quello della parità, rafforzato anche dall’obiettivo 5 dell’agenda Onu che per il 2030 punta alla parità di genere in tutti i contesti.

«La doppia preferenza è lo strumento per aprire quel percorso di consapevolezza alla partecipazione delle donne nella vita politica del loro territorio», conclude la presidente della Commissione Pari Opportunità delle Marche.

 

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