Ancona-Osimo

Ancona, tredici domande al candidato sindaco Roberto Rubegni

Il concorrente alla carica di primo cittadino alle prossime Comunali per Europa Verde interviene sui diversi temi che riguardano il capoluogo, dal porto alla viabilità, dall'area marina protetta alla realizzazione di un piano per il verde pubblico

Roberto Rubegni

ANCONA – Tredici domande al candidato. È il format con cui CentroPagina si avvicina alle prossime elezioni Comunali che chiameranno gli anconetani alle urne il 14 e 15 maggio 2023, con eventuale ballottaggio due settimane dopo. Tredici temi «caldi» che abbiamo posto identici a ciascun concorrente alla poltrona di primo cittadino, o prima cittadina. Dopo Ida Simonella, Marco Battino e Francesco Rubini, stavolta tocca a Roberto Rubegni, candidato sindaco per Europa Verde. Le domande, appunto sono tredici. Perché tredici? Perché è un numero particolare, magico, che porta fortuna e sfortuna al tempo stesso, e che è anche identitario, visto che tredici sono le cannelle della Fontana del Calamo, simbolo cittadino.

1) Qual è il tratto distintivo di Ancona?
«Il porto e il mare sono elementi fortemente distintivi, identitari ed evocativi della storia della città. Devono essere tutelati e valorizzati. Ancona è da sempre una città multiculturale e così deve rimanere».

2) Qual è il suo luogo del cuore, in città?
«Portonovo. Anche se ho trascorso la mia infanzia e giovinezza nel quartiere Adriatico e quindi anche il Passetto mi è rimasto dentro. Ci sono poi luoghi cittadini che non conosco affatto e che potrebbero diventarlo, come ad esempio l’anfiteatro romano da sempre chiuso alla cittadinanza, come tanti altri luoghi di pregio storico architettonico».

3) Area marina protetta, sì o no e perché?
« all’area marina protetta che è l’unico strumento efficace che possa coniugare la tutela ambientale con uno sviluppo sostenibile. Ce lo chiedono l’Europa, il ministero dell’ambiente, la scienza e la consapevolezza che siamo sull’orlo di una catastrofe climatica che richiede decisioni coraggiose, soprattutto in un’area fortemente antropizzata come la costa del Conero. Del resto, il fine dell’area marina è proprio quello di rappresentare una misura compensativa all’aggressione ambientale».

4) Banchina grandi navi, sì o no e perché?
«La priorità nelle scelta della politica cittadina deve essere la sostenibilità ambientale. La realizzazione della banchina grandi navi, oltre che non portare benefici economici alla città, avrebbe un impatto devastante per il porto antico e per la qualità dell’aria della città, oltre che “tombare” definitivamente la possibilità di dedicare il porto antico alla socialità, all’aggregazione, alla cultura, al turismo, alle attività commerciali».

5) Parcheggi in centro, quali soluzioni propone?
«Basta auto e parcheggi in centro. È necessario, invece, portare le persone che lo ripopolino. Per questo motivo la soluzione è modificare la mobilità e la viabilità cittadina per migliorare la qualità dell’aria e della vita favorendo la mobilità sostenibile, con particolare attenzione al trasporto pubblico elettrico, al car-sharing, alle ciclabili e ampliando la ztl del centro cittadino. Sarà importante rivedere le caratteristiche della viabilità di alcune zone per garantire una maggiore scorrevolezza, con conseguente miglioramento della salubrità dell’aria, della qualità del servizio di trasporto pubblico urbano e degli operatori che se ne occupano, con progetti realizzati in collaborazione con l’Univpm. La realizzazione di parcheggi scambiatori lungo il perimetro urbano sarà di fondamentale importanza per liberare la città dal traffico».

6) Manutenzione delle strade e del verde urbano, cosa fare?
«Il verde urbano attenua gli squilibri tipici delle città, il degrado e il rischio ambientale oggi più che mai concreto, con un contributo essenziale alla qualità della vita, al decoro e alla salute dei cittadini. Si prevede per questo l’attuazione e il miglioramento degli strumenti che attualmente mancano, o che sono mal predisposti, e che permettono la conoscenza del patrimonio arboreo urbano base per una corretta gestione del verde, ovvero il censimento, il piano e il regolamento del verde pubblico e privato, nonché il bilancio arboreo. L’obiettivo è di giungere alla corretta riforestazione urbana con la pianificazione di nuove aree verdi, l’efficientamento del servizio di manutenzione, la progettazione degli interventi di riqualificazione, la stima degli investimenti economici necessari al mantenimento e il potenziamento della funzionalità e dell’utilità del patrimonio verde. È necessario anche rivedere ed efficientare il servizio manutenzioni dotandolo di competenze tecniche adeguate e di confronto con l’Univpm».

7) Quali novità da mettere in campo in tema di maggiore sicurezza per i cittadini?
«La classifica dell’indice di criminalità delle città italiane redatta dal Sole 24 Ore relativa all’anno 2022, posiziona la nostra città al novantunesimo posto su 106 capoluoghi di provincia, quindi tra quelle con il tasso di criminalità più basso. Ancona è una città sostanzialmente sicura, dove però la percezione dei cittadini in alcuni casi non rispecchia i dati oggettivi. Per trovare le giuste soluzioni che allevino questo senso di insicurezza è necessario distinguere, tra quelli più assillanti, i fenomeni di micro criminalità giovanile da quelli di criminalità comune. Ad amplificare il disagio giovanile che sfocia in violenza e aggressività è la mancanza di spazi intermedi di ritrovo e aggregazione tra casa, scuola e strada, luoghi attrattivi che non siano semplici contenitori, ma veri e propri laboratori di costruzione del senso di socialità e di identità. I presìdi territoriali della forze dell’ordine e le telecamere ormai molto presenti in città, e i recenti fatti di cronaca dimostrano che non è importante il numero ma che almeno funzionino, sono strumenti efficaci per avvertire una maggiore percezione di sicurezza da parte dei cittadini ma, soprattutto, da parte delle fasce più deboli come gli anziani che acuiscono il loro disagio perché spesso sono lasciati soli. Di sicuro ausilio per una città più sicura potrebbe essere comunque la reintroduzione del vigile di quartiere, che avrebbe anche la funzione di ascolto della cittadinanza».

8) Tema giovani: cosa vogliono i giovani di Ancona, residenti e studenti fuori sede, per loro e per la città?
«La città sconta la mancanza di luoghi di aggregazione e di un’offerta culturale accessibile a tutti, anche economicamente. Molti giovani la considerano noiosa, priva di prospettive e di opportunità. Le azioni dell’amministrazione comunale devono incidere nelle dinamiche con l’università Politecnica delle Marche e gli studenti, oltre 15mila, rappresentano una grande ricchezza economica e culturale a cui deve essere data l’opportunità di usufruire di servizi adeguati, alloggi, luoghi dove studiare, luoghi di svago e di aggregazione anche culturale, con il fine di rendere Ancona una città dove ci sia la reale possibilità da parte degli studenti di liberare energie e integrarsi nel tessuto sociale, economico e produttivo. L’istituzione di un assessorato al lavoro e all’università sarà la soluzione per sviluppare ogni tipo di integrazione con tutte le facoltà, oltre a quelle attività funzionali e progettuali volte al miglioramento della qualità della vita cittadina, per sviluppare politiche di accoglienza, ma anche di supporto alla ricerca di opportunità economiche post-laurea con la creazione di un sistema di tutoraggio e orientamento che sia da sostegno e consulenza a tutti coloro che vogliono intraprendere attività finanziate il cui accesso è subordinato alla partecipazione a bandi regionali, europei o altro».

9) Lotta all’inquinamento: quali sono le scelte indispensabili e prioritarie?
«La città mostra grandi criticità e poca attenzione a problemi che necessitano di risposte urgenti, ormai improrogabili, con una finalità precisa: fare di Ancona una città sostenibile e inclusiva, che risponda all’emergenza climatica e sociale. Il tutto al fine di migliorare la vivibilità della città, ricorrendo anche a risorse comunitarie per realizzare interventi efficaci e coordinati tra i settori urbanistica, lavori pubblici, ambiente e mobilità. La cultura del rispetto dell’ambiente deve essere faro dell’operato di amministratori e dei tecnici della pubblica amministrazione e stile di vita dei cittadini. Una migliore qualità dell’ambiente comporta una riduzione delle patologie, un aumento delle aspettative di vita, minori costi sanitari e sociali, un incremento di competitività, una più alta integrazione sociale. Le scelte indispensabili sono la realizzazione dell’area marina protetta del Conero, l’adozione di un piano del verde cittadino e il miglioramento del decoro urbano, la valorizzazione del capitale naturale come il Parco del Cardeto, una diversa viabilità che si accosti ad una mobilità veramente sostenibile».

10) Trasporti e mobilità: metro di superficie, magari con la riapertura della stazione marittima, oppure altre opzioni?
«È indispensabile realizzare la metropolitana leggera di superficie e riaprire la stazione marittima per alleggerire il trasporto su gomma e migliorare la viabilità cittadina. Di particolare rilevanza è il problema delle corsie preferenziali per il trasporto pubblico. È necessaria l’ulteriore implementazione e garantirne il rispetto».

11) Turismo, punto primo: Ancona oggi è una città attrattiva?
«No».

12) Turismo, punto secondo: cosa le serve per crescere e diventare più attrattiva per chi viene da fuori?
«Le ricchezze archeologiche, architettoniche e storiche di Ancona non sono valorizzate, sono ignorate, assediate da un’edilizia scellerata, tormentate dal traffico e dall’incuria. Come possiamo mostrarle ai turisti se non sono nemmeno fruibili e conosciute dagli anconetani? Occorre dare risalto al capitale culturale e quello naturale. Il porto antico e le sue ricchezze devono essere oggetto di valorizzazione, di nuovi progetti come un museo del mare o di un acquario, assolutamente incompatibili con il banchinamento del molo clementino per le grandi navi, che dia vita a percorsi più attraenti e presentabili anche per i turisti che devono essere liberi di passeggiare per l’Ancona storica non assediati dalla auto, attratti dalle tante ricchezze architettoniche soggette ad adeguata manutenzione, conquistati dall’enogastronomia locale che deve essere valorizzata. Il notevole capitale naturale deve essere più attrattivo e attraente per il nuovo turismo sostenibile, valorizzando le ricchezze del Cardeto che deve essere ricompreso nel perimetro del Parco del Conero, e costituendo finalmente l’area marina protetta del Conero».

13) Commercio: come rivitalizzare il centro cittadino e le economie di quartiere?
«Occorre sviluppare progetti insieme alle organizzazioni di categoria che rappresentano le imprese, parte fondamentale del tessuto sociale. Il centro storico rivive se le persone sono invogliate a viverlo, a ripopolarlo, in un ambiente accogliente e sano. Certo è che la rigenerazione urbana deve passare anche per un nuovo concetto di sviluppo economico legato all’ambiente, tema sempre più al centro dell’attenzione dei consumatori».

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