Ancona-Osimo

“Diritto a essere informati, processo penale e presunzione di innocenza”, confronto sul rapporto tra media e giustizia

In Tribunale ad Ancona, confronto sulla cosiddetta legge 'bavaglio'. L'evento è stato promosso dalla sezione distrettuale di Ancona dell’ANM in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Ancona e l’Ordine dei Giornalisti delle Marche

ANCONA – “Diritto ad essere informati, processo penale e presunzione di innocenza” è il titolo del convegno che si è svolto ieri 20 giugno in Tribunale ad Ancona e che ha visto come relatori Luigi Ferrarella de Il Corriere della Sera (in video collegamento), Glauco Giostra dell’Università La Sapienza Roma, Andrea Laurino, sostituto procuratore della Repubblica e l’avvocato Gianni Marasca, presidente del Consiglio dell’Ordine presso il Tribunale di Ancona degli Avvocati di Ancona e moderato da Ruggiero Dicuonzo sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona – Giunta Esecutiva Sezione A.N.M. Marche. Presente il presidente dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche, Franco Elisei.

L’evento è stato promosso dalla sezione distrettuale di Ancona dell’ANM in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Ancona e l’Ordine dei Giornalisti delle Marche. Al centro del dibattito il complesso rapporto tra comunicazione e giustizia, nell’ambito del quale si scontrano il diritto del cittadino di essere informato sui fatti di cronaca giudiziaria e quello dell’indagato alla presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva. Nel corso del dibattito il professor Glauco Giostra si è concentrato sugli aspetti costituzionali della riforma Cartabia, il decreto legislativo 188 del 2021 (entrato in vigore il 14 dicembre 2021) che ha introdotto la presunzione di innocenza.

Ruggiero Dicuonzo

Il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona – Giunta Esecutiva Sezione A.N.M. Marche, Ruggiero Dicuonzo ha sottolineato a margine dell’evento che «il tema delle intercettazioni è quello più scottante perché disvelano, il più delle volte, anche degli aspetti non solo processuali, ma anche privati, un terreno minato sul quale si giocano due diversi e contrapposti interessi».

«Siamo favorevoli alla maggiore ostensione possibile degli atti – ha detto Dicuonzo – nei limiti, certamente, del rispetto della persona e soprattutto dei dettami previsti dal Parlamento Europeo, poi recepiti dalle varie leggi. Però sicuramente – ha aggiunto – attraverso una comunicazione più trasparente possibile si ottiene l’effetto di acconsentire al cittadino di conoscere in maniera tecnica i dettagli di un procedimento, anche nel suo interesse. Trincerarsi dietro i segreti che poi sono facilmente eludibili, secondo noi non ha senso».

Gianni Marasca

Un tema di grande attualità, di cui «è importante parlare» ha sottolineato l’avvocato Gianni Marasca, specie alla luce della «paventata riforma delle intercettazioni telefoniche», anche se «sarà difficile arrivare ad una conclusione, perché molto dipende da come verranno bilanciati questi interessi, dall’avere la possibilità di raccontare i fatti e di tutelare con il tempo i diritti di quelli che sono coinvolti nell’indagine: è un bilanciamento che ogni compagine politica risolve a suo modo».

Quale il bilanciamento possibile tra i due diritti? «Come avvocati abbiamo sempre privilegiato la tutela della riservatezza degli indagati – ha detto il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati presso il Tribunale di Ancona -, ma molto dipende dal modo in cui viene fatta l’informazione dai giornalisti, da come le notizie vengono narrate più che dal fatto in sé, una situazione che riguarda tutti, sia chi fornisce le notizie che chi poi le interpreta».

Il decreto legislativo, ribattezzato ‘legge bavaglio’ ha introdotto rigidi limiti per l’informazione dei procedimenti penali, autorizzando di fatto solo il procuratore generale della Repubblica a comunicare esclusivamente attraverso due mezzi: il comunicato stampa e la conferenza stampa, «una gerarchizzazione della comunicazione» ha detto Dicuonzo.

Il sostituto procuratore della Repubblica Andrea Laurino, parlando della direttiva del 2016 sulla presunzione di innocenza, ha ricordato che in Italia sono solo «140» i procuratori autorizzati a informare sui procedimenti penali o con comunicato stampa scritto o con conferenza stampa «con un minimo di interlocuzione», una norma che «impedisce al singolo giornalista di bussare alla porta del procuratore» per avere informazioni che in alcuni casi possono «essere importanti da precisare anche a tutela dell’indagato».

© riproduzione riservata