Ancona-Osimo

Suicida in carcere a Montacuto, la mamma: «La giustizia potrà lenire il nostro dolore»

La mamma di Matteo Concetti, il 25enne morto suicida nel carcere di Montacuto, ad Ancona, in una nota chiede giustizia per suo figlio

Il carcere di Montacuto
Il carcere di Montacuto

ANCONA – «Quando la mattina aprite gli occhi abbracciate i vostri figli o nipoti, pensate a Matteo Concetti che non respira più, alla sua famiglia: nulla, se non l’ottenere giustizia, potrà lenire il nostro dolore. Mio figlio ha varcato quel cancello con le sue gambe che tanto volevano correre, e ne è uscito in una bara». Lo afferma in una nota Roberta Faraglia, madre del detenuto 25enne morto suicida nel carcere di Montacuto ad Ancona.

«Vorrei ringraziare, per prima, la Senatrice Ilaria Cucchi – scrive Faraglia-: mai avrei creduto di poter ottenere il suo numero personale, né tanto meno che mi rispondesse e che mi fornisse l’attenzione e il supporto che mi era necessario. Ringrazio particolarmente i Senatori Ivan Scalfarotto e Matteo Verducci, per le loro dichiarazioni portate all’attenzione del Senato della Repubblica: spero che non siano parole perse nel vuoto».

Nella nota Faraglia prosegue affermando: «Ringrazio tutti i mezzi di informazione per l’attenzione posta sulla vicenda, e anche le associazioni che si stanno interessando di quanto accaduto e che hanno manifestato in piazza, e anche tutti quanti hanno dato voce a mio figlio… che voce più non ha».

«Sono tante le cose che potrei dire dell’ultimo giorno in cui ho incontrato mio figlio – prosegue nella nota – , come anche dei precedenti colloqui avuti con lui presso la struttura carceraria, ma non è ancora il momento: sono certa che le indagini in corso chiariranno la responsabilità di quanti non hanno voluto fare nulla per ascoltare il suo grido di aiuto. Vi abbraccio tutti – conclude -, voi che mi siete vicini anche da lontano, e che spero non dimenticherete quanto accaduto. La battaglia per ottenere giustizia è appena iniziata, sarà lunga, forse difficile, ma vale la pena di essere combattuta».

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