Ancona-Osimo

Decreto post sisma, al via discussione in Parlamento

Da lunedì partiranno le audizioni prima che l'impianto del provvedimento arrivi al voto. Intanto le forze politiche al governo e all'opposizione lavorano agli emendamenti per la modifica e l'integrazione del Decreto

I danni del sisma del 2016

ANCONA – Partirà la prossima settimana la discussione in Parlamento del Decreto Sisma.

Prima che il provvedimento approdi in Commissione però si terranno le audizioni con le associazioni di categoria, i sindacati, gli enti locali del cratere sismico, gli ordini professionali coinvolti nella ricostruzione, i rettori delle Università di Teramo e di Camerino, il presidente del Parco dei Sibillini, i sindaci e i presidenti delle 4 Regioni (Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio). Obiettivo: condividere le modifiche e le misure integrative che possono essere inserite nel testo di legge per garantire una maggiore celerità e incisività nella ricostruzione post terremoto. La votazione del Decreto Sisma potrebbe arrivare già il 18 novembre.

A tre anni dal sisma che ha “sconquassato” l’Italia centrale lasciando dietro di sè macerie e desolazione, la popolazione sfollata vive ancora nelle Sae, le Strutture Abitative Emergenziali e l’economia del territorio ha subito una battuta d’arresto.

Francesco Riti, imprenditore di Acquasanta Terme chiede ai parlamentari e senatori marchigiani di lavorare per «defiscalizzare l’area del cratere e per ridurre le tasse sospese al 40% come accaduto dopo il terremoto de L’Aquila, con dilazioni a 5 anni. Ci basterebbe questo per rimetterci in piedi e per venirne fuori».

L’imprenditore denuncia infatti una forte contrattura dell’economia del territorio sulla quale grava anche l’isolamento infrastrutturale accentuato dal sisma: «I viadotti che collegano con l’Umbria a tre anni dal terremoto sono ancora chiusi e per arrivare a Norcia bisogna passare per Pescara del Tronto e non c’è ancora una data di riapertura».

COSA PREVEDE IL DECRETO SISMA
Il Decreto Sisma è stato varato il 21 ottobre dal consiglio dei Ministri e nell’impianto iniziale prevede una serie di misure che puntano verso l’accelerazione della ricostruzione pubblica e provata e il rilancio economico dei territori. Lo stanziamento complessivo previsto è pari a 725 milioni di euro dei quali 380 milioni per il 2019 e 345 milioni per il 2020.

Innanzi tutto c’è la proroga dello stato di emergenza al 31 dicembre 2020, la cui scadenza era fissata a fine di quest’anno. Poi è stato inserito lo sconto del 60% e la proroga al 15 gennaio 2020 della busta paga pesante, ovvero la restituzione dei contributi Irpef e previdenziali sospesi dopo il sisma, contributi che potranno essere dilazionati in 10 anni.

Previste anche misure anti spopolamento come l’estensione degli incentivi “Resto al Sud” alle aree del cratere con agevolazioni agli imprenditori under 46 che decidono di avviare una impresa: incentivi del 35% a fondo perduto sull’investimento sostenuto e del 65% tramite finanziamento bancario con interessi agevolati.

Poi accelerazione per le pratiche di risarcimento con anticipazione diretta del 50% degli onorari ai professionisti e autocertificazione per la ricostruzione privata. Infine misure di agevolazione per i bilanci dei comuni colpiti dal sisma.

I parlamentari marchigiani delle diverse forze politiche, al governo e all’opposizione, sono al lavoro per predisporre una serie di emendamenti che punteranno alcuni alla modifica e altri all’integrazione dell’impianto iniziale del Decreto Sisma.

Mario Morgoni, parlamentare marchigiano del Pd, pone l’accento sulla necessità di concentrarsi su interventi di sviluppo economico del territorio, che nel Decreto sono stati inseriti con l’estensione delle misure incentivanti all’imprenditoria previste da “Resto al Sud” anche alle aree del cratere. «Occorre far ripartire velocemente la ricostruzione, ma farlo senza la gamba dello sviluppo economico del territori sarebbe un fallimento», spiega. L’idea è quella di riservare una quota pari al 4% delle risorse stanziate destinandole a progetti per lo sviluppo dell’economia del territorio, sulla scia di quanto fatto in occasione del terremoto che aveva colpito L’Aquila. Per la ricostruzione pubblica Morgoni ribadisce la necessità di «potenziare gli uffici attraverso il consolidamento delle professionalità che ci lavorano e valutare, se in relazione alle specificità del cratere, ci sia il bisogno di allentare le maglie del sistema che regola normalmente gli appalti». Negli emendamenti che abbiamo presentato in precedenza c’è già abbastanza, servono emendamenti per la diversificazione delle aree del cratere».

Il senatore marchigiano della Lega Giuliano Pazzaglini, ex sindaco di Visso, spiega che il gruppo del Carroccio è al lavoro per presentare diversi emendamenti con «l’intento non di affermare una posizione politica, bensì di cercare soluzioni alla ricostruzione post sisma, un problema non più accettabile». Pazzaglini invita le forze politiche a riflettere sulla necessità di predisporre una legge per la gestione delle emergenze con l’obiettivo di «evitare ad ogni emergenza di ritrovarsi in affanno. «Dobbiamo imparare dagli errori del passato, ma anche dalle esperienze positive come la ricostruzione di Marche e Umbria dopo il terremoto del ’97 che fu una delle migliori in Italia». «Serve un intervento normativo, perché anche se il Decreto è importante, questo andrà ad innestarsi su un impianto iniziale errato e ad oggi non si possono fare miracoli. Per questo è importante  lavorare su un sistema per gestire le emergenze con norme già definite prima».

 

 

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