Ancona-Osimo

Ancona: dal 2024 parte il liceo Made in Italy. Dubbi e perplessità di dirigenti scolastici e docenti

Dal 2024 il liceo economico sociale confluirà nel nuovo percorso di studi denominato Liceo del Made in Italy. Abbiamo raccolto il parere di dirigenti e docenti, ecco cosa ci hanno detto

Luciano Scattolini, docente di meccanica all'IPSIA Padovano

Il Consiglio dei ministri ha approvato, nel corso della seduta del 31 Maggio, il disegno di legge sul liceo del Made in Italy con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le produzioni di eccellenza e le bellezze storico-artistiche del territorio. Sarà l’opzione economico sociale del liceo delle scienze umane l’indirizzo che confluirà nel nuovo percorso di studi.

Il provvedimento prevede una serie di iniziative volte a incentivare il sistema imprenditoriale italiano con l’obiettivo di fornire al nostro Made in Italy nuove risorse, provenienti dalle scuole, capaci di inserirsi immediatamente nel tessuto produttivo aziendale. Il progetto prevede l’acquisizione di competenze storico-giuridiche, artistiche, linguistiche, economiche e di mercato volte alla promozione e alla valorizzazione dei singoli settori produttivi nazionali.

L’avvio del nuovo ciclo scolastico è previsto per l’anno 2024/2025 ma sono varie le perplessità mosse sia dai docenti che dai dirigenti. La preside del liceo Galileo Galilei di Ancona Alessandra Rucci a riguardo afferma: «A mio avviso la soluzione al problema della scarsa occupabilità dei ragazzi non è la creazione di un nuovo corso di studi, bensì la valorizzazione dei percorsi già esistenti. La risposta alle esigenze delle aziende non va trovata nella creazione di un nuovo indirizzo scolastico, bensì nella capacità di insegnare le varie materie attraverso metodologie nuove e all’avanguardia che sviluppino competenze specifiche”.

La pensa allo stesso modo la referente della Confartigianato Daniela Larice, che si occupa dell’orientamento in entrata e in uscita: «Il corso orientato al Made in Italy esiste già all’interno della formazione professionale e funziona benissimo. L’introduzione di un liceo soprannominato del Made in Italy mi sembra solo l’ennesimo tentativo di screditare e sminuire la formazione tecnico-pratica, che invece in questo momento sta facendo da traino per le aziende del territorio, che richiedono sempre più frequentemente profili tecnici, come periti informatici, meccanici e grafici».

La Dott.ssa Larice sottolinea inoltre l’importanza del rapporto di fidelizzazione che si costruisce tra le scuole e le imprese del territorio, che investono sui ragazzi che hanno avuto modo di formare durante il percorso scolastico: «Molto spesso i ragazzi che vanno a fare gli stage nelle aziende vengono poi assunti dalle stesse attività commerciali. Per questo è fondamentale il progetto di alternanza scuola lavoro, chiamato ora PCTO, che permette al reparto scuola di confrontarsi con il mondo esterno, responsabilizzando gli studenti e, in molti casi, dando loro quella fiducia in sé stessi che non trovano né nell’ambito scolastico né in quello familiare».

A riprova di questa eccellente sinergia tra le aziende del territorio e le scuole professionali, il rapporto Eduscopio della Fondazione Agnelli fornisce una dettagliata analisi statistica sull’occupabilità degli studenti dei vari istituti. In vetta alla classifica spicca l’istituto professionale Padovano di Arcevia con un 88,6% di studenti che trovano lavoro dopo il diploma, specificatamente nel settore in cui si sono formati.

Lo conferma il referente dell’ IPSIA Padovano, Luciano Scattolini, docente di meccanica: «Purtroppo l’istituto professionale viene considerato la zona grigia dell’istruzione. Quando gli studenti hanno delle difficoltà o non sono portati per lo studio delle materie teoriche vengono spediti da noi, come se la nostra scuola fosse una punizione, un marchio di fabbrica che sancisce il loro scarso valore. I ragazzi, che a quell’età sono come spugne, assimilano tutto e quindi si autoconvincono, già dalla scuola media, di essere ragazzi di serie B. Siamo noi docenti poi che tramite il dialogo e il confronto costante, cerchiamo di fargli acquisire fiducia in sé stessi indirizzandoli verso il percorso giusto per loro».


L’Ipsia Padovano di Arcevia vanta un laboratorio di meccanica che rappresenta una vera e propria eccellenza nelle Marche: «Più del 95% dei ragazzi di quinta dell’indirizzo meccanico – conferma Scattolini- sono già piazzati nelle varie aziende del territorio. Tramite gli stage infatti i ragazzi hanno modo di farsi notare e molti di loro si ritrovano ad avere il posto di lavoro assicurato a 18 anni. Se il governo avesse chiamato il nostro istituto “liceo” forse avremmo le iscrizioni triplicate e magari anche gli studenti acquisirebbero un po’ più di autostima».

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