Ancona-Osimo

Crisi aziendali, ad Ancona l’assemblea regionale dei metalmeccanici: il 7 luglio sciopero e manifestazione davanti alla Prefettura

La sofferenza del settore metalmeccanico è visibile dati alla mano: solo in provincia di Ancona le imprese sono in netta diminuzione rispetto al 2021 (-2,1%) e al 2022 (-2,6% rispetto al 2020)

Un momento dell'assemblea regionale dei metalmeccanici ad Ancona

ANCONA – Rilancio industriale, occupazione, investimenti, transizione sostenibile e risoluzione delle crisi aziendali aperte, da quella del bianco e quella dell’automotive. Sono stati i dei temi al centro dell’assemblea dei delegati regionali dei metalmeccanici ad Ancona, che ha visto anche la partecipazione dei segretari generali delle sigle sindacali di categoria, Samuele Lodi (Fiom Cgil). Massimiliano Nobis (Fim Cisl), e di Rocco Palombella (Uilm Uil). Un incontro che avviene nell’ambito di una mobilitazione nazionale e che precede lo sciopero generale di due giorni, il 7 e il 10 luglio.

Da destra Mazzucchelli, Santarelli e Ferracuti

Nelle Marche per la giornata del 7 luglio sono state proclamate 4 ore di sciopero a fine turno con una manifestazione, il 7 luglio davanti alla sede della Prefettura di Ancona, a partire dalle ore 10,30. La sofferenza del settore metalmeccanico è visibile dati alla mano: solo in provincia di Ancona le imprese metalmeccaniche (1327) sono in netta diminuzione rispetto al 2021 (-2,1%) e al 2022 (-2,6% rispetto al 2020), mentre è in calo anche il numero dei lavoratori dipendenti che, nel 2021, ultimo dato disponibile, sono 25.137 a fronte dei 26.482 del 2011.

Uilm Uil Rocco Palombella e Vincenzo Gentilucci

«Tutte le realtà industriali importanti del nostro Paese risentono di un’assenza da parte del governo di impegni che non hanno purtroppo sortito risultati significativi» ha detto ai cronisti il segretario generale Uilm Rocco Palombella spiegando che «a distanza di anni, siamo di fronte a una situazione che, se non recuperata, rischia di provocare danni irreversibili».

Secondo Palombella «ci sono sintomi di una malattia molto grave, che purtroppo ci ha visti tutti insieme costretti a imboccare la strada della mobilitazione, pur consapevoli che la situazione del Paese non è tranquilla: crisi pandemica, la guerra russo-ucraina, le transizioni generali non fanno altro che appesantire la situazione che esiste all’interno nostro sistema industriale».

I dati, ha aggiunto, «prevedono che l’Italia non continuerà a crescere: le stime prevedevano risultati sicuramente diversi, ma adesso tutti scoprono che, se l’Italia non ripartirà, è perché il sistema industriale è fermo. Abbiamo scoperto l’acqua calda», ma «senza una ripartenza del sistema industriale l’economia continuerà a rimanere ferma».

Fiom Cgil Samuele Lodi e Sara Galassi

«La nostra iniziativa unitaria – ha detto Samuele Lodi – della segreteria nazionale Fiom Cgil – si inserisce in maniera molto naturale in un prosieguo delle mobilitazioni di Cgil, Cisl e Uil del mese di maggio. In quella piattaforma rivendicativa molto ampia, c’è anche il tema delle crisi industriali con il rischio della desertificazione industriale e la necessità di politiche industriali che nel nostro Paese mancano ormai da decenni. Oggi siamo in una situazione molto critica – ha aggiunto – amplificata anche di più dal processo di transizione» per questo «c’è la necessità di un vero confronto tra organizzazioni sindacali, governo e imprese per gestire la transizione, per farla preservando la base occupazionale del nostro Paese».

Nelle Marche, secondo Lodi, «siamo nella stessa situazione che abbiamo in tutto il Paese, è chiaro che qui sul tema dell’elettrodomestico c’è un focus particolare, abbiamo necessità anche di una logica di confronto anche con l’azienda anche per valorizzare Fincantieri Ancona. In questa regione da un lato abbiamo la necessità di valorizzare le realtà che ancora stanno andando bene e dall’altro abbiamo la necessità di strumenti per salvaguardare le situazioni di crisi»

Fim Cisl Massimiliano Nobis e Mauro Masci

Massimiliano Nobis della segreteria nazionale di Fim Cisl ha ricordato le difficoltà attraversate dall’automotive, dall’elettroodmestico e dal siderurgico, ma anche la «presenza di un tessuto industriale importante che ancora rappresenta per il Paese un elemento di traino per industria e manifatturiero, ma occorre avere un’idea del dopo domani per questo Paese, non vogliamo essere a trascinamento di quello che è stato, ma vorremmo capire quello che sarà».

Transizione ed automazione «sono fenomeni che esistono da tempo – ha spiegato – e i governi di turno, anche in passato, poco hanno fatto: servono iniziative di investimento sulla ricerca e sui giovani e anche di accompagnamento all’uscita dal mondo del lavoro dei 55enni e 60enni perché sono usurati. Sappiamo che il tema delle pensioni è un tema caldo, ma crediamo che anche nel mondo del lavoro si possono creare delle condizioni di accompagnamento all’uscita».

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