Ancona-Osimo

Ancona, crepe e colonne pericolanti nelle case popolari. «Fate qualcosa prima che sia troppo tardi»

Dopo il terremoto, i residenti temono per la stabilità degli edifici. Un'abitante del quartiere Q2: «Stendo i panni nel balcone sui mattoni a vista, non c’è più intonaco né cemento. È sicuro un palazzo in queste condizioni?»

Lo stato di uno degli edifici popolari del Q2

ANCONA – «Da quando c’è stato il terremoto, temiamo per la nostra incolumità». È questo l’appello che lanciano all’unisono gli inquilini delle case popolari di piazza Salvo D’Acquisto 21-29. Abitazioni la cui proprietà è del Comune, ma la cui gestione spetta all’Erap, l’Ente regione per l’abitazione pubblica delle Marche.

Loredana Pezzella, una delle residenti del Q2 (quartiere nuovo nei pressi della Baraccola), riferisce di parlare a nome di un nutrito gruppo di abitanti: «Dopo quelle forti scosse di una settimana fa, abbiamo controllato gli interni delle nostre case – dice – ma per fortuna non abbiamo notato crepe».

«Però – prosegue Pezzella – ho chiamato i vigili del fuoco poiché ero alquanto preoccupata nel vedere una colonna che regge l’edificio staccarsi parzialmente dal solaio. Le nostre case sono piene di crepe da anni». Il complesso residenziale, formato da tre complessi abitativi, è quasi totalmente occupato: «Gli appartamenti, per la precisione, sono 30, ma uno è sfitto da oltre un anno».

Di conseguenza sono 29 i nuclei familiari che vivono in piazza Salvo D’Acquisto 21-29. «Ci sono anche tanti bambini. Io stessa – sottolinea Pezzella – sono nonna di due bimbi, uno di pochi anni e l’altro di pochi mesi. Un controllo sulla stabilità dell’edificio andrebbe fatto immediatamente per prevenire e scongiurare ogni potenziale crollo più serio di quelli che si sono verificati anni addietro».

Intanto per gli edifici popolari questa estate si è mosso il Comune, proprietario degli appartamenti: «Abbiamo messo l’avvocato per chiedere al Comune di stanziare dei soldi per la messa in sicurezza (almeno parziale) degli edifici, interessati da diverso tempo dal crollo di calcinacci. Lo abbiamo chiesto lo scorso luglio».

E qualcosa a dire il vero è stato fatto: «L’intonaco e i calcinacci che giacevano a terra nel cortiletto sono stati rimossi e le parti pericolanti sono state messe in sicurezza con l’intervento congiunto di una ditta esterna e dell’ufficio manutenzione del Comune, che ha transennato tutto con una rete arancione. Ma capite bene – prosegue Pezzella – che non possiamo vivere per sempre così. Insomma, io stendo i panni nel balcone sui mattoni a vista, non c’è più intonaco né cemento. È stabile un edificio in queste condizioni?» si chiede Pezzella.

«Dopo essermi rivolta ai pompieri – conclude – ho contattato l’assessore comunale alle manutenzioni (e alla protezione civile) Stefano Foresi, che mi ha rimbalzato al Coc (il Centro operativo comunale). Il Coc mi ha a sua volta indirizzato (nuovamente) ai vigili del fuoco, che mi hanno inserito in lista dicendomi però di attendere perché hanno centinaia di interventi da fare». Concludono gli abitanti delle case popolari: «Vi preghiamo di fare qualcosa prima che sia troppo tardi».

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