Ancona-Osimo

Marche, 306 i positivi tra alunni e insegnanti in 15 Comuni. Latini: «Attenzione massima»

I dati emersi in occasione del tavolo regionale sulla scuola. Numerosi i casi tra le maestre della scuola dell'Infanzia. Cgil ha chiesto alla Giunta di fornire ai docenti mascherine Ffp2

Immagine di repertorio

ANCONA – Sono 306 i casi di positività al covid-19 emersi negli ultimi giorni tra alunni e docenti delle scuole marchigiane appartenenti a 15 comuni della Regione. Di questi ancora non è stato fornito il numero di quelli attribuibili alla variante inglese, in quanto sono ancora in corso i test.  A fornire i dati è stato l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini nel corso del tavolo di confronto con il mondo della scuola che si è tenuto ieri pomeriggio alla presenza dell’assessore all’Istruzione Giorgia Latini del dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale Marco Ugo Filisetti delle associazioni e del mondo sindacale, Upi, Anci Marche.

«La riapertura delle scuole superiori al 50 per cento non ha inciso in modo significativo sull’avanzamento dei contagi da covid-19, perché la maggior parte dei casi interessano le scuole primarie» afferma l’assessore all’Istruzione Latini. «La nostra attenzione è massima, continuiamo a monitorare i focolai e il servizio sanitario sta intervenendo con gli screening» rassicura. In tre comuni, Castelfidardo, Tolentino, Pollenza gli studenti e il personale scolastico (docenti e Ata) sono stati sottoposti a screening per monitorare il grado di diffusione della variante inglese ed entro questo fine settimana saranno 4mila gli studenti testati. Intanto un focolaio sta interessando Sassoferrato dove il sindaco ha provveduto alla chiusura delle scuole.

Giorgia Latini
Giorgia Latini, assessore regionale all’Istruzione

I comuni interessati dai contagi nelle scuole al momento sono Castelfidardo, Tolentino, Jesi, Pesaro, Pollenza, Ancona, Fabriano, Fano, Fermo, Sassoferrato, Osimo, Civitanova Marche, Senigallia, Macerata e Recanati. L’assessore all’Istruzione però rassicura sul fatto che le scuole resteranno aperte e che provvedimenti di chiusura potranno interessare solo gli istituti colpiti da focolai. Ieri nel corso del tavolo di confronto con il mondo della scuola e l’Ufficio Scolastico Regionale gli assessori Latini e Filippo Saltamartini (Sanità) hanno spiegato che i docenti verranno vaccinati subito dopo gli over 80 e avranno «una corsia dedicata nei punti di vaccinazione attivati dalla Regione», 15 in tutto sul territorio regionale.

L’Ufficio Scolastico Regionale ha annunciato che provvederà alla raccolta dei dati per un monitoraggio delle classi in quarantena, dati utili ad avere il polso della situazione degli studenti e dei docenti in isolamento così da fornire un quadro complessivo della situazione, fondamentale anche per i decisori politici. Il direttore Marco Ugo Filisetti spiega che «pur rilevando un incremento nel numero dei contagi», si tratta di numeri «nettamente minoritari rispetto all’intero sistema scolastico che conta più di 200mila studenti e circa 30mila operatori», in ogni caso fa sapere «manteniamo la guardia alta e la massima allerta».

Da sinistra: Paola Sarzano Snals Confsal, Claudia Mazzucchelli, Uil scuola, Lilly Gargamelli, Flc Cgil, Marche e Anna Bartolini, Cisl scuola (immagine di repertorio)

Presente al tavolo anche Lilly Gargamelli segretaria regionale Cgil Scuola che ha chiesto alla Regione di inserire gli insegnanti fra le categorie prioritarie per la vaccinazione e una campagna informativa sui vaccini fatta dal Sistema Sanitario Regionale. La sindacalista ha poi rimarcato il fatto che sono numerosi gli insegnanti risultati positivi al virus, tra coloro che lavorando nelle scuole dell’infanzia «dove non c’è l’obbligo di indossare la mascherina per i bambini e non c’è quel di stanziamento fisico necessario a limitare il contagio, oltretutto – afferma – i bambini quando contraggono l’infezione sono asintomatici». 

Per questo Cgil ha chiesto alla Giunta di fornire agli insegnanti mascherine Ffp2 maggiormente protettive contro il virus. Poi ha acceso un faro sul fatto che non in tutte le scuole, non solo marchigiane, le mascherine promesse dal governo «non sempre vengono consegnate settimanalmente o giornalmente in tutti gli istituti». Una anomalia nazionale sulla quale chiede di fare luce evidenziando che «ci sono regioni, anche vicine a noi, dove sono ferme nei depositi senza che ci sia stata l’autorizzazione alla consegna. È un costo che non si può pensare che sia a carico delle famiglie».

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