Ancona-Osimo

Covid, al Salesi di Ancona donna in Rianimazione. Molti i sanitari assenti per infezione o contatto con positivi

La donna, è giunta quasi alla 33esima settimana. Ospedale sotto pressione per le assenze di sanitari legate all'infezione. Ecco la situazione

L'ingresso dell'ospedale materno infantile Salesi
L'ingresso dell'ospedale materno infantile Salesi

ANCONA – Salesi sotto pressione tra ricoveri Covid e sanitari in quarantena per positività o contatto con persone positive al virus. Ad oggi nell’ospedaletto di Ancona sono 11 i ricoverati nelle aree Covid, si tratta di 3 donne in gravidanza e 8 bambini: 4 bambini sono in semintensiva, nessuno dei quali fortunatamente è grave, mentre una donna, giunta quasi alla 33esima settimana di gravidanza, è ricoverata nel reparto di Rianimazione Pediatrica.

La donna, è ricoverata nel reparto da lunedì, in conseguenza ad una polmonite da Covid ed è in ventilazione non invasiva. Nelle ultime settimane all’ospedaletto si è registrato «un aumento dei casi pediatrici rispetto alle settimane precedenti – spiega la dottoressa Laura Polenta, della direzione medica del Salesi – ma negli ultimi giorni si assiste ad una leggera stabilizzazione, come anche nell’area Covid Ostretrico-Ginecologica».

«Molti i casi di sanitari» in quarantena, aggiunge Polenta, perché positivi al virus o per contatti con persone positive, un fatto «che sta creando problemi nella copertura dei turni di lavoro, ma cerchiamo di far fronte alla situazione di emergenza, con turni aggiuntivi». 

Alessandro Simonini, primario Anestesia e Rianimazione pediatrica del Salesi di Ancona

Una questione su cui interviene anche il primario della struttura complessa di Anestesia e Rianimazione Pediatrica del Salesi, Alessandro Simonini il quale evidenzia che l’ospedaletto «dalla seconda metà di dicembre è sotto pressione» per le assenze dei sanitari, legate a infezione o quarantena, ma anche per «la complessa gestione dei percorsi Covid, soprattutto nel Blocco Operatorio» che impongono al personale «turni di lavoro massacranti e in molti, compreso il sottoscritto, lavoriamo per dodici ore consecutive anche per diversi giorni nella settimana». Assenze, spiega, che «costringono ad una continua modifica dei turni di servizio» e ad «un carico di lavoro che non è sostenibile nel lungo periodo».

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