Ancona-Osimo

Covid Hospital, Anaao Assomed: «Lasciarlo in standby per riattivarlo in caso di emergenza»

Il vice segretario regionale del sindacato dei medici e dei dirigenti sanitari solleva nuovi dubbi sulla struttura in fase di realizzazione all'Ente Fiera di Civitanova Marche e chiede di stopparla

Il sopralluogo del presidente Ceriscioli con Guido Bertolaso al covid hospital

ANCONA – Lasciare il Covid Hospital in stand by appena ultimati i lavori per attivarlo in caso di emergenza. È quanto chiede Anaao Assomed che torna sulla questione della maxi terapia intensiva all’Ente Fiera di Civitanova Marche che la Regione sta realizzando per sgravare le terapie intensive degli ospedali marchigiani e farli tornare alla normalità, appena sarà pronta. Una richiesta, quella del sindacato dei medici e dirigenti sanitari, che muove il passo dalla considerazione che «a oggi ci sono appena 44 ricoverati in terapia intensiva nelle Marche e che quindi, anche per non distrarre risorse umane preziose, al momento non è sostenibile» come osserva Roberto Gobbato, vice segretario regionale Anaao Assomed Marche.

Già nei giorni scorsi il nostro segretario regionale Oriano Mercante aveva sollevato dei forti dubbi sulla reale utilità operativa della nuova struttura e sul personale da impiegarvi, «ma dopo che lo stesso presidente Ceriscioli ha chiarito in maniera inequivocabile che il personale che dovrebbe operare nella struttura in costruzione sarà fornito dall’Asur – prosegue Gobbato –  e che la dirigente generale Storti ha autorizzato la successiva pubblicazione del bando» per le prestazioni aggiuntive, «non sussistono più dubbi».

Il bando della Regione infatti invita medici e infermieri alla manifestazione di interesse per prestazioni aggiuntive, ovvero oltre l’orario di lavoro prestato nei nosocomi in cui lavorano. Una situazione che fa storcere il naso, e non poco, ad Anaao Assomed. Per Gobbato «la struttura prevista dal bando non quantifica ad oggi un organigramma preciso del personale sanitario necessario ma possiamo prevedere non meno di un centinaio di unità».

Inoltre secondo il vice segretario regionale le figure professionali specialistiche previste come rianimatori, infettivologi e pneumologi «sono “merce rara” nell’ambito di tutta l’Asur» e «molte delle Unità Operative in cui lavorano sono in carenza di organico anche e soprattutto per la mancata programmazione delle Scuole di Specializzazione sul fabbisogno regionale».

Roberto Gobbato, vice segretario Anaao Assomed

Insomma un rebus di difficile soluzione, specie se si aggiunge il fatto che, come osserva Anaao Assomad «la scelta di utilizzare la modalità delle prestazioni aggiuntive indica chiaramente una provvisorietà della struttura e del personale operante: ogni settimana un turno diverso».

Ma a far riflettere il sindacato è anche la questione del post emergenza con il ritorno di molti ospedali all’attività ordinaria. Il rischio, secondo Gobbato è che per «smaltire le liste di attesa allungatesi in questo periodo nel quale ogni prestazione è stata rimandata per lasciare spazio ai malati Covid» poi  le Aree Vaste possano trovarsi «nella necessità di chiedere orario aggiuntivo anche se non c’è alcun riferimento normativo a fondi a disposizione né alle modalità di esecuzione considerando il tempo di viaggio per raggiungere Civitanova Marche e del tempo di vestizione (lungo e laborioso) né infine alle modalità di conciliazione dell’orario normale e quello aggiuntivo o ai riposi orari compensativi».

Anaao Marche ribadisce che sarebbe stato più opportuno «potenziare le strutture già esistenti, assumendo o formando professionisti, inserendoli in realtà già esistenti, programmando perciò per il futuro, mentre si è preferito costruire qualcosa di precario ed instabile, spacciandolo per un progetto di ampio respiro». Emblematica secondo Gobbato l’esperienza di Milano che avrebbe dovuto «già bastare per evitare lo stesso errore», inoltre osserva che «sono caduti nel vuoto anche gli appelli di molti professionisti del settore e di alcuni politici di diversa estrazione per fermare uno spreco di denaro in una situazione economica già minata».

Insomma per Anaao Assomed il rischio concreto è che «il Covid Hospital sarà inaugurato da chi lo ha voluto ma che a brindare saranno quegli operatori privati della sanità a cui questa giunta regionale e il presidente in particolare, continua a strizzare l’occhio»

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