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Covid in crescita nelle Marche. Giacometti: «Quadro ben diverso rispetto a tre anni fa». Le nuove varianti

In Clinica di Malattie Infettive dell'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche i ricoveri di persone positive al virus hanno iniziato ad aumentare, passando da un 1-2 a circa 5. A trainare la ripresa della circolazione del virus è la variante Eri

Andrea Giacometti, professore di Malattie Infettive e Pneumologia presso l'Università Politecnica delle Marche

ANCONA – Nelle Marche continuano a crescere i casi di infezioni da Covid-19 e i ricoveri in ospedale. Rispetto a fine agosto, quando i positivi rilevati erano 342 e i ricoveri 26, i contagi sono arrivati a 533 (dato aggiornato al 15 settembre) mentre i ricoveri sono saliti a 78, di cui 4 nei reparti di terapia intensiva.

In Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche i ricoveri di persone positive al virus hanno iniziato ad aumentare, passando da un 1-2 a circa 5 degenti. «Numeri ancora contenuti – osserva il direttore del reparto Andrea Giacometti – per lo più si tratta di persone ultrasettantenni che vengono ricoverate perché affette anche da altre patologie. Un quadro ben diverso rispetto a quello che vedevamo tre anni fa. Uno solo dei ricoverati ha sviluppato una polmonite da Covid».

Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, la variante EG.5, alias Eris, sta emergendo sempre di più, mentre per ora non sarebbe stata rilevata la variante cosiddetta Pirola. Eris attualmente è la variante del Sars-CoV-2 prevalente in Italia. Quali sono i sintomi? Naso che cola, tosse, mal di gola e congestione delle vie respiratorie superiori.

«Eris è ‘figlia’ della variante Kraken che aveva circolato molto tra Europa e Stati Uniti – spiega il professor Giacometti – E proprio sulla variante Kraken è stato realizzato un nuovo vaccino» che ha avuto il via libera dall’Ema, l’autorità europea per i medicinali, nei giorni scorsi. Si tratta del vaccino monovalente Moderna Spikevax XBB.1.5 che «sarà molto più efficace rispetto ai vecchi vaccini, basati sui ceppi originari del virus, anche sulle nuove sottovarianti».

L’infettivologo evidenzia che dal punto di vista virologico «la malattia è cambiata» anche perché «la popolazione si è immunizzata» tra vaccinazioni e infezioni naturali. Che inverno ci aspetta? «Ci sarà un aumento dell’incidenza e dei casi Covid, ma credo che sarà un inverno tranquillo. In reparto probabilmente passeremo da un’occupazione di casi Covid del 5% ad un terzo dei posti letto, ma non saranno casi gravissimi come tre anni fa. L’importante è che le persone a rischio e gli anziani si vaccinino sia contro il Covid che contro l’influenza stagionale: sono gli over 65 i più colpiti».

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