Ancona-Osimo

Covid, cambiano i sintomi dell’infezione. Giacometti: «Ora si manifesta come un raffreddore o un’influenza»

Cambiano i sintomi dell'infezione da covid con la variante Delta. Lo rileva uno studio inglese e lo conferma l'infettivologo Andrea Giacometti

ANCONA – Cambiano i sintomi dell’infezione da covid-19 in chi ha contratto la variante Delta.  È quanto emerge da uno studio inglese. L’indagine avrebbe infatti rilevato che i sintomi più comuni di chi ha contratto l’infezione da variante Delta, variano leggermente da quelli del ceppo originario.

Oltre alla perdita del gusto, caratteristica degli altri ceppi del virus, ci sono starnuti, mal di testa, naso che cola e gola infiammata. Inoltre lo studio evidenzia che le persone che hanno contratto la variante cosiddetta “Indiana” dopo aver ricevuto almeno una dose di vaccino, si ammalerebbero meno gravemente e guarirebbero più rapidamente degli altri.

Anche gli esperti marchigiani confermano la variazione nella sintomatologia. «Ora è più frequente la rinite, ossia il naso che cola e gli starnuti – afferma il professor Andrea Giacometti, primario della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona – , poi ancora il mal di testa, il mal di gola, il malessere».

L’infettivologo fa sapere anche che «la polmonite può essere presente, ma forse più raramente. Non abbiamo ancora abbastanza dati per capire se la variante Indiana (Delta) sia veramente meno aggressiva e pericolosa. Io credo di sì».

Giacometti sottolinea che l’infezione «ora si manifesta prevalentemente come un raffreddore o un’influenza, però alcuni epidemiologi affermano che questo fenomeno positivo si verifichi solo in chi si è vaccinato, meglio con due dosi».

Andrea Giacometti, primario Clinica Malattie Infettive Torrette

Insomma «è presto per dire se la variante delta sia pericolosa come le precedenti in chi non si è vaccinato affatto»,  ma una spiegazione di questa variazione della sintomatologia potrebbe risiedere nel fatto che «l’evoluzione virale deve in maniera naturale portare il virus SARS-CoV-2 ad essere sempre più trasmissibile ma meno patogeno. In pratica – afferma Giacometti – dovrebbe diventare più facile contagiarsi ma con sintomatologia più attenuata».

Intanto la Fondazione Gimbe rileva nella settimana 30 giugno-6 luglio un incremento di nuovi casi covid rispetto alla settimana precedente (5.571 contro 5.306, +5%) e parallelamente un calo dei decessi (-26,4%) e dell’occupazione nelle terapie intensive (-30,7%) italiane. A scendere sono anche i ricoverati con sintomi (-24,2%) e i casi attualmente positivi (-19,4%).

«C’è un certo trend in risalita dei contagi e ciò è dovuto principalmente alla maggiore contagiosità della variante Delta e all’allentamento delle misure di sicurezza – afferma Giacometti – . Attualmente è consentito non indossare più la mascherina all’aperto, ma purtroppo molti dimenticano che anche per strada o al mare la mascherina va indossata se ci si trova in una situazione di assembramento, come ad esempio un festeggiamento post-partita».

«I decessi vanno pian piano diminuendo – prosegue – . Questo fenomeno trova la spiegazione nel fatto che tali decessi sono collegati a ricoveri avvenuti settimane fa: i soggetti coinvolti sono per lo più affetti dal covid causato dalla variante inglese, non dall’indiana. In ogni caso – conclude – fa comunque ben sperare il fatto che l’aumento dei contagi non correli, almeno al momento, ad un aumento dei ricoveri e dei decessi».