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Coronavirus, report Camera di Commercio. Sabatini: «Sistema economico attivo e pronto alla ripresa»

Dall'analisi a 40 giorni dal lockdown emerge un sistema produttivo sotto stress, ma anche energico per una ripartenza. Il commento del presidente Istao Marcolini e dell'economista Gallegati

imprese, produttività, mondo economico e sociale, digital marketing, digitalizzazione

ANCONA – Tasso di crescita negativo nelle Marche nel primo trimestre 2020 quando il numero delle cessazioni è stato inferiore a quello delle iscrizioni. È la fotografia scattata dalla Camera di Commercio delle Marche che ha realizzato un report a 40 giorni dal lockdown. La rilevazione Movimprese mostra nel periodo gennaio-marzo di quest’anno 2.433 iscrizioni a fronte di 3.828 cessazioni nette con un saldo negativo di -1.395 unità.

«Un numero non molto dissimile da quello rilevato nel primo trimestre dello scorso anno» si legge nel report. Sul fronte del tasso di crescita trimestrale invece il dato evidenzia anche qui un andamento negativo pari al -0,83% anche se «stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente», ma più sfavorevole rispetto alla media nazionale che si ferma al -0,50%, quando nel primo trimestre del 2019 era del -0,36%.

Insomma il report mostra un primo segnale di stress per il sistema produttivo marchigiano, anche se evidenzia segnali di vitalità come mostra anche il dato dei servizi richiesti alla Camera di Commercio, fra i quali visure e altre pratiche. Nell’ultimo mese, infatti, nonostante la fisiologica diminuzione delle attività, sono comunque state rilasciate 449 visure ed evase oltre 9000 pratiche del registro Imprese, sono stati vidimati 442 libri e rilasciati 1045 dispositivi tra firma digitale e carte tachigrafiche, infine sono stati depositati 131 marchi.

Gino Sabatini,
Gino Sabatini, presidente Camera di Commercio Marche

Insomma un chiaro segnale che gli imprenditori non si vogliono arrendere e sono pronti e desiderosi di ripartire: «In valore assoluto, tutti i numeri sono conseguenza di due mesi di lockdown – spiega il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini -, ma indicano anche che i processi digitali non si sono fermati e, soprattutto, rappresentano tracce chiare di un sistema economico che, sia pure in una situazione di stress estremo, ha continuato a essere attivo e si sta preparando con grande energia e senso di responsabilità alla ripresa delle attività».

«La conoscenza, lo studio e l’interpretazione anche anticipata di dati e informazioni – conclude Sabatini – consente alla Camera di Commercio delle Marche di aggiungere una nuova missione: diventare una sorta di abilitatore della competitività delle nostre Pmi, fornendo loro ulteriori pilastri sui quali costruire una possibile ripresa».

Dal report emerge in sostanza che c’è ancora chi brevetta, interagisce coi partner esteri. Essenziali in questa fase in cui il mondo produttivo si è spostato soprattutto sul web, la firma digitale e la formazione webinar alla quale gli imprenditori marchigiani stanno partecipando con interesse alle attività seminariali on line: un centinaio gli iscritti in media ad ogni corso. Fra i più richiesti quelli sul commercio on line e il market place. E proprio su questo filone è in programma un appuntamento di formazione gratuito sull’internazionalizzazione previsto per mercoledì 29 aprile alle 14.30, promosso con Ubi Banca.

Pietro Marcolini
Pietro Marcolini

Fra i dati più interessanti che emergono dal report della Camera di Commercio, il presidente Istao Pietro Marcolini pone l’accento sul rapporto delle cancellazioni con le iscrizioni e sul tasso di crescita del primo trimestre per classi di forma giuridica che «mentre sul piano italiano vede una riduzione dello 0,50, nelle Marche la riduzione è dello 0,83%. Lo stesso dicasi per la demografia delle imprese dove rispetto al dato italiano ci sono dei picchi dello 0,99 in provincia di Macerata».

Complessivamente secondo Marcolini «sembra esserci un leggero differenziale negativo nelle Marche». Inoltre il presidente Istao rifacendosi ad uno studio nazionale Cerved delle Camere di Commercio, sottolinea come tra le attività più in difficoltà ci siamo «alberghi, agenzie di viaggio, tour operator, aeroporti, distribuzione, concessionari di auto, fiere e convegni, che diminuiscono fra il 25 e 35% di fatturato solo nei primi 3 mesi del 2020 rispetto al 2019». Settori che stanno andando malissimo, ma affianco a questi c’è anche chi cresce come osserva Marcolini: il commercio online che cresce di quasi il 30%, la distribuzione alimentare che segna un +15%, gli apparecchi medicali e le specialità farmaceutiche che aumentano oltre il 10%, poi  anche ortofrutta e lavanderie, insomma settori che reagiscono ma che «non rappresentano neanche il 7% del totale, uno scenario molto preoccupante».

Nelle Marche, secondo il presidente Istao, rispetto all’occupazione e al fatturato «c’è un dato leggermente superiore rispetto alla media nazionale», inoltre evidenzia la necessità che «gli interventi sull’emergenza non  devono dimenticare la ripartenza».

Secondo Marcolini servono «incentivi alle piccole e medie imprese in termini di liquidità e di emergenza, ma anche in termini di sosteno alla riorganizzazione della produzione, del consumo futuro: quella è la partita decisiva. Chi si rinnova e si riorganizza sopravvive chi invece non lo fa rischia di essere escluso dalla ripartenza».

Laudatio del Prof. Mauro Gallegati

Commentando i dati del report l’economista Mauro Callegati pone l’accento sul fatto che la metà delle imprese è interessata dalla crisi scatenata dal lockdown che ha portato alla paralisi della produzione, ma evidenzia anche che «il peggio è quello che deve ancora arrivare». Il docente di Economia all’Università Politecnica delle Marche, allievo di Giorgio Fuà ed Hyman Minsky, oltre che visiting professor in diverse università, tra le quali Stanford, Mit e Columbia, osserva che fra le attività che stanno rischiando di più nelle Marche ci sono il turismo e l’edilizia legata alla ricostruzione post sisma. «I concerti e le attività estive rischiano di saltare completamente – spiega – e il turismo al momento è completamente paralizzato».

Ma a pagare un caro prezzo saranno soprattutto le zone colpite dal terremoto del 2016 che come osserva il professor Gallegati «avevano grandi difficoltà già prima dell’arrivo della pandemia e che ora rischiano di veder nuovamente  bloccata la ricostruzione». Insomma un entroterra flagellato prima dal sisma e poi dalla pandemia.

Secondo Gallegati però in questo quadro così nero l’Italia ha «una buona occasione per cambiare il modo di produrre, rendendolo più sostenibile. Il PIl è importante, ma non è tutto – osserva -. Non possiamo più andare avanti così, a distruggere l’ambiente».

Sul fronte delle azioni possibili «anche la Regione può dare il suo contributo per risollevare l’economia del territorio ad esempio intervenendo sull’aeroporto: non può esserci un turismo davvero completo se non c’è un aeroporto che riesca a garantire gli arrivi dall’estero. Un’azione essenziale anche sul fronte dell’attività universitaria, dal momento che non sono possibili convegni né congressi con studiosi esteri per i quali arrivare nelle Marche richiederebbe troppo tempo dal momento che mancano molti collegamenti diretti»

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