Ancona-Osimo

Coronavirus, Mercante: «Ora è tempo di assumere personale medico»

Parla il segretario di Anaao Assomed Marche e dice: «Oggi non è il tempo delle polemiche». L'appello del segretario regionale Aaroi, Marco Chiarello, ai colleghi pensionati

ANCONA – Tutelare i medici che lavorano in prima linea nell’emergenza Coronavirus e potenziare le schiere del personale con nuove assunzioni urgenti. È quanto chiedono Anaao Assomed Marche e Aaroi Marche, le due sigle sindacali che tutelano medici, dirigenti sanitari, anestesisti e rianimatori. Per far fronte all’emergenza sanitaria il personale non si risparmia e sta lavorando su turni massacranti e come se non bastasse senza le mascherine protettive che sono divenute introvabili. 

Una generosità, quella degli operatori sanitari, che unita alle altissime professionalità, confermano ancora una volta il sistema sanitario pubblico italiano come una eccellenza nel panorama internazionale. Nonostante le linee guida ministeriali non prevedano di indossare mascherine protettive nei luoghi di lavoro ad eccezione che non vengano rispettate le distanze minime di un metro, o per recarsi a fare la spesa, la popolazione presa dal panico ha fatto incetta nelle farmacie e parafarmacie e nei negozi online di questi dispositivi lasciando di fatto sguarniti gli operatori sanitari che ogni giorno sono in contatto con chi il Coronavirus ce l’ha davvero.

«Oggi non è il tempo delle polemiche – spiega Oriano Mercante, segretario di Anaao Assomed Marche facendosi portavoce di oltre 660 iscritti nel territorio regionale – ma solo quello di mettersi tutti a disposizione di una situazione emergenziale mai vista e per la quale occorre fare fronte
comune».

Mercante pone l’accento sulla necessità di assumere personale medico, come anestesisti, rianimatori, pneumologi, cardiologi, per rimpinguare le fila degli internisti che sono in prima linea nell’emergenza. Sulla ristrutturazione degli ospedali per ricavare posti letto spiega per anni il sindacato aveva posto la questione degli ospedali pubblici: «Ora si stanno riaprendo i vecchi ospedali per far fronte all’emergenza e si chiede aiuto ai privati, ma per anni è rimasto inascoltato il nostro appello, cioè il fatto che si stava penalizzando troppo la sanità pubblica in favore di quella privata».  Mercante sottolineando che «solo la sanità pubblica è in grado di dare risposte ai problemi gravi di salute e alle situazioni emergenziali» come quella attuale, pone l’accento sul fatto che «i problemi non si possono risolvere solo con i sacrifici dei medici, degli infermieri e di tutti gli altri operatori sanitari che stanno lavorando allo stremo delle forze e per di più senza protezioni adeguate». 

Una battaglia, quella di sensibilizzare alla protezione degli operatori sanitari, che Anaao Assomed sta portando avanti anche a livello nazionale, «ma al contempo – sottolinea Mercante – riconosciamo che con l’inserimento d’urgenza di nuovo personale attraverso procedute semplificate e la volontà di acquistare materiale sia beneficiando di stanziamenti supplementari pubblici che utilizzando le generose donazioni dei privati, si stia facendo quanto necessario per affrontare la crisi».

«Quando saremo fuori da questa emergenza – conclude il segretario di Anaao Marche – siamo convinti che gli appelli inascoltati che per anni abbiamo indirizzato ai vari governi succedutisi negli ultimi 20 anni a tutela del sistema sanitario pubblico saranno finalmente riconsiderati».

Concorde sulla stessa posizione anche la Aaroi il cui segretario regionale Marco Chiarello attesta l’immane lavoro dei 320 colleghi in prima linea. «Il potenziamento delle rianimazioni (93 pazienti oggi – 86 ieri) si è potuto  effettuare con turnimassacranti e abnegazione di tutti» – spiega. L’appello del segretario Chiarello è anche diretto ai colleghi recentemente pensionati. «Rientrate e dare una mano – chiede a nome degli Anestesisti e
Rianimatori – nella speranza che tutti gli operatori siano posti in condizioni idonee per fare fronte al problema che, come siamo abituati da sempre, verrà superato», conclude Chiarello.

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