Ancona-Osimo

“Core mio”, taglio del nastro ad Ancona per la casa che ospita le famiglie dei bambini operati al cuore

La struttura ha 5 camere matrimoniali e una cucina in comune. Oltre 1400 gli interventi annui eseguiti nel reparto di Cardiochirurgia Pediatrica dell'ospedale di Torrette guidato dal primario Marco Pozzi. Anima dell'iniziativa è don Giancarlo, il sacerdote che guida la Parrocchia Cristo Divino Lavorato, che ha accolto la richiesta del Comitato Genitori Bambini Cardiopatici

ANCONA – Si chiama “Core mio” la casa che accoglie le famiglie dei bambini operati al cuore inaugurata ieri, 15 maggio, ad Ancona in piazzale Camerino. Presenti Don Giancarlo, parroco della Parrocchia Cristo Divino Lavoratore di Ancona, Valentina Felici, presidente del Comitato Genitori Bambini Cardiopatici di Torrette, Fabio Sturani, responsabile della Segreteria del presidente regionale, Michele Caporossi, direttore degli ospedali Riuniti di Ancona, Stefano Foresi, assessore del Comune di Ancona, Marco Pozzi, primario della Cardiochirurgia Pediatrica di Torrette.

La struttura di accoglienza è stata realizzata una decina di anni fa da Don Giancarlo, il sacerdote che guida la Parrocchia Cristo Divino Lavoratore e che con grande impegno ha saputo tradurre in opere concrete lo spirito di solidarietà che lo anima coinvolgendo istituzioni e volontari. Oggi quella struttura è cresciuta e, rispetto al passato, può accogliere gli interi nuclei familiari dei bambini operati a Torrette, anche per le dimissioni protette. Don Giancarlo, ha infatti accolto la richiesta del Comitato Genitori Bambini Cardiopatici di Torrette di realizzare una casa dedicata proprio a queste famiglie.

Don Giancarlo, parroco Cristo Divino Lavoratore

La cardiochirurgia degli Ospedali Riunti di Ancona, fiore all’occhiello della sanità marchigiana, è infatti divenuta un punto di riferimento nazionale che richiama moltissime famiglie provenienti da tutta Italia che scelgono di operare qui i propri figli.
Ed è proprio per garantire un’accoglienza sicura a queste famiglie che è nata “Core mio”, per permettere a questi genitori di stare vicino ai figli in un momento così complesso della propria vita.

All’interno della casa è stata realizzata anche una sala giochi per i piccoli ospiti, siano essi i fratellini dei pazienti, e gli stessi pazienti in dimissione protetta. Insomma un nido sicuro e accogliente dove le famiglie si sentono protette e possono interagire tra loro. Cinque camere matrimoniali tutte dotate di servizi privati e una cucina in comune dove potersi ritrovare tutti insieme. Il tutto si sviluppa nell’ambito di un piano dell’edificio dedicato completamente a queste famiglie.

Si è detto felice don Giancarlo per la realizzazione della struttura: «Abbiamo potuto dare una risposta adeguata alle famiglie dei bambini operati al cuore, genitori che hanno sempre molte ansie e preoccupazioni dentro, perché a volte la vita di chi ha problemi al cuore può essere diversa da quella degli altri. Ci ha fatto molto piacere vedere tante autorità cittadine. Abbiamo bisogno di coinvolgere anche loro sui temi della sensibilità di servizio e sui valori umani. La cultura dell’accoglienza ci sta a cuore ed è la nostra grande battaglia. Vogliamo che la gente apra gli occhi e che dia il suo contributo in famiglia, nel vicinato e nella comunità. Per questo abbiamo coniato lo slogan “sì se posso”».

«Grazie alla possibilità che ci ha dato Don Giancarlo di accogliere queste famiglie nella casa “Core mio” finalmente il reparto della cardiochirurgia può avere un tassello in più che è assolutamente fondamentale per la cura del bambino e di tutta la famiglia – ha commentato Valentina Felici, presidente del Comitato Genitori Bambini Cardiopatici di Torrette -. Perché casa è dove si trova il cuore e “Core mio” per noi è proprio questo».

Una delle camere di "Core mio"
Una delle camere di “Core mio”

Sono oltre 50mila i ricoveri annui agli Ospedali Riuniti di Ancona e più di 10mila i visitatori giornalieri tra Torrette e Salesi. Gli Ospedali Riuniti di Ancona, unaa vera e propria eccellenza nazionale, sono tra i primi 20 ospedali italiani complessi. Oltre 1400 gli interventi annui eseguiti tra quelli del reparto di Cardiochirurgia guidato dal primario Marco Di Eusanio e quelli del reparto di Cardiochirurgia Pediatrica guidato dal primario Marco Pozzi.

Quello di Torrette è il primo centro pubblico in Italia per numero di interventi, tanto da doppiare addirittura il San Raffaele, come ha evidenziato il direttore generale degli Ospedali Riunti di Ancona, Michele Caporossi che ha posto l’accento anche sull’importanza della catena della solidarietà.
Nelle Marche solo oltre 200 le associazioni di volontariato delle quali 47 legate agli Ospedali Riuniti di Ancona e riunite nella Marcangola, la rete dedicata all’oncologia. «Non ce la possiamo fare senza queste esperienze di solidarietà – ha sottolineato Caporossi – . Il futuro della sanità sarà sempre più organizzato intorno alla rete del volontariato e della solidarietà». Un fatto testimoniato, come ha evidenziato il direttore generale anche dal gran numero di badanti registrate in Italia, oltre 900mila, «riprova che viviamo in una realtà molto complessa dove la parola d’ordine del domani è core mio».
Da sinistra Stefano Foresi, Monsignor Angelo Spina, Marco Pozzi, Valentina Felici e Don Giancarlo
Da sinistra Stefano Foresi, Monsignor Angelo Spina, Marco Pozzi, Valentina Felici e Don Giancarlo

Soddisfatto della casa di accoglienza “Core mio” anche il primario della Cardiochirurgia Pediatrica, Marco Pozzi, da sempre molto vicino alle famiglie e impegnato con la sua equipe a rendere il percorso ospedaliero il meno traumatico possibile. «Con Don Giancarlo è stato amore a prima vista – spiega Pozzi – per noi è importante pensare non solo al cuore del bambino ma anche a tutta tutta la famiglia, anche quando non è in ospedale. La casa di accoglienza di Don Giancarlo è diversa dalle altre perché mette a disposizione non solo uno spazio per dormire ma anche per condividere momenti di socialità con le altre famiglie. La condivisione può dare un grande sostegno e queste sono esperienze molto positive».

Il responsabile della Segreteria del Presidente regionale, Fabio Sturani, ha evidenziato il grande lavoro di solidarietà compiuto per realizzare la casa di accoglienza ed ha ricordato l’impegno della Regione in ambito sanitario con investimenti in tecnologia e occupazione: «Continueremo ad investire e intanto lunedì scorso (13 maggio) abbiamo consegnato e recintato il cantiere del nuovo Salesi che sorgerà a Torrette». «Le strutture ci sono ma al di la delle mura servono personale qualificato e quell’atto di solidarietà messo in campo dal volontariato. Core mio – ha concluso – si aggiunge come ulteriore offerta verso chi ha bisogno, una ulteriore tappa nel disegno fondamentale di Don Giancarlo, dove la rete tra le famiglie è un ulteriore valore aggiunto. Occorre guardare al futuro con fiducia e impegno».

Da sinistra Michele Caporossi, Monsignor Angelo Spina, Marco Pozzi, Valentina Felici e Don Giancarlo

L’Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo, Monsignor Angelo Spina, ha ricordato la sua visita al reparto di Cardiochirurgia Pediatrica del dottor Pozzi, dove ha osservato tanti piccoli ammalati ed ha espresso gratitudine verso Don Giancarlo per aver intrapreso «un cammino binario di misericordia del cuore e delle opere».

Prudenza, previdenza e provvidenza, le tre parole chiave della solidarietà espresse dall’Arcivescovo che ha sottolineato come il cuore rappresenti la vita. «Oggi la società ha il cuore indurito, scoprire una casa come “Core mio” che non è un appartamento dove ci si apparta, ma un luogo dove si sta insieme, con porte aperte per entrare e uscire nel grande valore della libertà, rappresenta il segno di una società che si rinnova, dove sincronia, sintonia e simpatia sono le tre parole chiave del cuore. Questo ci rende umani».

La cittadella della solidarietà c’è e funziona – ha detto l’assessore Stefano Foresi – . “Core mio” è un servizio indispensabile perché riunire tutta la famiglia aiuta a sollevare dalle difficoltà di queste situazioni».

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