Ancona-Osimo

Ancona, consiglio regionale: ok al bilancio consolidato. Critici Pd e M5s

Il bilancio consolidato della Regione Marche si è chiuso con un utile di 194 milioni di euro, con un incremento di 5 milioni rispetto all'anno precedente

Seduta aperta del Consiglio regionale

ANCONA – Si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo dell’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano (morto il 22 settembre) su invito del presidente dell’Assemblea Legislativa, Dino Latini, la seduta del Consiglio regionale delle Marche, slittata proprio per la concomitanza con i funerali laici.

Latini in un passaggio del suo intervento ha ricordato la figura del presidente emerito, primo ad essere stato nominato per due mandati consecutivi: «Un uomo che dal dopoguerra in poi – ha detto Latini – ha avuto una visione del mondo con un’Italia più democratica e inserita nel contesto europeo, rispettando sempre le istituzioni e la Costituzione».

Nella seduta il via libera al bilancio consolidato della Regione Marche che si è chiuso con un utile di 194 milioni di euro, con un incremento di 5 milioni rispetto all’anno precedente. Il provvedimento è stato approvato a maggioranza, mentre Pd e M5s hanno votato contro. Ad illustrarne i contenuti in Aula sono stati l’assessore regionale al Bilancio Goffredo Brandoni (FdI), la relatrice di maggioranza Jessica Marcozzi (FI) e la relatrice di minoranza Marta Ruggeri (M5s).

L’assessore regionale Brandoni ha ricordato che i risultati del Bilancio consolidato derivano essenzialmente dal Bilancio regionale, e che anche le società e gli enti strumentali hanno contribuito positivamente al risultato di esercizio.
Le critiche mosse dalle opposizioni, Pd e M5s, hanno riguardato sia l’inserimento tardivo del Consolidato per la discussione in Aula (per rispettare la scadenza del 30 settembre), sia i rilievi mossi dai revisori e dalla Corte dei Conti in sede di giudizio di parifica. In particolare, Ruggeri ha ricordato che i revisori avevano messo in luce la necessità di «valutare e migliorare l’azione amministrativa ed il sistema dei controlli interni, stabilendo ed adottando idonee procedure che evitino l’aggiramento delle norme stringenti vigenti per la Pubblica Amministrazione, in particolare in tema di acquisti senza gara e a trattativa privata per l’affidamento di servizi e forniture di beni».

Tra le criticità la pentastellata ha evidenziato «la partecipazione indiretta nella Interporto Marche S.p.a.. La Corte dei Conti già nel giudizio espresso sul Rendiconto 2021 aveva evidenziato la mancanza dei presupposti indicati dal Testo Unico delle Società Partecipate per il mantenimento della partecipazione, stigmatizzando l’ingente esborso di risorse del bilancio regionale a favore di quella società ed i consistenti debiti verso la Regione che, secondo il giudice referendario della sezione di controllo, denotano da parte di questa amministrazione regionale, una condotta piuttosto lontana dalle ragioni della prudenza. Inoltre, non sono mancate le critiche anche sulla gestione della partecipazione nella SVEM S.r.l., alla quale vengono devolute intere politiche di sviluppo regionale con il rischio di sottrarre al controllo diretto della Regione un notevole flusso di denaro in violazione del principio di universalità del bilancio. La società è infatti beneficiaria di ingenti risorse regionali trasferite a titolo di anticipazione o di acconto per attività ad essa affidate dalla Regione. La Corte dei Conti, infatti, aveva osservato che le risorse regionali che si trasferiscono devono essere ancorate ad idonei titoli giuridici e vincolate ad una adeguata programmazione degli interventi, per evitare, un eccessivo accumulo di risorse giacenti presso la partecipata “in house”. Tutte queste criticità ed altre nel bilancio consolidato non sono state risolte».

L’assessore regionale al Bilancio Brandoni in Aula ha parlato anche del definanziamento dei fondi PNRR rispondendo ad una interrogazione del Pd: si tratta del piano del governo attualmente al vaglio dell’Unione Europa. L’assessore ha spiegato che sono 1.526 progetti che riguardano comuni per un importo di circa 452milioni di euro. Tre le misure in definanziamento: una relativa a resilienza, valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei comuni (1.400 progetti – costo di 264milioni), un’altra relativa a rigenerazione urbana (84 progetti – 170milioni di euro circa) e progetti pdi potenziamento di servizi e infrastrutture sociali di comunità (42 progetti – 17milioni di euro).

Brandoni ha spiegato che nell’attesa dell’approvazione della proposta di modifica della parte Commissione Europea gli interventi possono proseguire nella fase attuativa con le coperture garantite ad oggi dalle risorse Pnrr; nel momento in cui la proposta verrà approvata verrà garantita la sostituzione del finanziamento di interventi già avviati sulle base di coperture che il governo sta individuando. L’assessore ha precisato che per la missione 6 Salute non è previsto nessun definanziamento ma una rimodulazione del numero dei progetti.

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