Ancona-Osimo

Colf, badanti e baby-sitter: nel 2022 nelle Marche 23.684 regolari. I sindacati: «Grande sommerso e paghe basse»

In base ai dati dell'Osservatorio Inps sui lavoratori domestici, emerge nell'anno appena trascorso un calo rispetto al biennio 2020-2021. Ne abbiamo parlato con i sindacati

Badante (Foto di Manuel Alvarez da Pixabay)

ANCONA – Nelle Marche nel 2022 sono 23.684 i lavoratori domestici, un numero in calo rispetto al 2021 quando erano 26.517. Il dato emerge dall’Osservatorio Inps sui lavoratori domestici ovvero colf, badanti e baby-sitter, che restituisce una fotografia sui lavoratori in regola. Il maggior numero di questi lavora in provincia di Ancona dove nel 2022 sono 7.811 e in quella di Pesaro Urbino (5.712), nella provincia di Ascoli (non c’è il dettaglio su Fermo) si contano 5.260 lavoratori domestici, nel maceratese sono 4.901.

Si tratta soprattutto di donne: in Italia se ne contano oltre 772mila, a fronte di un numero decisamente minore di lavoratori domestici di sesso maschile, che nel Paese sono poco più di 121mila. Colf e badanti si collocano maggiormente nella classe d’età 55-59 anni (nelle Marche in questo range d’età sono 4.354) e 50-54 anni (4.197 dato Marche).

Nel 2020 nella nostra regione i lavoratori domestici erano 26.380, un numero decisamente superiore a quello del 2022, e a quello del 2019 quando erano 23.975. Guardando alla nazionalità dei lavoratori domestici questi sono per lo più stranieri, anche se negli ultimi anni non mancano gli italiani che scelgono queste professioni che si occupano della cura di persone non autosufficienti e di bambini.

Osservatorio Inps sui lavoratori domestici in Italia

Quello che salta all’occhio è che nel 2022 si evidenzia una flessione nel numero di colf, badanti e baby-sitter, un calo che arriva dopo gli incrementi registrati nel biennio 2020-2021 dovuti per lo più alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro per la necessità di consentire a questi lavoratori di spostarsi per recarsi sul luogo di lavoro durante il periodo del lockdown.

Ne è convinta Barbara Lucchi, segretaria generale Filcam Cgil Marche. L’universo delle colf, delle badanti e delle baby-sitter è spesso fatto di rapporti di lavoro irregolari che i sindacati cercano di contrastare. «Crediamo che il numero dei lavoratori domestici regolari nelle Marche, come nel resto del Paese, rappresenti solo la punta dell’iceberg di un sommerso molto più vasto – dice Lucchi – che cerchiamo di far emergere con campagne condotte anche insieme a patronato e ufficio immigrazione. Il problema del sommerso in questa tipologia di lavori è enorme e quello delle colf, delle badanti e delle baby-sitter è uno dei settori caratterizzati da retribuzioni più basse e da una forte irregolarità».

Guardando alla nazionalità dei lavoratori domestici, spiega Lucchi, è preponderante l’Est Europa «soprattutto Romania, Moldavia e in misura minore Ucraina. Gli uomini – aggiunge – sono quelli che hanno risentito di più del calo dei lavoratori regolari registrato nel 2022, dopo che la pandemia aveva frenato in parte l’irregolarità»

I sindacati spingono sulla regolarizzazione del rapporto di lavoro «sia per garantire a questi lavoratori di accedere alla bilateralità e di avere maggiori garanzie, sia per garantire maggior sicurezza alle famiglie». «Servirebbe un investimento da parte del governo – prosegue Lucchi – un supporto economico alle famiglie che assumono in regola».

La strada per frenare il sommerso passa attraverso «maggiori controlli, sensibilità e sostegni, ma anche attraverso la formazione delle lavoratrici: ogni anno con la bilateralità organizziamo corsi di formazione per consentire a queste persone di conquistare un livello professionale superiore a beneficio anche di chi assume». Accanto al lavoro ‘nero’, c’è una quota di lavoro ‘grigio’ ovvero di colf, badanti e baby-sitter in regola per meno ore di quelle che svolgono effettivamente, osserva Lucchi.

Marco Paialunga, segretario generale Fisascat Cisl spiega che tra coloro che si rivolgono ai sindacati per fare vertenza la maggior parte delle volte hanno rapporti di lavoro in zona grigia ovvero «sono in regola per 30 ore e maturano tutti gli istituti per trenta ore ma il contratto delle badanti conviventi prevede solo 54 ore. Questo è il più frequente motivo di vertenza». Inoltre, ricorda che il 10 luglio a livello nazionale ci sarà un tavolo di confronto nel quale spingeremo per incrementare le garanzie di questi lavoratori.


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