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Similitudine tra cinghiali e Palestinesi, bufera sull’assessore dorico. Ammar Hamadneh: «Farebbe bene a dimettersi»

La similitudine utilizzata dall'assessore Michele Polenta durante la Commissione consiliare, ha scatenato la reazione dell'architetto di origini palestinesi, che sta valutando anche azioni legali

Comune di Ancona
Comune di Ancona

ANCONA – «Sono scioccato per le parole pronunciate dall’assessore all’ambiente del Comune di Ancona». A parlare è Ammar Hamadneh, architetto italiano, di origine palestinese, che replica così al concetto espresso dall’assessore Michele Polenta, che, nel corso della seduta della Commissione consiliare, trasmessa via streaming, ha paragonato l’esodo dei cinghiali a quello del popolo Palestinese.

«Dalla striscia di Gaza sappiamo che ci sono degli esodi di massa della popolazione, perché c’è un costante bombardamento» ha affermato l’assessore, sottolineando che la popolazione «emigra per sfuggire ad un territorio che è estremamente pericoloso da vivere», alla stessa maniera «la popolazione dei cinghiali» che vive nell’area protetta del Parco del Conero, si sposta dalla riserva naturale, dove viene cacciata con abbattimenti selettivi, verso le città, alla ricerca di «soluzioni meno pericolose».

«Una similitudine», come l’ha definita lo stesso Polenta, che è finita nel mirino dei partiti di opposizione e che ha fatto trasalire l’architetto Ammar Hamadneh che negli anni si è impegnato attivamente per portare aiuti umanitari al popolo Palestinese, anche attraverso l’associazione “L’Arca della Pace” di Udine, gestita da un sacerdote.

«Ritengo che l’assessore non si sia espresso in quel modo per razzismo, ma che forse lo abbia fatto per una scarsa conoscenza della situazione Palestinese – spiega – : si tratta di un popolo che vive sotto l’occupazione Israeliana da moltissimi anni e io stesso, quando da piccolo vivevo ancora in quella terra, ho sofferto molto».

L’architetto, che è consulente aziendale per le imprese italiane all’estero ed ha un proprio ufficio in Arabia Saudita, vive in Italia ormai dal 1990, più di 30 anni, e qui ha studiato laureandosi in Architettura al Politecnico di Milano, per poi conseguire un master in Ingegneria Strutturale. «In Italia non ho mai conosciuto il razzismo, ma ritengo che ad un rappresentante delle Istituzioni, come lo è l’assessore Polenta, non debba essere permesso di esprimersi in questa maniera, con un attacco gratuito verso un popolo».

Ammar Hamadneh ricorda che nella striscia di Gaza, citata dall’assessore dorico nel suo discorso, «vivono 2milioni di Palestinesi, una prigione a cielo aperto, dove i medicinali sono scarsi, l’energia elettrica arriva solo per poche ore al giorno. Si tratta di una terra in cui al popolo non è permesso di fare nulla e dove si vive in condizioni veramente critiche. Questo popolo andrebbe aiutato ad uscire da questa prigione e non insultato, paragonandolo ai cinghiali, perché se anche vogliamo veramente paragonarlo ai cinghiali, come ha fatto l’assessore, loro però non possono neanche scappare come lui dice, perché da una parte c’è il mare e dall’altra gli Israeliani che sparano».

L’ultima guerra, terminata il 12 maggio di quest’anno, dopo una settimana, «ha fatto 300 morti di cui 80 bambini sotto i 10 anni» e ad andare distrutto sotto i bombardamenti è stato anche l’unico laboratorio covid presente a Gaza. «Non parlo per le mie origini Palestinesi – afferma – avrei reagito anche se l’assessore si fosse riferito in questi termini anche verso un altro popolo, verso l’Italia. Provo rabbia e contesto anche quando qualcuno parla dei barconi dei migranti dicendo “affondiamoli”, sono persone, esseri umani, occorre capire le ragioni che li spingono ad emigrare attraversando il mare ed esponendosi anche al pericolo della morte».

L’architetto intanto fa sapere di stare valutando azioni legali in seguito alle affermazioni dell’assessore: «Non voglio fare del male, ma una persona che occupa un ruolo Istituzionale non può fare certe similitudini. Anche se mi considero per l’80% italiano- conclude – , il mio cuore batte sempre anche per la Palestina, per le mie origini e mi sono sentito a disagio in quel paragone: ci tengo a diffondere una corretta informazione su quanto accade nella mia terra e l’assessore avrebbe dovuto riflettere maggiormente e informarsi meglio, prima di fare certe similitudini». Infine l’architetto fa notare che la similitudine con i cinghiali, che sono maiali selvatici, accostati ai Palestinesi, la cui carne è vietata per i musulmani, «è ancor di più offensivo».

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