Ancona-Osimo

Ancona, Chiara Rivosecchi: «Ho scelto Agraria quasi per caso. Oggi faccio ricerca e ho vinto il premio Famelab»

Raccontare la scienza in 3 minuti? Si può. Questa è la sfida affrontata dai ricercatori dell'Univpm, iscritti al concorso FameLab. La vincitrice della tappa marchigiana è di Grottammare e si racconta

Chiara Rivosecchi

Tutto merito della sua professoressa di italiano del liceo, che ci aveva visto lungo e ne aveva capito il talento. Così Chiara Rivosecchi, vincitrice del talent show internazionale della comunicazione scientifica Famelab che lo scorso 18 maggio ha fatto tappa all’Univpm, ci racconta le radici di una passione che nemmeno sapeva di avere: «A diciotto anni ero molto indecisa al momento della scelta dell’università. Sinceramente nemmeno avevo pensato all’ipotesi di fare Agraria. Me l’ha suggerito la mia prof. Francesca Nanni, che è stata una vera e propria guida per me. Alla fine ho preso la strada che lei mi aveva indicato sperando fosse quella giusta. Ad oggi posso dire che aveva ragione: mi sono appassionata tanto allo studio delle piante e la ricerca mi dà soddisfazione».

Ventisei anni, nativa di Cupra Marittima (Ap) e un dottorato all’Univpm – Università Politecnica delle Marche – iniziato nel 2022. Questo è l’identikit di Chiara, vincitrice della tappa marchigiana del concorso, che ormai da più di un anno si occupa di vari progetti e tra le materie che approfondisce c’è l’agronomia. Da qui la voglia di partecipare alla competizione rivolta ai giovani ricercatori e alle ricercatrici che si occupano di scienza e tecnologia e hanno il talento per la comunicazione. La sfida consiste nel comunicare un argomento scientifico in tre minuti e spiegarlo a un pubblico di non esperti, così da riuscire ad appassionarlo alla materia. Una prova complessa, tanto più per chi come lei è abituato a trattare argomenti che richiedono una terminologia tecnica, per lo più sconosciuta ai non addetti ai lavori.

La tappa dorica di Famelab con la Politecnica delle Marche

«L’idea è venuta quasi per gioco, poi la passione di Chiara per la materia ha fatto il resto», conferma la professoressa Paola Deligios, tutor e docente di agronomia dell’Univpm. Alla competizione la giovane ricercatrice ha proposto uno speech sulla clorofilla e un altro sulla capacità delle piante di comunicare, chiamato fenomeno della cavitazione. Iniziamo dal primo: “Immaginate la luce come un gruppo di persone. Ognuno con la propria lunghezza d’onda che potremmo assimilare a una maglietta colorata, che contiene i colori del viola, del rosso, del blu, ma anche dell’azzurro, del verde del giallo e l’arancione. Noi di questo gruppo conosceremo solo tre persone: due ci staranno simpatiche e quindi le abbracceremo, un’altra invece non ci piacerà affatto e quindi la allontaneremo. La clorofilla, che è un pigmento antenna incolore, si comporta esattamente allo stesso modo nei confronti della luce. Ha picchi di assorbenza solo a due lunghezze d’onda, 440 e 660 nm, che corrispondono ai colori del blu, del violetto e del rosso. Ai nostri occhi però le foglie appaiono verdi perché il colore che la clorofilla non assorbe ma riflette è proprio il verde, diciamo il colore che non le piace”.

Passiamo ora al fenomeno della cavitazione, ossia la capacità delle piante di comunicare attraverso dei suoni, impercettibili all’orecchio umano, ma udibili da alcuni animali, quali topi e falene: “Le piante possono subire vari stress, quali traumi da taglio, da lesione o semplicemente mancanza di acqua. Attraverso un algoritmo i ricercatori possono capire a quale stress sono state sottoposte le piante in base al suono che emettono, che cambia di volta in volta.  Questo fenomeno è chiamato cavitazione. Le piante hanno delle vene infatti, chiamate xilema, dove scorre acqua. Quando la pressione negativa che richiama acqua dall’atmosfera o dal suolo aumenta crea come delle bolle d’aria che si espandono e poi scoppiano. Questi scoppiettii ricadono nell’ultrasuono tra i 20 e i 100 kHz, risultando quindi impercettibili a noi umani, e per fortuna direi- aggiunge Chiara- altrimenti sai che casino, tra noi che ci lamentiamo sempre e le piante che scoppiettano in continuazione?”.

Passione, determinazione e competenza. Questi sono gli ingredienti che hanno permesso a Chiara di aggiudicarsi questa tappa di FameLab. La fase nazionale del concorso si svolgerà il 30 settembre a Perugia e sarà inserita all’interno della maratona SHARPER – La notte europea dei ricercatori. Il vincitore della finale internazionale, in programma il 24 novembre 2023 riceverà un premio di 1500 euro. A questo punto non ci rimane che dire: in bocca al lupo Chiara!

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