Ancona-Osimo

Ancona celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla

La campagna di sensibilizzazione verso i disturbi del comportamento alimentare è promossa dall'associazione “Mi nutro di vita” con il Centro Heta e Fanpia. Domani (15 marzo) in piazza Roma ad Ancona, dalle 17 alle 20, l'Unità di Strada Informabus sarà a disposizione dei ragazzi

VI Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla

ANCONA – Fiocchetti lilla contro i disturbi alimentari. Anche il capoluogo celebrerà domani, mercoledì 15 marzo, la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla lotta ai disturbi del comportamento alimentare (DCA). L’Unità di Strada Informabus del Comune di Ancona sarà presente in piazza Roma dalle 17 alle 20. Sul camper, oltre agli operatori del servizio, saranno presenti gli operatori del Centro per i disturbi alimentari “Oltre…a rivedere le stelle” a disposizione dei ragazzi che potranno fare domande e ricevere informazioni sul tema.

La giornata è promossa dall’Associazione “Mi nutro di vita” in collaborazione con il Centro Heta, associazione di promozione sociale attiva su tutto il territorio regionale nel campo del disagio psichico e dei disturbi del comportamento alimentare e la FANPIA (Famiglie Neuropsichiatria Infantile), associazione Onlus nata per dare aiuto ai bambini e adolescenti affetti da patologie neurologiche e neuropsichiatriche.

L’evento nasce con lo scopo di sensibilizzare, attraverso le testimonianze di persone che hanno vissuto la malattia in prima persona, l’opinione pubblica sul problema dei disturbi del comportamento alimentare. L’iniziativa è partita da un padre che, a marzo del 2011, dopo la morte della propria figlia di bulimia all’età di 17 anni, ha dato vita alla Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, simbolo della delicata fragilità di questa condizione. «Non può, non deve capitare ad altri. La morte di mia figlia deve servire a tutte le persone e le famiglie che vivono un dramma di questo genere. Il dramma di vedere chi ami che piano piano si spegne, non ride più, non mangia o vomita. Non accetta di farsi curare e a te resta la sensazione di non aver fatto abbastanza», racconta Stefano Tavilla, presidente dell’Associazione “Mi nutro di vita” e papà di Giulia, vittima a 17 anni dei DCA.

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